sabato 17 novembre 2012

2x52 - Zombie in edicola contro la crisi

Se negli ultimi tre anni non avete sentito nemmeno una volta nominare The Walking Dead, evidentemente dovete vivere come eremiti visto il successo planetario raggiunto dalla popolare serie tv AMC. Nonostante ciò, il pluripremiato hit-show diretto da Frank Darabont (Le Ali della Libertà, Il Miglio Verde), altri non è che un adattamento televisivo del ben più longevo e premiato fumetto scritto da Robert Kirkman ed illustrato da Tony Moore e Charlie Adlard. Come? La serie tv vi ha fatto impazzire e avevate già scoperto che era tratta da un fumetto, ma non avendo un prezzo canonico, vi risulta difficile cominciarne la lettura? Non temete! Saldapress, detentrice dei diritti di pubblicazione della serie nel nostro paese, ha pensato anche a voi e da questo mese ristampa in un comodissimo e pratico formato economico la serie dai suoi esordi, distribuendolo anche nelle edicole.


Il nerd che gli zombie li adora visceralmente al punto da considerarsi figlio di George A. Romero in una dimensione parallela, ha acquistato il primo volume dell'edizione e s'appresta a recensirvelo. Finito il delirio in terza persona, ecco un accenno alla trama: Rick Grimes è un vice-sceriffo del Kentucky che viene gravemente ferito nel corso di una sparatoria; al suo risveglio in ospedale in seguito ad un profondo coma, trova la propria città ridotta ad un cumulo di macerie, cadaveri e disgustose creature assetate di carne. Da uno dei sopravvissuti, Rick scopre che è scoppiata una misteriosa epidemia che fa rianimare i morti rendendoli cannibali guidati dalla fame e che si diffonde tramite graffi e morsi. In un mondo gettato nel caos, Rick parte alla volta di Atlanta alla ricerca della moglie Lory e del figlio Carl.


E' doveroso fare giusto un paio di premesse per chi ha da sempre desiderato avvicinarsi alla serie senza tuttavia conoscerne il contenuto e con il timore di cadere nel facile gioco degli equivoci secondo cui atmosfere horror e splatter la facciano da padrone come tanti b-movies sul tema ci hanno insegnato; ebbene: The Walking Dead si focalizza sui drammi umani dei suoi protagonisti, gli zombie sono solo uno sfondo al contesto post-apocalittico in cui l'umanità si sta estinguendo, e la Terra è in mano ai morti. I "morti che camminano" del titolo altri non sono che Rick e il suo gruppo di sopravvissuti che prova a rimanere attaccato con le unghie e con i denti alla benché minima parvenza di normalità. Se inoltre un tratto troppo crudo può infastidirvi, non è certo il caso di questo primo volume che raccoglie i primi quattro spillati americani: uno stile cartoonesco e godibilissimo vi renderanno la lettura accattivante e gradevole entrando in un circolo di dipendenza nel giro di poche pagine. Il formato richiama i più celebri Dylan Dog e Diabolik, così come la scelta di sceneggiare il titolo in bianco e nero,  molto godibili inoltre dietro le quinte, redazionali e making-of che permettono di approfondire la mitologia dietro alla serie che è divenuta ormai prodotto di culto nel panorama del fumetto horror occidentale.


Perché invece coloro che già hanno visionato la serie tv dovrebbero leggere questo fumetto? Per scoprire come tutto ha avuto inizio e le differenze sostanziali fra l'originale e l'adattamento televisivo: se ad esempio l'assenza dei fratelli Merle e Daryl Dixon potrà far storcere il naso ai più, il ritmo frenetico con cui si svolgono gli eventi sicuramente potrà farvi capire cosa vi aspetterà nei mesi a venire sul piccolo schermo, visto che già con il primo volume ricopriamo quasi interamente gli eventi della prima stagione tv. Inoltre, come nella serie tv è possibile scoprire ed affezionarsi a personaggi inediti nel fumetto, nella serie di Kirkman sarà possibile fare altrettanto con personaggi mai apparsi nella serie targata AMC. Inoltre, lo straordinario rapporto qualità/prezzo di 2,90€ rende l'edizione un must-have.

giovedì 8 novembre 2012

2x51 - Dexter deve morire!


Una delle serie più controverse e originali degli ultimi anni, è sicuramente stata Dexter, adattamento televisivo del romanzo "La mano sinistra di Dio", scritto da Jeff Lindsay. Che vediate o meno la serie, ormai il personaggio è diventato talmente iconico che è impossibile non conoscerlo. Come? Non sapete chi sia? Ma dove vivete?! E va bene: rimasto orfano all'età di tre anni, Dexter Morgan viene adottato dal sergente della polizia di Miami Harry Morgan. Dopo aver scoperto che Dexter ha iniziato ad uccidere degli animali, Harry capisce che il figlio è un sociopatico e un potenziale serial killer; cercando di evitargli un futuro in carcere o sulla sedia elettrica, Harry gli insegna ad incanalare i suoi impulsi violenti verso chi «se lo merita», ovvero tutti quei criminali che in un modo o nell'altro sono riusciti a sfuggire alla giustizia. Secondo il codice di Harry, che Dexter segue alla lettera, le sue vittime devono essere esclusivamente assassini, stupratori, pedofili, e tutti coloro che potrebbero rivelarsi pericolosi per la società. Inoltre Harry insegna a Dexter a costruirsi una facciata per apparire normale ed innocuo agli occhi degli altri, e a sfuggire egli stesso alle indagini della polizia. Una volta cresciuto, l'attrazione per il sangue – che si evince dai "trofei" che preleva alle sue vittime – porta Dexter a diventare un tecnico forense nell'analisi delle tracce ematiche, lavorando così insieme alla sorella Debra, diventata agente di polizia come suo padre, presso la polizia di Miami.

Ma questo è solo l'incipit di base di quello che accadrà poi: intrighi, ripensamenti, dubbi, complotti, ricatti e sesso, si mescolano fra di loro in quello che per cinque stagioni terrà col fiato sospeso il pubblico di tutto il mondo. Ebbene, terminata questa lunga premessa, è doveroso ribadire che la serie è prossima alla sua conclusione; infatti, sebbene sia cominciata da poche settimane la settima stagione negli USA, ci è già noto sapere che Dexter terminerà con l'ottava che conterrà quattro episodi in più dei canonici dodici per giungere a quanto si rumoreggia, al ragguardevole traguardo dei 100 episodi. Per quanto nessuno, neanche gli sceneggiatori stessi, conoscano il finale, il pluripremiato (e vista il cache di quasi un milione di dollari ad episodio, anche pluripagato), attore Michael C. Hall, volto di Dexter Morgan, è stato intervistato proprio a tal proposito: come dovrebbe finire la serie secondo il protagonista?


"Spero muoia investito da un autobus!" - afferma scherzosamente, C. Hall - "Seriamente, questo tizio è uno psicopatico. Davvero, la sua infanzia è stata trumatica e la sua vita è stata segnata, ok, ma ha passato il confine troppe volte, violando anche il suo stesso codice. Credo che per quanto si possa essere armati di buone intenzioni, nessuno dovrebbe erigersi a giudice e giustiziere assoluto, freddando criminali che la giustizia non può perseguire... siamo tutti sulla stessa barca e per quanto la legge non sia purtroppo uguale per tutti, non abbiamo il diritto di spegnere vite altrui. Dexter ha conosciuto la spensieratezza dell'amicizia, il piacere del sesso e l'amore verso la propria moglie e il proprio figlio, ma ha capito che sono due realtà che non può conciliare senza che esse si contaminino. Più volte si è trovato di fronte ad una scelta, ma il suo passeggero oscuro non l'ha mai abbandonato... un personaggio così credo debba avere una fine tragica, e qualora anche dovesse riuscire a sopravvivere, auspico non abbia un'uscita trionfale. Ma nella vita sappiamo tutti che non esiste sempre il lieto fine a cui ci abituano le favole." 

Fortunatamente il giudizio di Michael è più retto e candido dell'assolutista Dexter, non di meno la produzione sarà dello stesso avviso? La settima stagione di Dexter debutterà su FOX Crime il prossimo 12 novembre.

martedì 30 ottobre 2012

2x50 - Disney acquisisce Lucasfilms: Star Wars Episodio VII nel 2015!

Dopo aver acquisito Pixar Animation Studios e Marvel, la casa di Topolino non s'arresta e acquisisce anche la Lucasfilm Ltd. L'accordo del valore di 4.05 miliardi di dollari è mirato ai diritti di sfruttamento del leggendario franchise di Star Wars, al punto che senza perdersi in tante cerimonie e giri di parole, Walt Disney annuncia l'avvento nelle sale cinematografiche di Star Wars - Episodio VII il prossimo 2015. La produzione della pellicola sarà a cura di Kathleen Kennedy, nuovo presidente della società, ma vanterà la consulenza creativa dello stesso George Lucas, creatore storico della saga.


"Nel corso degli ultimi 35 anni, uno dei miei più grandi piaceri è stato veder passare Star Wars da una generazione a quella successiva," dichiara Lucas. "Ora è giunto il momento per me di passare Star Wars a una nuova generazione di registi. Ho sempre pensato che Star Wars potesse vivere a prescindere da me, e ho sempre pensato che fosse importante impostare questa transizione nel corso della mia vita. Avevo detto che non avrei mai più fatto Star Wars, ma ciò non significava che non l'avrebbe potuta fare Kathleen. Ho già pronto un trattamento per il settimo, ottavo e nono episodio, poi ci sono centinaia di libri e fumetti, tutto quello che possiamo immaginare. Posso passare il testimone a lei, mi fido ciecamente del fatto che realizzi dei grandi film. Sono sicuro che con la Lucasfilm sotto la guida di Kathleen Kennedy, e nella sua nuova casa nella organizzazione Disney, Star Wars vivrà a lungo e in prosperità per molte generazioni a venire." 


Star Wars - Episodio VII sarà il primo capitolo di una nuova trilogia su cui ancora nulla è stato divulgato. Riuscirà Disney a spingerci ad impugnare nuovamente la spada laser così come riuscì a farci gridare "Vendicatori Uniti!" la scorsa stagione cinematografica, oppure no?

sabato 20 ottobre 2012

2x49 - Avril Lavigne si aggiunge alla ciurma di Rufy!

Ma non era già Brook il musichiere a bordo della Thousand Sunny? Questo potrebbero chiedersi i fan di One Piece nel leggere il titolo all'articolo, invero la popolare cantante canadese che da sempre si dichiara una fan accanita dell'altrettanto popolare shonen manga scritto e disegnato da Eichiro Oda, dopo un frequente scambio di mail, parrebbe aver sugellato un accordo collaborativo con il mangaka. Se temete che la popstar peperina s'aggiunga davvero alla ciurma, state tranquilli! In realtà, Avril Lavigne si limiterà a cantare due brani per One Piece - Film Z, il nuovo lungometraggio scritto e diretto dallo stesso Oda, in uscita nelle sale giapponesi il prossimi 15 dicembre.


I pezzi scelti che saranno rispettivamente utilizzati all'interno della pellicola e come titoli di coda, saranno  "Bad Reputation" e"How you remind me". I brani come i titoli vi avranno indicati, non sono originali della cantante bensì cover rispettivamente appartenenti a Joan Jett (nell'album Goodbye Lullaby) e dei Nickelback (band del marito di Avril, Chad Kroeger).

Cosa ne pensate di questa curiosa collaborazione?

mercoledì 5 settembre 2012

2x48 - Jim Carrey è il Colonnello in Kick-Ass 2

Kick-Ass è stato il cinecomic dai risultati più sorprendente ai botteghini. Questo perché un titolo indipendente e che vantava nel suo roster personaggi inediti e non brand famosi non aveva mai ottenuto incassi così alti. Distribuito in ritardo e con un adattamento discutibile in Italia da Eagle Pictures, il fumetto è giunto alla sua terza serie fra lo spin-off Hit-Girl e il sequel della serie principale, Kick-Ass 2: Ball to the Wall. Il successo della prima pellicola, porta la Universal alla scelta sicura di produrre un film ispirato allo spettacolare, cruento ed adrenalinico sequel.


E' notizia di oggi, che un grandissimo nome dapprima solo vociferato è stato ufficialmente arruolato nel cast. Si tratta di un estimatore del primo film e della graphic novel originale, Jim Carrey (The Mask, Ace Ventura, The Truman Show). L'attore vestirà i panni de il Colonnello Stars, un carismatico nuovo personaggio appartenente al gruppo di vigilanti newyorkesi, la Justice Forever. Per coloro che non hanno ancora avuto modo di leggere le storie della seconda serie, il Colonnello non è certo un'autoritaria figura militare caratteristica delle classiche americanate, ma l'alter ego supereroistico di Sal Bertolinni, gangster italoamericano ai servizi della Famiglia Genovese (villain della prima serie/film), ritiratosi per scrupoli di coscienza poco prima dell'avvento di Hit-Girl e Big Daddy, e quindi rimasto incolume alla mattanza da parte dei buoni. Con un abbigliamento mimetico, uno spessore carismatico ed un enorme cane lupo al suo fianco, Sofia, il Colonnello Stars diventa la figura di spicco a cui Kick-Ass fa riferimento.


"Matthew Vaughn, Jeff Wadlow e io abbiamo fatto una conferenza telefonica con Jim un paio di settimane fa e dal quel giorno avvertiamo un forte prurito: dover parlare di questa cosa con qualcuno ogni tanto. Questo perché l'energia che Jim potrà portare al Colonnello mi elettrizza come l'aver avuto Nicolas Cage nel ruolo di Big daddy. Forse ricorderete che, prima dell'ingresso di Nic, Big Daddy era più canonicamente Badass. E' stato Nic ha conferirgli quelle sfumature alla Adam West, a dargli quella notevole dose di calore umano, specie nei confronti di Mindy. Nic e Jim Carrey sono molto amici e non è un mistero che a Jim il primo film sia piaciuto molto. Infatti, è anche andato a pranzo con Matthew Vaughn il giorno prima di quel duetto fra Conan O'Brien Superman e Jim Carrey/Kick-Ass. Per cui nel corso di questi due anni abbiamo spesso parlato informalmente della questione." Dice l'autore del fumetto Mark Millar, aggiungendo poi: "Non sapevamo bene chi avrebbe interpretato Jim nel seguito, ma tutto il team lo adora e io sono un suo fan dalla prima volta che l'ho visto. Ricordo di aver letto una grandiosa intervista a Steven Spielberg pubblicata su Empire in occasione di una qualche ricorrenza collegata allo Squalo, in cui diceva che se avesse dovuto girare Lo Squalo oggi, Jim sarebbe stata la sua scelta per il ruolo di Martin Brody. Poteva vedere in Jim tutto quel set di sfaccettature drammatiche mentre gli altri erano in grado di riconoscere più che altro le sue doti di commediante. Per tutte queste ragioni, mischiate alla telefonata che abbiamo avuto con lui al telefono, sono genuinamente emozionato. Non vedo l'ora di vedere quello che sarà in grado di fare quando le macchine da presa cominceranno a girare."


Le riprese di Kick-Ass 2 cominceranno a settembre 2012.

venerdì 31 agosto 2012

2x47 - Justice League X Transformers: il crossover mai nato



Immaginate un brand figo e mescolatelo ad un altro ancora più figo, potrebbe uscirne un capolavoro che ne consacra un terzo brand definitivo, oppure una delle cose più immonde mai create, in grado di demolire entrambi i brand. Come le immagini qui di seguito testimoniano per nostra sfortuna, il crossover, fra la Justice League della DC Comics e i Transformers di Hasbro, sembra appartenere alla prima categoria. Perché uso parole come "sfortuna" ? Perché il suddetto mash-up non è purtroppo mai nato.


L'apprezzato e talentuoso artista Phil Jimenez (Justice League) pubblica solo ieri sera, alcune illustrazioni concettuali su quello che sarebbe stato il crossover fumettistico del decennio. "Avevo pensato di arruolare Optimus Prime nel Corpo delle Lanterne Verdi, immaginate le nanotecnologie elaborate di un Transformers, che cosa sarebbero potuti essere in grado di creare con l'anello! E beh, Wonder Woman avrebbe avuto un Autobot al posto del suo jet invisibile, e credetemi: vi sarebbe piaciuto. Ai Decepticon spettava una collaborazione stretta con Lex Luthor e il Joker... le idee erano davvero moltissime!"


"Sarebbe stato davvero mitico!" commenta lo sceneggiatore Brian Michael Bendis (Ultimate Spider-Man), ed io, guardando questi artwork, non posso, come credo tutti voi, esimermi dal pensare altrettanto.

domenica 26 agosto 2012

2x46 - Grazie di tutto, Cavaliere Oscuro

Se parliamo di comic movie, uno dei più riusciti, se non il più riuscito ad oggi, è probabilmente il Batman di Christopher Nolan. Non tanto per quanto riguarda la fedeltà al fumetto originale da cui è tratto, anzi, forse come non mai un adattamento cinematografico se ne discosta, in quanto Nolan ha sempre voluto dare connotazioni realistiche e contesti verosimili all'Uomo Pipistrello, ma per le carismatiche atmosfere e l'epicità della trama che partendo da un buon primo capitolo, eccelle in un secondo e chiude magistralmente con il terzo ed ultimo, dal titolo Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno.


La trilogia di Nolan è stata spesso definita maledetta: i numerosi incidenti sul set che hanno ferito gli attori principali ed ucciso uno stant, la morte di Heath Ledger, carismatico interprete del Joker e ancora, la recente strage ad Aurora, potevano potenzialmente minare la riuscita del titolo, cosa che per fortuna non è successa, vista l'indubbia qualità delle pellicole. Eppure dopo Batman Begins, nessuno si sarebbe aspettato qualcosa dal feedback così rindondante e dagli incassi stratosferici come avvenuto con Il Cavaliere Oscuro; cosa che ancora oggi, a pensarci, rizza i peli sulle braccia degli addetti ai box-office. Cos'ha colpito tanto dei Batman di Nolan? Come già detto, il prepotente realismo: la scelta di mostrare una Gotham meno gotica e steampunk -tutte atmosfere tipiche della regia di Tim Burton-, ad una più moderna, in grado di vivere giornate di sole e routine quotidiana scandita dalla normalità, e i villain non sono superuomini o figure al limite del grottesco quali potevano comunque essere gli inflazionati Pinguino, Mr. Freeze e Poison Ivy. Portare sullo schermo nemici del calibro di Ra's al Ghul e privarlo della sua immortalità, di Catwoman e privandola dei poteri mistici o eredità feline del caso, così come di Bane senza il venom a pompargli nelle vene, significava credere in maniera indissolubile nella personalità carismatica ed indubbia umanità di cui i cuori dei personaggi originali DC Comics, erano intrisi. E' stata una scelta difficile mostrare un Bruce Wayne fragile, stanco, impaurito, insicuro ed umano, portarlo nel mondo esterno ad allenarsi e a crescere spiritualmente, affiancargli numerosi aiutanti e persone fidate alla conoscenza del suo segreto, e che scacciassero via con una folata di vento il contesto horror e dark in cui rimaneva solo un giustiziere a difendere una città ormai corrotta.


Quello che sulla carta sembrava difficile, funziona alla perfezione, e mai come in questo terzo capitolo che come riporta la sinossi ufficiale, si svolge otto anni dopo le vicende del secondo, si respira aria di stanchezza, delusione, cinismo, bugie e cose non dette: Wayne si ritira dalle scene, è invecchiato, porta lesioni e ferite che debilitano il suo corpo ma che sono niente paragonate alle cicatrici celate nell'anima. C'è da chiedersi: con il Joker dietro le sbarre, la criminalità organizzata sbaragliata, e il decreto Harvey Dent, che permette alla giustizia di procedere spedita per la sua strada, c'è ancora bisogno di Batman? Nei fumetti la risposta che troviamo è sì: se Spider-Man è New York, Batman è Gotham City; ma Nolan lancia un messaggio nuovo, abbandona questa tematica e usa il Cavaliere Oscuro come un tramite: Batman può essere qualsiasi persona che vuole fare la differenza. E' chiaro che ci riferiamo alla volontà e alle intenzioni dello stesso, visto che non tutti abbiamo le finanze, le conoscenze e le risorse di tal Bruce Wayne, non di meno, se i film di casa Marvel davano spesso più spazio a Peter Parker che allo Spider-Man in sé, Nolan ha tentato la medesima impresa portando in scena le emozioni umane e i rapporti dei personaggi dietro la maschera e veicolandole fra loro dando dimostrazione di come nessuno sia solamente buono o cattivo: per questo diamo spazio a Jim Gordon, sapientemente interpretato da Gary Oldman, passando per la suadente Anne Hathaway nei panni di Catwoman per andare dal potente Bane, i cui panni sono vestiti da un irriconoscibile Tom Hardy, fino a forse quello che è il personaggio più interessante ed importante del film -che è stato annunciato, verrà introdotto in tempi brevi anche nell'universo fumettistico DC- John Blake, giovane detective ligio al dovere, interpretato da Joseph Leonard Gordon-Levitt.


Se la forza del film sono le battute e i dialoghi prepotentemente caratterizzati da un forte impatto emotivo, da un punto di vista puramente tecnico, il film è leggermente superiore al secondo capitolo: la colonna sonora presenta temi riconoscibili ormai resi celebri (e che i gamer hanno avuto modo di orecchiare in una chiave piuttosto simile nell'ottimo adventure/stealth Batman: Arkham City) e gli effetti speciali visivamente sono spettacolari e d'atmosfera: da pelle d'oca la scena nello stadio subito dopo l'esecuzione dell'inno così come il primo volo sul Batwing. Il film dura quasi tre ore, ma non le si sente: la storia dopo un inizio lento (ma giustificato) procede serrata fra colpi di scena ed azione al cardiopalma, rivelazioni sconvolgenti sino all'ultima scena e un finale che sicuramente riuscirà a soddisfarvi. All'adattamento italiano c'è ben poco da eccepire, se non il cambio di voce al personaggio di Lucius Fox, interpretato da un magistrale Morgan Freeman, ma non trattandosi di un capriccio, direi che possiamo perdonare la mancanza.


Christian Bale ha dato il volto ad un Bruce Wayne diverso da tutti gli altri, ad alcuni potrà non piacere, ad altri potrà far storcere il naso, a molti, come incassi e Warner Bros testimoniano, avrà fatto impazzire; io signori, sono fra quelli: il carisma del Batman di Christopher Nolan rappresenta la speranza, l'accettazione, la determinazione, il sogno, la paura, e il desiderio di giustizia e rivalsa, in parole povere, l'essere umano. Questo viaggio introspettivo scandito dal dolore e dalle emozioni non è per tutti: se abbandonate i preconcetti fumettistici e vi gettate a capofitto nella storia e nei suoi personaggi, sicuramente apprezzerete questo mondo in un modo nuovo e vi innamorerete perdutamente della chiave di lettura adottata dal regista. Per l'Uomo Pipistrello il futuro prevede un reboot più canonico e in linea all'introduzione del Cavaliere Oscuro nel film della Justice League (proprio come la casa di Stan Lee fece coi suoi personaggi in occasione di The Avengers), quindi questo capitolo è da ritenersi concluso, ma rimarrà senz'altro ricordato nel cult cinematografico a venire, come un pezzo di storia di Batman.

"La speranza nasce dalla disperazione."

mercoledì 22 agosto 2012

2x45 - Il nuovo interesse amoroso di Superman è...

State tranquilli: Alfonso Signorini e Gossip Girl non hanno preso possesso di queste pagine, invero il gossip estivo la fa da padrone, perché la copertina del prossimo volume di Justice League of America in uscita negli Stati Uniti il prossimo 29 agosto, mostra il formarsi di una nuova super-coppia, inaspettata e shockante per i fan storici DC Comics. Se lo spoiler non vi impensierisce, proseguite dopo il salto...


Il reboot DC meglio conosciuto come The New 52, giungerà la prossima settimana al suo primo anno, e intende festeggiarlo col botto. Per i pochi che ancora non lo sapessero, quest'evento aveva lo scopo di svecchiare l'intero universo cancellando quasi tutti gli eventi narrati negli scorsi anni e mantenendo capisaldi solo alcuni di essi comprimendoli nell'arco di cinque anni: se quindi personaggi quali Batman e Lanterna Verde continuano le loro storie da dove si erano interrotte poco prima con alcune piccole varianti (Tim Drake non è mai stato il terzo Robin, ma solo Red Robin), altri eroi cominciano il loro cammino dal principio, come Superman o i primi incontro fra i sei protagonisti principali della testata Justice League.


Ebbene, nel dodicesimo numero vedremo sbocciare l'amore tra l'uomo d'acciaio e... una donna che non è Lois Lane. Stiamo parlando di Diana Prince, meglio conosciuta come Wonder Woman. La donna meraviglia e Superman saranno protagonisti di una love story che secondo quanto riportato dallo showrunner attuale della serie, Geoff Johns (Dark Reign, Blackest Night, Brighter Day, Secret Origins): "sconvolgerà l'unità del gruppo e metterà in subbuglio il mondo dei supercriminali per gli eventi a venire con conseguenze sorprendenti". Su Action Comics, abbiamo già avuto modo di scoprire che Lois è felicemente fidanzata con un altro uomo, e non sospetta minimamente ne dell'alter ego di Clark ne dei suoi sentimenti per lei, che sia arrivato il momento per Kal-El di voltare pagina? E quali saranno queste conseguenze sorprendenti che sconvolgeranno il neonato DC universe?

Per scoprirlo non rimarrà che aspettare la pubblicazione del volume. Justice League è pubblicato anche in Italia sotto l'etichetta RW/Lion a cadenza mensile. Il quarto volume è disponibile nelle fumetterie e nei reboot point ufficiali al prezzo di 3,95€.

martedì 21 agosto 2012

2x44 - Michael J.Fox protagonista di una tv comedy!

Un titolo tanto semplice quanto entusiasta.
Se non lo aveste capito dal font presente nel titolo del blog stesso o dai link sparsi qua e là sulla pagina ufficiale Facebook (come? Ancora non avete messo "Mi piace"? E cosa aspettate a cliccare qui?), sono un grosso estimatore di Ritorno al Futuro, la mia saga cinematografica preferita, così come lo sono di Michael J.Fox, poliedrico attore in grado di emozionarmi con molte pellicole e serie tv iconiche nel corso degli anni, da Casa Keaton a Teen Wolf, da Mars Attack a Spin City.

Ebbene, proprio a distanza di più di vent'anni dal primo episodio di Casa Keaton, Michael torna a casa NBC, con una comedy autobiografica la cui storia ruota attorno ad un uomo che dovrà fare i conti con la gestione di tre figli d'età differenti, una vita sentimentale complicata, e una terribile malattia, il Parkinson. "La scelta di parlare del Morbo di Parkinson, in una sit-com è tanto provocatoria quanto innovativa" - dice J.Fox - "ma credo che nel 2012, ancora lontani da una soluzione definitiva, si possa mostrare come con le adeguate cure si possa non solo vivere una vita normale, ma anche esser capaci di ridere di sé stessi. Sono molto contento di tornare alla NBC con un grande team creativo e un grande show. Bob Greenblatt e tutta la gente del network mi hanno dato un caldo bentornato a casa, e non vedo l’ora di tornare al lavoro con qualcosa che sicuramente saprà intrattenervi e rendervi partecipi della realtà che vivo quotidianamente, con il sorriso."


Contento anche Robert Greenblatt di NBC, che commenta il ritorno di Michel alla rete così: "portare Michael J. Fox di nuovo sulla NBC è un onore supremo, e siamo esaltati all’idea che una delle grandi star della commedia televisiva torni a casa. Dal momento in cui abbiamo incontrato Michael per sentire il suo punto di vista unico su questa nuova serie, siamo rimasti folgorati e abbiamo accettato. Non ho dubbio che il personaggio che creerà e la sua famiglisa saranno immediatamente riconoscibili e divertenti."
 
Vige ancora silenzio sugli altri membri del cast, sono invece noti i nomi dello staff creativo: alla regia Will Gluck (Easy Girl) e alla sceneggiatura Sam Laybourne (Arrested Development). Prodotta dalla Sony Picture Television, la serie ancora senza nome, debutterà per NBC, nel 2013, con una prima stagione completa di 22 episodi.

martedì 31 luglio 2012

2x43 - Ted: quando Teddy Ruxpin è posseduto da Peter Griffin

In un panorama cinematografico spesso criticato in tempi recenti per mancanza di idee ed originalità, è diventata consuetudine attingere a storie appartenenti ad altri circuiti mediatici quali libri, fumetti e videogiochi per presentare produzioni convincenti; eppure c'è chi ha osato di più provando a prendere le menti geniali dietro la creazione di quei prodotti per provare a farli misurare sul grande schermo: è il caso di Seth MacFarlane, conosciuto in Italia per essere il creatore delle serie animate I Griffin, American Dad e The Cleveland Show, oltre che in patria per essere il doppiatore di alcuni dei suoi più celebri personaggi. La giovane, fortunata ed estrosa personalità di MacFarlane ha portato quindi le atmosfere dissacranti e politicamente scorrette dei suoi prodotti in un film live-action di prossimo arrivo nelle sale italiane, che avendo avuto la fortuna di visionarlo in anteprima, m'appresto a recensirvi l'ultima chicca targata Universal, Ted.


La storia di Ted, ha in incipit fiabesco: nel Natale del 1985, il piccolo John Bennet, schernito dai coetanei e condannato ad un'esistenza solitaria esprime in desiderio che l'orsacchiotto ricevuto in dono dai genitori si animi e diventi il suo miglior amico, rimanendo 'vittima' del consueto miracolo natalizio; l'indomani l'orso prende vita e inizia il suo rapporto d'amicizia con il bimbo rendendolo nel tempo una persona più sicura e confidente delle proprie capacità e in grado di costruirsi una vita sociale. Tuttavia da allora sono trascorsi molti anni, e nel 2012, Ted è cresciuto al fianco di John diventendo un concentrato di trasgressione, volgarità e cattive abitudini. Questo va in contrasto con la problematica accettazione dell'età adulta di John, trentacinquenne fidanzato da quattro anni con Lori che intenzionata a formare una famiglia con lui, lo mette di fronte ad un bivio: o lei, o Ted. 


Senza rivelarvi ulteriormente dettagli succosi della trama, è doveroso soffermarsi su come un plot abbastanza banale, trito e ritrito tipico dei film per i più piccini e famiglie, possa dar vita a innumerevoli situazioni esilaranti se trattato senza filtri: accantonate le atmosfere fiabesche alla Toy Story, ciò che fa impazzire di Ted sono quel concentrato di spudorata sincerità ed umanità che lo rendono protagonista di sconcerie e aneddoti farciti di cultura-pop (i più grandicelli adoreranno i riferimenti a Flash Gordon), il fatto che come avviene per Brian il cane dei Griffin, Ted nonostante la sua natura prettamente fantastica ed irreale, venga trattato da tutti come una sorta di ex-star consumata perfettamente integrata nella società umana; un qualcosa di cui non stupirsi più -segno di come l'essere umano tenda nel tempo ad abituarsi allo straordinario considerandolo ordinario in favore di nuove mode-. Proprio come nei prodotti tipici di MacFarlane le situazioni citate nel film subiscono l'instant flahback, stratagemma usato di recente anche in diversi prodotti mediatici come sitcom quali Scrubs ed How I Met Your Mother, oltre che gag che traggono la propria forza nel botta e risposta e raramente sfociano nel nonsense demenziale di cui è farcita la comicità facile tipica delle americanate. Per quanto la storia sappia ben distribuire comicità smisurata, azione, sentimento e persino atmosfere di suspance e dramma, ci sono tuttavia alcuni errori di gestione basilari che impediranno al film di essere considerato un capolavoro nel suo genere: in primis la sbagliata manovra mediatica che spinge il titolo ad essere una trasposizione con attori in carne ed ossa delle serie di MacFarlane, quando la formula di un episodio di poco più di venti minuti difficilmente riuscirà a mostrarsi azzeccata e vincente in quasi due ore di pellicola, in secondo luogo ma non meno importante, per apprezzare interamente tutte le chicche e i rimandi nel film, dovete tassativamente essere nerd o comunque aver una buona conoscenza del sistema televisivo americano e delle passate opere di MacFarlane (ad esempio, la lotta fra Ted e l'anatra James Franco è un chiaro richiamo alla sfida fra Peter e il Pollo Gigante), seppur non escluda che nel corso dell'adattamento italiano alcuni nomi possano subire variazioni come già successo in passato. In ultimo, è opportuno specificare che questo titolo è prettamente nello stile del cartoonist, e che se non avrete apprezzato le sue produzioni animate e il suo approccio a personaggi e storie, difficilmente vi farete rapire dalla pellicola.


Da un punto di vista artistico, c'è da rimanere soddisfatti: è divertente e quanto pià sfizioso vedere il serissimo actionman Mark Wahlberg (The Departed, Contraband) vestire i panni di un -concedetemelo -cazzone sulla trentina che non vuole saperne di crescere, una sensuale Mila Kunis (Max Payne, Amici di Letto) che sa prendersi in giro nelle situazioni più disparate, uno straordinariamente inquietante Giovanni Ribisi (Friends, My Name is Earl) nel ruolo del villain e lo stratosferisco Seth MacFarlane che oltre che scrivere la sceneggiatura darà la voce a Ted. Un ottimo lavoro la fa anche la CGI, pulita e senza sbavature nelle animazioni di Ted così come scarna e piuttosto grezza nel replicare alcuni flashback a tema, molto buone anche le tracce strumentali sempre appropriate ai toni.

 

Ted è stato esattamente cosa ci si aspettava: salvo qualche insicurezza alla regia e ingenuità nella sceneggiatura in un paio di scene, MacFarlane confeziona un film divertente, con diversi spunti di riflessione, momenti drammatici e una morale di fondo fiabesca, ostentando volgarità senza cadere nel grottesco. Un film riuscito, completo e ricco di colpi di scena dall'inizio alla fine che saprà intrattenervi fino all'ultimissima scena. Speriamo in un buon adattamento italiano.


venerdì 13 luglio 2012

2x42 - Per il potere di Grayskull!

Avete già messo "Mi piace" alla pagina ufficiale Facebook del blog? Come? Non ancora?! Beh, allora i reduci degli anni "80 avranno un motivo in più per farlo ora, visto che vi troveranno all'interno in contemporanea con la pubblicazione americana, il primo volume della nuovissima graphic novel tratta dal franchise di successo He-Man and The Masters of the Universe.


Che cosa? Credete di conoscere già la storia?
Beh, avrete modo di ricredervi! Il bellissimo remake realizzato da DC Comics, non solo riporta lo stile di disegno agli albori presentando un tratto pulito e fedele all'originale, ma vi presenta una trama inedita e completamente nuova con azione al cardiopalma, misteri ed atmosfere che oscillano dal fantasy all'horror!

Per cui cliccate a questo link, mettete "Mi piace" e tenetevi pronti a fare ritorno ad Eternia!

martedì 10 luglio 2012

2x41 - Il remake dei Thundercats è davvero figo

Adesso non avrete neanche motivo di leggervi la recensione, visto che il mio pensiero dopo aver visto l'episodio pilota lungo un'ora è racchiuso nelle poche parole nel titolo del post, ma se volete capire il perché le ho scritte, vi consiglio caldamente di mettervi comodi e leggere quanto segue.

Se siete piccoli (non dico giovane perché sono ad un passo dai trent'anni e sono estremamente giovane!), nella migliore delle ipotesi, la sopra citata serie l'avete a malapena sentita nominare, eppure i popolari personaggi originariamente creati da Tobin Wolf e portati sul piccolo schermo dalla Rankin/Bass sono diventati icone pop di culto in America negli anni "80, generando una lunga e fortunata serie televisiva, un film per la tv, una lunga serie a fumetti, dei romanzi, videogiochi ed una smodata serie di action figures. A distanza di oltre venticinque anni da allora, è giunto il momento per i felini di tornare in tv.


Da generazione, i Thunderian hanno vissuto nel Regno di Thundera. Di generazione in generazione, la Spada della Veggenza viene tramandata ai figli legittimi del re, sprigionando se impugnata con la giusta determinazione prepotenti fulmini in grado di sbaragliare il nemico. Quando un violento esercito di Lucertole guidato da Mumm-Ra e Grune il Distruttore rade al suolo l'impero, i pochi Thundercats sopravvissuti capitanati dal principe Lion-O fugge nello spazio alla ricerca del Libro della Veggenza e della leggendaria tecnologia che potrebbe aiutarli a vincere nella guerra contro i terribili avversari. Sono stato piuttosto sommario nel presentarvi la trama perché la storia è davvero interessante e sviluppa notevoli colpi di scena, motivo per cui sarebbe un peccato rovinarvela in qualche riga di recensione. Amalgamando alla perfezione atmosfere fantasy a sci-fi, vi troverete di fronte ad una vera e propria epopea che grazie all'eccellente realizzazione tecnica, piacerà anche ai più piccoli. A curare la produzione animata del remake in onda su Cartoon Network, è infatti lo Studio 4C (Spriggan, Animatrix, Berserk: Gli Anni d'Oro) che dona un restyle totale dall'ambientazione ai protagonisti, alle fluidissime animazioni nelle concitate scene d'azione che rendono il prodotto molto al di sopra della media. Senza lodi particolari la colonna sonora svolge il suo compito senza sfornare tracce particolarmente memorabili, molto buono invece il doppiaggio italiano.


Thundercats è una serie cult che merita almeno un'opportunità in questo suo ringiovanimento. Molto probabilmente i fan storici non apprezzeranno questo cambio di rotta nel design che rende la muscolatura dei personaggi meno voluminosa e i loro lineamenti più dolci, ma che manterrà intatti fascino e carisma.

sabato 7 luglio 2012

2x40 - The Amazing Spider-Man? Tanto Spectacular, poco Ultimate

Il mio senso di ragno pizzicava in modo esorbitante qualche giorno fa, in coda alla biglietteria per la prima del nuovo film incentrato sulle gesta del nostro simpatico Uomo Ragno di quartiere, e se dapprima pensavo fosse mero entusiasmo, man mano che il film proseguiva, ho avuto modo di percepire indistintamente il pericolo... ma andiamo con ordine.


Come tutti saprete, dopo la dipartita di Sam Raimi, il quarto e il quinto capitolo delle avventure cinematografiche dell'arrampicamuri, sono venute a meno. Per molti ciò è una pessima notizia, visto che la trilogia realizzata da Raimi è stata oltre ad essere quella che ha inaugurato il fortunato e longevo sodalizio fra cinecomics ed Hollywood, una trasposizione molto buona e senza sbavature (tranne qualche scivolone nel terzo capitolo) del personaggio creato da Stan Lee; d'altro canto Raimi che è da sempre affezionato al primo Spidey, non ha mai digerito i nuovi avversari, al punto che dopo aver bistrattato il personaggio di Venom, era intenzionato a introdurre l'Avvoltoio come main-villain e presentarlo come padre di Peter: lo so, ora è il vostro senso di ragno ad impazzire. Ecco perché l'approccio del nuovo regista, Marc Webb (nessuna b di troppo nel cognome, del resto mica è un nome d'arte) decide di distaccarsi dall'approccio classico al personaggio prendendo per esempio l'ultima incarnazione a fumetti ispirat al protagonista: paradossale quindi che The Amazing Spider-Man sia in realtà ispirato ai primissimi volumi de Ultimate Spider-Man. Questa premessa è necessaria perché l'universo Ultimate gioca un'importanza incredibile per la casa delle idee visto che a partire dal nuovo millennio, visto che riscrive completamente le origini dei personaggi di ieri ai giorni d'oggi e rendendoli accessibili anche ai lettori più giovani e freschi, che altrimenti con decenni di storie alle spalle, non avrebbero la più pallida idea di dove cominciare.


E' in questo contesto che Tobey Maguire viene rimpiazzato da Andrew Garfield (The Social Network, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo), offrendo un modello più sbarazzino ed ispanico, cosa che può far storcere il naso ai tradizionalisti, ma non certo chi legge le ultimissime storie dell'universo ultimate, dove come abbiamo avuto modo di parlare qualche tempo fa, Parker è stato sostituito da un giovanissimo ragazzo di colore, Miles Morales, nel corso della sua seconda stagione ufficiale. La prima cosa che viene spontaneo notare è il cambiamento del contesto famigliare di Peter: vediamo i suoi genitori per la prima volta, scopriamo che suo padre, Richard, era uno scienziato che lavorava sulla combinazione genetica di due specie differenti e che è costretto alla fuga proprio a causa dei suoi esperimenti, con il conseguente abbandono del ragazzo agli zii. Questa cosa influirà molto sulla crescita comportamentale e spirituale dello stesso Peter che una volta adolescente, decide di mettersi alla ricerca della verità sui suoi genitori, entrando in contatto con un collega di lavoro del padre, lo scienziato Curt Connors ora a lavoro sul medesimo progetto del padre. La sete di sapere di Peter lo porterà dapprima al fatidico morso del ragno radioattivo nel laboratorio della Oscorp, e successivamente ad esternare la sua personalità e la voglia di rivalsa di un nerd che non ne può più dei soprusi da parte dei soliti prepotenti, portandolo a ribellarsi alle stesse figure genitoriali che erano gli zii. Sapete già se avete letto fumetti, visto cartoni animati, film o giocato videogame di origini, che destino spetta al povero Ben, interpretato qui da un convincente Martin Sheen (Spawn, Apocalypse Now); eppure questo film va soprendentemente al di sopra del classico "da grandi poteri derivano grandi responsabilità", anzi, per quanto l'ovvio tema essendo un film di origini venga tassativamente toccato, quello portante è "tutti i segreti hanno un costo". E' un segreto il fatto che il Dr. Connors testi su di sé il siero creato dall'algoritmo che Peter con l'aiuto dei documenti di suo padre, è riuscito a risolvere, diventando Lizard, è un segreto con i suoi zii il morso del ragno che lo ha cambiato per sempre, ed è soprattutto un segreto con la bella ed intelligente Gwen Stacy, interpretata da una dolce e fascinosa Emma Stone (Benvenuti a Zombieland, Gangster Squad) e i conflitti con suo padre, comandante capo delle forze di polizia.


Il film lancia multiple storyline ad intreccio e tanta carne al fuoco, concentrando i contenuti in poco più di due ore, come neppure la scorsa trilogia era riuscita a fare: moltissima è l'azione che si respira, frenetiche e concitate le scene di battaglia, eppure qualcosa non torna. Il nuovo Parker riesce ad essere dinamico, scherzoso e irriverente proprio come quello dei fumetti, cosa in cui non era riuscito quello di Raimi, ma a tratti è serioso e troppo cupo, dark, quando per forza di cose, Spider-Man non può essere Batman. Snaturata anche la personalità di Connors, trasformato in un megalomane che neanche si credesse Godzilla scala la torre più alta della città allo scopo di contaminare l'intera Manhattan con il siero che tramuta tutti in lucertoloni, rimane adorabile Gwen anche se fa sorridere l'idea di aver scelto la Stone per interpretarla, attrice notoriamente rossa naturale e probabilmente più consona a vestire i panni di Mary Jane, così come il divertentissimo cameo di Stan Lee, contro ogni aspettativa, assolutamente assente la figura di J.Jonah Jameson, ma trattandosi di un film di origini, può starci. 


The Amazing Spider-Man riparte da zero e lo fa cambiando tutto o quasi: dai suoi protagonisti al costume, dai toni dei dialoghi allo svolgimento della storia. Purtroppo è un prodotto riuscito a metà che deluderà i fan storici del ragno e potrebbe invece intrattenere i più giovani: combattimenti acrobatici ed adrenalinici come nel fumetto la fanno da padrone insieme a battute taglienti, ma alternandosi a toni decisamente troppo drammatici, dark e complottisti che possono incuriosire lo spettatore ma si distaccano dal tema portante delle storie a fumetti su cui si sorregge il personaggio. Contrariamente ad ogni aspettativa, il nuovo cast convince molto, a differenza della regia che in maniera sbrigativa ha la pretesa di raccontare troppo ed approfondire tutto, rendendo la normale sequenza di eventi poco gustosa e talvolta prevedibile. Ad ogni modo se avete visto la scena dopo i titoli di coda, sapete che c'è ancora una questione in sospeso, e il pronostico di un sequel è solo una realtà ufficiosa, che attende di divenire ufficiale.

martedì 3 luglio 2012

2x39 - Smallville continua a fumetti e presenta Batman

 
Se siete degli appassionati di Superman, icona storica del supereroe americano per eccellenza, allora non vi sarete sicuramente persi la fortunata e longeva serie tv che ne riscrive le giovani origini, Smallville. Nella serie prodotta da Warner Bros e con protagonista Tom Welling nei panni dell'adolescente Clark Kent, veniamo a conoscenza del lungo (ed inedito) cammino che ha portato Kal-El a prendere consapevolezza delle proprie capacità ereditate dal suo passato e del proprio destino che cambierà il suo futuro. La serie che riscrive la storia introducendo nuovi personaggi e sovvertendo l'ordine degli eventi, è tuttavia legata a limiti di budget, un rating inferiore e schemi televisivi piuttosto precisi: Clark non scoprirà subito i suoi poteri ne le proprie origini aliene, spesso ci si troverà di fronti a triangoli amorosi e gelosie problematiche in grado di far impallidire Gossip Girl o One Tree Hill, come ogni teen-drama che si rispetti. Dopo un percorso lungo dieci anni, è arrivato il momento che tutti i fan aspettavano con trepidazione: Clark è giunto a Metropolis, innamorato come non mai di Lois Laine, ed è finalmente venuto per lui il momento, di indossare la tuta blu con la famosa S e il mantello rosso. Ma è proprio in quel frangente che la serie tv termina lasciando con l'amaro in bocca i fan storici di Superman.


Non fraintendetemi: anche a me spiace non aver potuto ammirare più a lungo Welling vestire i panni dell'uomo d'acciaio, ma dovevamo aspettarcelo visto che la serie aveva lo scopo di narrarci il percorso di crescita e maturazione di Clark fino all'accettazione del suo ruolo nell'universo, quindi era normale che la serie qui terminasse. Dall'altra parte i più maliziosi sospettano che concludere la serie così implichi la consapevolezza che l'addentramento a pieno nel Super-Universe imponga battaglie al cardiopalma in volo, nello spazio e a colpi energetici ed esplosioni, difficilmente gestibili con il budget destinato ad una serie tv. Motivo per cui, come già fu fatto ai tempi con altri serial del medesimo network quali Buffy: The Vampire Slayers e Fringe, si è pensato di continuare la serie tv con un fumetto ufficiale, la cui sceneggiatura è scritta niente poco di meno che da alcuni produttori esecutivi e showrunner del drama televisivo. Con il titolo semplice ed intuitivo Smallville Season #11, il filone narrativo della serie tv trova quindi il naturale prosequio, ripartendo proprio da dove la storia su schermi terminava, senza più problemi di budget e ascolti, e guadagnandosi soddisfacenti riscontri di critica e pubblico, aggiudicandosi anche il primato del digital comic più scaricato fra le serie DC Comics. E proprio dallo sconfinato universo di personaggi della DC, Smallville ha preso in prestito diversi personaggi a far da special guest-star a Supey: da Freccia Verde ad Aquaman, da Impulso a Cyborg, da Supergirl a Booster Gold. Un grosso nome manca all'appello, ma ecco che fa la sua spettacolare comparsa nel quinto volume della novel, di chi stiamo parlando? Batman.


Della trama della storia in questione ci è dato sapere poco se non che un vigilante conosciuto come Batman sta seminando il terrore fra i bassifondi, cercando l'assassino dei suoi genitori. E' chiaro sin dall'inizio che il personaggio ha subito un restyle come avvenne per lo stesso Kent, complici il nuovo costume e un'inedita Nightwing donna al suo fianco, al posto di Robin. Per sapere cosa scatenerà all'interno della serie un incontro di queste proporzioni non rimarrà che attendere la pubblicazione italiana della storia.

lunedì 2 luglio 2012

2x38 - Berserk torna al cinema, e convince a metà

Quale problema non affligge un lettore di comics ma affligge un lettore di manga? Non sono posseduto dallo spirito di Edward Nigma, ma voglio far capire a quella fetta di lettori del made in USA quanto può essere stressante seguire una serie pubblicata in Italia ancora in corso in Giappone: i volumi escono a cadenza trimestrale in patria, e giungono da noi solo con diverso ritardo, aggiungete il fatto che non si hanno diversi autori al lavoro sulla stessa serie, ma uno solo con uno staff di aiutanti al suo seguito. E con queste prerogative ci si può imbattere in tre tipi d'autori: il cagionevole, come ad esempio Toshihiro Togashi, che a causa di problemi di salute, da anni rende discontinua la pubblicazione di Hunter X Hunter, il megalomane, fra cui spicca Kazushi Hagiwara, che anziché disegnare i nuovi capitoli del suo Bastard!! si perde nei più bizzarri progetti quali storie hentai realizzate sui suoi personaggi, e lo svogliato, Kentaro Miura, che fra bighellonamenti vari tra anime, manga e videogames, raramente ci fornirà la conclusione di Berserk in tempi utili. E proprio attorno a quest'ultimo manga, un po' per celebrare il titolo e un po' forse per tenere vivo l'interesse dei lettori a causa dell'eccessiva lentezza dello stesso, si è deciso di realizzare una trilogia cinematografica incentrata sul primo lungo arco narrativo della serie, ho visionato per voi il primo di essi e mi appresto a raccontarvelo.


La trilogia prodotta da Warner Bros porta il titolo de Berserk Ōgon Jidai-Hen, che letteralmente potremmo tradurre come Berserk: Gli Anni d'Oro, e il primo capitolo della stessa ha il sottotitolo L'Uovo del Re Conquistatore. Non intendo prolungarmi troppo sulla trama di uno dei manga più datati nel bel paese che vanta numerose edizioni e ristampe, ma per i pochi che ancora non avessero letto, darò un accenno di quanto accade nel film: in un'epoca medievale che non ha nulla da invidiare ai fantasy più noti, i regni combattono con i rispettivi eserciti al solo scopo di espandere il proprio dominio sul territorio nemico. Quando un esercito è notevolmente inferiore alle fila nemiche, è uso e costume per il suo sovrano ingaggiare dei mercenari per combattere la propria guerra, Gatsu è uno di questi: un ragazzo spocchioso, presuntuoso e scontroso, armato da una spada molto più grande di lui e da una rabbia in combattimento che lo rende temibile per qualsiasi motivo. Proprio a causa di questa sua caratteristica viene notato da Grifis, affabile e fascinoso stratega militare a comando de l'Armata dei Falchi, un gruppo di abili mercenari che decide di reclutarlo per diminure le distanze che lo separano dai potenti e le nobilità.


Se siete fan dell'opera, avrete avuto modo di notare come il design del manga appaia più vivido e fedele in quest'adattamento cinematografico a dispetto dalla già eccellente serie tv: il punto forte della pellicola è senz'ombra di dubbio l'impeccabile realizzazione tecnica che presenta personaggi dettagliati sia nelle scene in primo piano così come quelle in secondo piano e non fruibili ai fini della trama, ineccepibili ed epiche le scene di combattimento specie se numerosi, con un'elevata presenza di animazioni differenti e realistiche a seconda dell'azione (quasi come se ci fosse stato un lavoro di motion capture), il tutto realizzato in cel-shading mentre si offrono maestose e spettacolari location realizzate con con animazione tradizionale d'altissimo livello. La stessa cosa possiamo dirla per la colonna sonora variegata e mai a sproposito, con tracce particolarmente sentite ed azzeccate; non ultimo il buon doppiaggio che regala interpretazioni caratteristiche e perfettamente in tono alla personalità dei personaggi. Strabiliante la dedizione e la cura per i particolari delle animazioni realizzate dallo Studio 4°C.


Eppure, la golden age di Berserk ci ricorda proprio che non è tutto oro quel che luccica: questo film adattando la prima parte del manga, si auspica che sia visibile e godibile ad un pubblico che il manga non l'ha proprio letto, eppure, proprio questa fetta di pubblico rimarrà sbigottita. Sono state infatti tagliate per intero alcune scene chiave volte alla caratterizzazione e ai legami dei personaggi: il passato di Gatsu, il protagonista è completamente scomparso ad eccezione fatta di un flashback in sogno dello stesso, che comunque essendo molto confusionario non permette di far trapelare cosa ha dovuto passare il ragazzo e per quale motivo questi è cresciuto con quell'abilità con la spada e quella rabbia che manifesta in battaglia andando in un vero e proprio stato di berserk da cui prende il titolo l'opera, così come il rapporto che lo fa accettare dal resto dei membri dell'Armata dei Falchi, che dapprima non tolleravano minimamente la presenza del nuovo ingresso tanto desiderato dal loro capo, Grifis. Un vuoto narrativo di tre anni cancellato in pochi secondi, che lascia interdetti i fan dell'opera e che con probabilmente solo mezz'ora di più avrebbe saputo rendere questo film, un sicuro capolavoro. Tuttavia, non è detto che la scelta registica attuata da Toshiyuki Kuuboka non possa dar i suoi frutti, decidendo di inserire nuovi aneddoti nei capitoli a venire -magari anche raccogliendo il dissenso di molti sostenitori accaniti della pellicola- ma adesso è presto per giudicare.


In attesa del secondo capitolo e di una prima localizzazione audio in italiano che ricordiamo: è certa, in quanto ufficializzata proprio dalla stessa Warner, posso tranquillamente affermare che Berserk Gli Anni d'Oro I: L'Uovo del Re Conquistatore è un titolo riuscito a metà, un'ottima realizzazione tecnica non sopperisce i vuoti narrativi lasciati nella stesura della rilettura di questa sceneggiatura. Sicuramente da guardare per tutti i fan del manga originale e del fantasy occidentale, sebbene l'idea che questo prodotto risulti gambizzato nella sua interezza purtroppo rimane, e lascia l'amaro in bocca.

domenica 1 luglio 2012

2x37 - Disney e Marvel fra sequel e nuovi brand, all'assalto dei cinema

Se pensavate che ultimamente stessi latitando a causa del caldo, è il caso sappiate che... avevate ragione da vendere. Le dita sudano sbavando l'inchiostro sui volumi, la console a momenti decolla prima dei savepoint, il pc si sta sciogliendo e io con lui; ma siccome è sabato sera ed io da buon Nerd (la maiuscola è d'obbligo) lo trascorro a casa, eccomi qui a disquisire su panel, rumour e quant'altro riguarda l'universo cinematografico Marvel.

Dal Cinè 2012 di Riccione arrivano conferme ufficiali che prima erano solo ufficiose: Disney Studios ha infatti presentato i loghi ufficiali inerenti ai franchise di maggior successo, quali Iron Man 3, Thor 2, Captain America 2 e la pellicola corale che riunisce i singoli protagonisti delle pellicole, The Avengers 2. Ma è dall'America che arrivano le grosse novità: LatinoReview comunica niente poco di meno che i Marvel Studios e Paramount sono a lavoro su una mole spropositata di nuovi franchise da collegare alla serie principale, e sempre secondo i rumour che la webzine rilascia, i personaggi chiamati in causa sarebbero i seguenti: 


- I Guardiani della Galassia: si tratta di un gruppo di supereroi extraterrestri che si occupa di garantire la pace nello spazio (qualcuno ha nominato Il Corpo delle Lanterne Verdi?) in un futuro lontano; a causa dei legami che il gruppo ha con il personaggio di Thanos, prossimo villain mostrato nella scena dopo i titoli di coda del film The Avengers, il gruppo potrebbe ritornare indietro nel tempo come nella serie a fumetti originale e interagire coi Vendicatori per fronteggiare insieme una minaccia comune. Confermato anche da Variety ed Hollywood Reporter, il film dovrebbe uscira al cinema il 14 maggio 2014;
- Pantera Nera: uno dei primi supereroi di colore, narra le vicende di T'Challa, figlio del Re del Wakanda, ricco paese africano ricolmo di miniere di vibranio, un minerale particolare in grado di assorbire e convogliare energia cinetica. Il lato felino e dark del personaggio garantirebbe una presenza di sicuro rilievo all'interno di un gruppo che non ha ancora un personaggio con questo carisma;
- Dottor Strange: conosciuto come lo Stregone Supremo o il Signore delle Arti Mistiche è uno dei pochissimi supereroi dell'universo Marvel, a non usare poteri mutanti, abilità fisiche e telecinetiche innate, ma arti magiche. Diventerà uno dei membri più importanti degli Illuminati, organizzazione segreta istituita da Tony Stark;
- Ant-Man: Brillante scienziato, sviluppa un siero miniaturizzante che gli permette di assumere le dimensioni di una formica -da qui il suo alterego supereroistico- e in grado di manovrare a proprio piacimento la volontà degli insetti scaraventandoli contro il nemico. Membro storico degli Avengers insieme a Wasp, il personaggio sarebbe dovuto comparire già nel primo film, ma la Marvel nutre serie riserve su come fare ricorso in modo credibile al personaggio nel contesto cinematografico ad oggi creato.


Finito qui? Niente da fare, la collaborazione fra Marvel Comics e Walt Disney continuerà in un nuovo progetto che ruota attorno stavolta ad un film d'animazione, incentrato sulla graphic novel Big Hero 6, la storia di un team di sei eroi con storie e poteri differenti uniti dal governo giapponese per formare una super-squadra in grado di intervenire nei momenti di crisi. Honey Lemon, l'agente segreto esperta di nanotecnologia, GoGo Tomago, un ex detenuta capace di tramutare il suo corpo in fuoco, Hiro Takachico, un tredicenne dotato di un’intelligenza straordinaria, Baymax, un’entità sintetica creata da Hiro come progetto scientifico scolastico, Silver Samurai, un mutante giapponese con poteri sovrannaturali, e Wasabi-No-Ginger, uno chef che usa i suoi coltelli per combattere. Vuoi per il contesto nipponico che per il verso che il titolo fa ai manga amalgamandoli ai comics americani, la godibilissima serie si presenta come una ventata d'aria nuova in mezzo a tanti cinecomic, prestandosi volentieri alle amorevoli cure di Pixar.

Gasati? Il vostro senso di ragno è impazzito? Se ora fa caldo, preparatevi a sudare di fronte alle atmosfere bollenti che respireremo tra un mese ai panel ufficiali del ComiCon!

lunedì 18 giugno 2012

2x36 - Saint Seiya ha il suo Dragonball GT?

La domanda che apre il post è più che legittima. Se siete fan di animazione giapponese e non sapete che la leggendaria serie Saint Seiya, meglio conosciuta in Italia con il nome de I Cavalieri dello Zodiaco, ha passato il testimone ad una nuova generazione di eroi, evidentemente vivete sulla luna. Saint Seiya Ω (sì, faccio il saputello, si legge Omega), è la nuova produzione animata realizzata da Toei Animation.


La serie, si svolge in un futuro in cui alberga la pace: quando su un'isola greca del Mediterrano, compare Marte, Dio della Guerra rappresentato da un'entità di cosmo, attaccando Saori Kido, incarnazione umana di Athena. A salvarla lei e il neonato che accudiva, Kouga, compare Seiya, non più ad impersonare il Bronze Saint di Pegasus, ma il Gold Saint del Sagittario. Diversi anni dopo Seiya è scomparso, Kouga è cresciuto ed addestrato da Shaina, e Marte torna al suo attacco: la divinità combatte nuovamente Athena, Kouga espande il suo cosmo per difendere la donna, risvegliando il cloth di Pegasus; ma gli sforzi del ragazzo non sono sufficienti a sconfiggere il nemico, che rapisce Saori. Ha così inizio il viaggio di Kouga al salvataggio della dea che lo porterà da Palaestra, Accademia d'addestramento per Saint dove farà la conoscenza di pericolosi avversari e validi compagni, oltre al consueto percorso di crescita dell'eroe tipico di questo genere di produzioni shonen.

La serie ha subito diviso i fan in due fazioni: da una parte i delusi, essendo un prodotto originale e che non vanta minimamente il coinvolgimento dell'autore del manga, Masami Kurumada ne del designer dell'adattamento animato della serie storica, il compianto maestro Shingo Araki (Lady Oscar, Rocky Joe, Lupin III). Probabilmente a ciò sono dovute le numerose incongruenze con la serie originale e le innovazioni introdotte, che hanno fatto storcere il naso ai fan più datati; dall'altra gli entusiasti nel vedere finalmente in mezzo a tanti spin-off un sequel che per quanto ambientato in imprecisati anni nel futuro, si ricollega comunque alla linea temporale della serie classica, a differenza di Episode G e Lost Canvas.


La domanda che i miei lettori ora si staranno ponendo è: io da che parte mi sto schierando? La risposta è: fra coloro che ne sono entusiasti! Non fraintendete, sono il primo ad esercitare molte perplessità su alcune scelte, ma andiamo con ordine: una decina di anni fa, i saint erano morti e sepolti in Giappone, l'arrivo con forte ritardo della serie storica in America, riaccese l'interesse commerciale della serie, motivo per cui Shueisha e Bandai si misero al lavoro per realizzare i titoli paralleli alla saga principale sopra citati, così come Toei lavorò alla realizzazione degli OAV dedicati all'ultima parte del manga, mai adattata in animazione: Hades Chapter. Da allora numerosi progetti legati ai cavalieri furono introdotti, il film prologo al Capitolo dei Cieli, il Tenkai-Hen, il nuovo manga tutt'ora in corso, Next Dimension, e per festeggiare gli anni d'argento di Pegasus & Co. anche quest'ultima serie. Il richiamo commerciale lo si evince dal cambio di registro nella narrazione, nel design dei personaggi molto più simile alle Pretty Cure (ed infatti ha lavorato ad Heartcatch Precure!), così come delle armature molto più minimal e simili a tute aderenti; e parlando di armature, scordate i pesantissimi scrigni da trasportare sulle spalle, ora esistono le Cloth Stone, pietre ed amuleti che contengono i cloth. L'influenza delle opere più moderne è poi evidente: da Palaestra che fra esami a squadre e tornei interni richiamano molto Naruto, al personaggio di Haruto (nome curioso!) primo Saint Ninja che utilizza tecniche di manipolazione degli elementi. A proposito di elementi, lo sapete che in quest'epoca è indispensabile scoprire e padroneggiare il proprio per prendere parte ai combattimenti? Ebbene sì, sono rispettivamente stati introdotti fuoco, acqua, vento, fulmine, terra, luce ed oscurità.


Dunque, che fine hanno fatto gli estenuanti addestramenti? I crudeli combattimenti e le prove di rara crudeltà? Queste atmosfere candide e cariche d'amicizia, hanno intenerito il franchise? Probabilmente sì, ma il prodotto è destinato principalmente ad una nuova generazione e non la stessa degli anni "80, sebbene siano molti i richiami alla stessa: dal comparto grafico che in alcune pose e fermimmagine richiama molto lo stile di Araki a cui si ispira con l'intenzione di uniformare tradizionale e moderno a quello audio che ripresenta effetti sonori ormai iconici nella nostra memoria, quali il sibillio del cosmo che arde, i clot che si sprigionano ed armano il corpo, alla storica opening theme, Pegasus Fantasy, in un nuovo arrangiamento sia strumentale come tema di Kouga, il neoprotagonista e cantata in duetto dai Make-Up e una nuova voce femminile, al ritorno di Seiya della sua voce storica, Tooru Furuya (Ataru in Lamu, Yamcha in Dragonball) persa lungo il cammino delle divergenze fra direzione artistica e produzione animata.


Sì -direte voi- , ma a questo punto perché citare Dragonball GT nel titolo del post? Semplice, come i fan del manga originale di Akira Toriyama sapranno, il suo autore si è occupato semplicemente di curare il design dei personaggi e non della stesura della sceneggiatura dell'opera: ne è scaturito un eccellente lavoro da un punto di vista puramente tecnico, ma impietoso e fin troppo celebrativo ed autocitazionistico a discapito di un paio di buone trovate gestite tuttavia malissimo, che hanno reso l'opera una parodia di sé stessa. Fortunatamente Saint Seiya Ω ha suscitato quel senso di deja-vu solo parzialmente, ma è altrettanto vero che quest'opinione l'ho sviluppata avendo visto solo 12 dei 52 episodi e che tal parare sarebbe il caso di esternarlo a opera completata. Ad oggi posso dire che con Saint Seiya Ω si poteva sicuramente fare molto di più, ma a parte alcuni cambiamenti inspiegabili ed alcune innovazioni discutibili ed evitabili mantiene intatte le atmosfere che hanno reso celebre il prodotto, svecchiandolo e rendendolo non solo più giovanile nel suo spirito creativo ma anche ringiovanendo il target a cui è rivolto. Difficilmente questa rilettura dell'opera potrà soddisfare i fan della serie storica ora trentenni, poiché essa è rivolta agli adolescenti di oggi, figli delle serie di ultima generazione, motivo per cui questa assume toni più scanzonati e mainstream, abbandonando i caratteri tipici delle opere Kurumadiane ed anche la poesia di cui sono intrisi i capolavori di Araki. Tuttavia, se riuscirete a mantenere un'oggettività senza contaminazioni esterne e valuterete l'opera per quello che è e non per l'eredità che trasporta, potrebbe rivelarsi un passatempo godibile che di tanto in tanto farà ardere il vostro Cosmo.

giovedì 14 giugno 2012

2x35 - Scans e Facebook

Questo punto di ritrovo nasce col presupposto di raccontarvi ciò che mi piace. Young Justice come ho avuto modo di raccontarvi qualche tempo fa, è una serie animata che mi è piaciuta molto, così spinto dalla curiosità ho fatto ricerche qua e là, ed ho scoperto che parallelamente alla messa in onda in tv, gli stessi showrunner hanno realizzato una serie a fumetti originale inedita nel nostro paese. Potevo lasciarla al solo fortunatissimo pubblico americano? Assolutamente no, motivo per cui riprendendo mano al mio inglese, ho deciso di tradurla e renderla fruibile a tutti i fan delle sidekicks più famosi della DC Comics.


Dove potete leggere le storie di Robin, Superboy, Kid Flash e compagnia? Dovrete fare lo sforzo di mettere "Mi piace" alla pagina ufficiale Facebook del La Teoria delle Stringhe, ed aiutarmi a crescere!

Queste scanlation sono distribuite gratuitamente senza alcuno scopo di lucro. La distribuzione delle stesse dovrà cessare non appena la pubblicazione avrà luogo in Italia. Se avete pagato per questo prodotto, siete stati truffati. So che il disclaimer di turno gli addicted lo conoscono a memoria, ma tant'è.

domenica 10 giugno 2012

2x34: Crossover fra Spider-Man e The Avengers? Possibile...


Se fino a qualche ieri, il titolo del post poteva suonare come una candid camera, ora le cose sono radicalmente cambiate, ed uno spiraglio a tal proposito è stato aperto, ma andiamo con ordine: il motivo per cui fino ad ora non ci sono stati crossover Marvel, dipende semplicemente dal fatto che i diritti dei singoli personaggi sono stati distribuiti a diversi studios: X-Men e Fantastic Four appartengono a 20th Century Fox, Spider-Man a Sony e così via. Eppure, Marvel Studios si preserva il diritto di riscatto dei diritti, qualora la major che ne sia in possesso, non li sfrutta per tre anni, cosa che è avvenuta proprio in tempi recenti con The Punisher. Per questo motivo, lo scorso anno al ComiCon, il produttore cinematografico Avi Arad (Daredevil, The Incredible Hulk, Ghost Rider) aveva escluso nella maniera più assoluta questa possibilità, eppure a distanza di tempo, nel rilascio di un'intervista a Crave Online, le cose sembrano sensibilmente cambiate.


"Ogni cosa è possibile. Se succedesse qualcosa di simile, personalmente credo che sarebbe straordinario sia per Disney che per Sony. Dovremmo certamente trovare la storia giusta da raccontare e valutare in maniera opportuna le dinamiche tra i vari personaggi... ma l'idea di gestire più personaggi nello stesso universo si è rivelata vincente, motivo per cui siamo parallelamente al lavoro su Venom, che avrà come protagonista assoluto il personaggio di Eddie Brock." Continua poi Arad, "Il punto è che per fare dei film che uniscono più personaggi, bisogna prima aver creato il materiale di base, sia tecnicamente che creativiamente, in altri film che lo precedano: i film corali hanno modo di esistere se viene creato prima il singolo personaggio e la CGI che ruota attorno ad esso è già bella che pronta, altrimenti sarebbe troppo costoso".

Il ragionamento non fa una grinza: se The Avengers ha funzionato, dipende proprio dal fatto che Iron Man, Thor, Captain America ed Hulk, hanno avuto un approfondimento opportuno in singole pellicole grazie alla congiunzione dei Marvel Studios con la Paramount Pictures; presentare un cast di supereroi da zero senza aver il tempo di delinearne il giusto percorso caratteriale ed orientamento potrebbe risultare poco fruibile in termini creativi e produttivi oltre che difficilmente convincente e soddisfacente per il pubblico. Almeno sul piano teorico, visto che questa sarebbe la politica che Warner era intenzionata a concretizzare in maniera pratica, ordinando la sceneggiatura di un film sulla Justice League, della DC Comics. Di storyline fruibili al cinema per collegare questi personaggi, gli albi ne offrono a centinaia, ma il vero problema sarebbe più che altro convincere le major a spartirsi il bottino, visto che il successo Paramount è dovuto all'egemonia dell'allenanza dello stesso ai Marvel Studios.


Mentre supponiamo tutto ciò, una certezza c'è, ed è che The Amazing Spider-Man, reboot dell'arrampicamuri, uscirà nei cinema italiani il prossimo 4 luglio.

sabato 9 giugno 2012

2x33 - C'era una volta Chuck in Thor?

 Se il titolo vi ha spiazzati, è logico... ma tranquillizzatevi perché tutto ha un senso! Dopo il successo ottenuto da The Avengers al botteghino, è tempo di pensare al secondo step per i Marvel Studios, e fra le pellicole attualmente in lavorazione, spicca il secondo capitolo di Thor. Il film che si svolgerà quasi interamente ad Asgard, richiederà il ritorno in scena dei compagni del Dio del Tuono che già nel primo film combatterono al suo fianco contro i Giganti di Ghiaccio; il problema nasce dal fatto che uno di loro, il biondo Fandral non potrà partecipare al film poiché il suo interprete, Joshua Dallas, è impegnato nelle riprese della seconda stagione della fortunata serie tv Once Upon a Time - C'Era una Volta. L'attore che nella serie ricopre il doppio ruolo de il Principe Azzurro e David Nolan, ha ricevuto infatti il via libera da Disney per liberarsi dall'impegno cinematografico e continuare così a girare per ABC, mettendo in difficoltà Paramount nella ricerca di un valido sostituto. Tuttavia, secondo quanto riportato da Hollywood Reporter, parrebbe che il casting sia già terminato e che a vestire i panni di Fandral, sarà niente poco di meno Zachary Levi, famoso protagonista della serie Chuck, terminata solo lo scorso anno.


Come dite? Zach non assomiglia molto al personaggio? E' vero, ma non è niente che una parrucca, ed una sessione di make-up non possano aggirare. In attesa di maggiori conferme, vi ricordo comunque che Chris Hemsworth, Tom Hiddleston e Natalie Portman già visti nel primo capitolo, torneranno in Thor 2 nel 2013.