domenica 20 maggio 2012

2x25 - Quella casa nel bosco non è come sembra


Quando andate al cinema a guardare un film horror, sapete già cosa vi apprestate a vedere nel più dei casi: un gruppo di giovani passa un weekend in posti fuori dal mondo, imbattendosi nella pericolosissima figura sovrannaturale di turno che uno ad uno dopo averli terrificati, li uccide barbaramente, lasciando nella migliore delle ipotesi sfuggire dagli artigli della morte, una coppia innamorata o la ragazza della porta accanto che si trasforma nell'eroina di turno. Ebbene, il trailer di Quella casa nel bosco non lascia spazio a particolari divagazioni sul tema, eppure come fanno notare gli sceneggiatori e registi Drew Goddard (Lost, Cloverfield) e Joss Whedon (Buffy: The Vampire Slayer, The Avengers), "tu credi di conoscere la storia".

Mi è praticamente impossibile recensirvi il titolo senza fare grossi spoiler sulla trama, quindi se non volete rovinarvi la bellissima storia, correte al cinema! Viceversa, se vi interessa comunque sapere perché questo è il titolo più geniale ed innovativo che abbia visto negli ultimi tempi, proseguite dopo il salto...


All'alba dei tempi, la Terra era in mano agli Antichi, gigantesche divinità spinte da puro odio e sete di sangue che soggiogavano il pianeta con catastrofi naturali, violenza e morte. Caduti nel sonno, gli uomini erigono Il Tempio, una segreta fondazione governativa, scientifica e religiosa che ha lo scopo di eseguire annualmente il "rituale", una pratica che vede il sacrificio di cinque giovani che compongono certi archetipi: la Puttana, l'Atleta, lo Studioso, il Buffone, e la Vergine. Tutti devono morire in un ordine preciso, fino a che solo la Vergine rimane, al fine di placare il sonno degli Antichi, impedirne il risveglio e la conseguente distruzione del mondo. A questa premessa aggiungete quanto visto nel trailer: un gruppo di cinque universitari, due ragazze e tre ragazzi, si avvia a trascorrere il weekend in uno chalet montano... vi dice niente?


Ci si trova di fronte ad uno schema narrativo originale e pretenzioso: infatti, seguendo questo background, senza alcun problema di violazione di copyright, allo spettatore viene fatto credere che tutti i film incentrati su questi cliché siano collegati al suddetto rituale, e che come la storia cinematografica americana ci insegna, deve andare avanti da molti anni. Inoltre, viene mostrato che Il Tempio ha diverse filiali nel mondo (viene detto che gli americani sono l'ultimo baluardo rimasto insieme ai giapponesi), ciò implica una globalizzazione dell'immensa paraculata sopra citata, coinvolgendo anche il cinema internazionale. Interessanti i risvolti psicologici che tendono forse a giustificare il perché alcune caratteristiche tipiche del genere si ripresentino puntualmente con grande disappunto dello spettatore; il team di scenziati ha infatti lo scopo di condizionare i giovani nelle loro scelte previo messaggi subliminari, agenti chimici, gas e sostanze varie,come ad esempio l'esalazione di feromoni per convincere la già facile Jules ad esser ancor più promiscua o il dividere un gruppo che in questo genere di situazioni farebbe meglio a restare unito. Eppure, la rivincita avviene proprio dai cliché sottovalutati: l'eroe qui non è il bel palestrato di turno, tanto meno il bravo ragazzo intellettuale, ma il tizio buffo e spiritoso, che tendenzialmente muore per primo. Le droghe che permeano l'organismo del giovane, lo rendono immune ai vari condizionamenti esterni portati dall'organizzazione, e lo rendono contrariamente alle aspettative, in grado di sopravvivere alla minaccia di turno e portare in salvo la ragazza al fine di sventare il macabro rituale. Da qui in avanti sarà un susseguirsi di imprevidibili e sconvolgenti eventi sino all'inaspettato finale.


La storia raccontata da Goddard e Whedon rimescola le atmosfere ansiotiche e misteriose già respirate in Cloverfield, amalgamandole a gag che spezzano la tensione e si focalizzano sui personaggi tipiche dello schema delle battute delle produzioni whedoniane; è possibile trovarsi catapultati in atmosfere horror per oscillare a surreali dialoghi per tornare nel thriller e sfociare successivamente nel drama, il tutto con tinte splatter. Il ritmo a differenza della tensione, non viene mai spezzato, e permette allo spettatore di trovarsi di fronte ad un'esperienza narrativa senza precedenti, che mescola l'assuefazione da reality già respirata in titoli quali The Truman Show e Hunger Games a tematiche religione e cospirazioniste, offrendo spunti totalmente nuovi. Anche il cast offre una buona performance, e forse i fan più devoti allo sceneggiatore di Serenity e Firefly, saranno contenti nel vedere comparire nel cast, alcune guest d'eccellenza quali Amy Acker da Angel, Tom Lenk da Buffy: The Vampire Slayer e Fran Kranz da Dollhouse; non trascurati i fan dello sci-fi con una sempreverde Sigourney Weaver, star di Alien e dei comic movie grazie alla presenza di un inedito Chris Hemsworth direttamente da Thor.


Quella Casa nel Bosco sorprende, spiazza lo spettatore e lo trascina in un surreale concentrato di atmosfere horror e splatter, condite con thriller ed un pizzico di humor sapientemente dosato all'occorrenza. Fa della caratterizzazione dei suoi personaggi e di miti e leggende metropolitane della cultura pop globale il suo punto forte, presentando una storia dall'enorme crescita eponenziale che ricompenserà il pubblico con un incredibile finale. Dopo tantissime fotocopie, arriva un prodotto fresco, e tutto nuovo. Promosso a pieni voti.

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