mercoledì 22 ottobre 2014

4x13 - Il Walzer di Gotham

Siamo al quinto episodio di Gohtam. Confermo quanto espresso con il quarto dicendo che la serie o è alla disperata ricerca di uno stile o è un amalgam di tutto e un po' e si diverte a disorientare lo spettatore. A Bruno Heller va riconosciuto il coraggio (o la sconsideratezza, me ce ne renderemo conto a posteriori) di non riproporre mai lo stesso format mettendo di volta in volta elementi differenti, la new entry della settimana? La superforza.


Senza fare spoiler, possiamo dire che la mitologia del Bat-Universe ha messo qualche tassello in più con l'entrata in scena di un elemento che molti me compreso, attendevano; tuttavia mi trovo costretto per l'ennesima volta a placare il mio ego da fanboy per difetti nella sceneggiatura che non possono davvero, non essere notati. È prerogativa di Gotham fare due passi indietro per ogni passo avanti, quindi gettatevi in questo ballo con me per capire cosa è funzionato in questa puntata...

- il rapporto tra Bruce ed Alfred: è davvero emozionante ed istruttivo, pregno di carisma e dialoghi interessanti;
- la caduta del Pinguino: ci è stato mostrato solo quattro episodi fa come l'ultimo dei lacché e nel giro di poco era diventata un'incredibile mente del crimine, c'era da chiedersi come fosse possibile che poco prima fosse la pedina sacrificabile... e infatti Maroni, meno psicopatico ma con più esperienza non ha perso tempo a fargli capire chi comanda. La sua escalation al potere sarebbe stata davvero troppo veloce;
- Nygma mostra ancora la sregolatezza tipica del genio, ma adesso se non altro parla come una persona normale e senza uso di enigmi ad ogni frase neanche fosse autistico;
- dopo il grottesco burtoniano ora tocca allo sci-fi con l'ingresso della superforza e di quegli elementi tipicamente fumettistici che ai lettori piacciono tanto, e gli effetti visivi sono stati curati discretamente bene.


... e cosa invece no:

- Bruce è furbo, scaltro, intelligente ed arguto: quando lo vediamo esplorare fascicoli, ritagli di giornale, studiare uno schema e interrogare un'adulta, vediamo Batman. Tutto molto bello, peccato che Bruce fino a qualche puntata fa e di conseguenza nella storia, poco più di un paio di mesi, era un semplice bambino come tanti altri e la sua evoluzione è troppo brusca e forzata per risultare credibile. L'unico modo per gestire bene questa evoluzione è mostrare tramite accenni e flashback magari con il padre Thomas, il perché Bruce avesse avuto da sempre questa precocità;
- Selina. Non aveva alcun motivo per trovarsi nella storia, c'è un'intera città da esplorare e in cui rubare, ma a quanto pare farlo davanti a Gordon e comparire a forza in una puntata in cui non era necessaria la sua presenza era inevitabile a fini narrativi... e vabbè;
- le indagini procedurali sono sempre ingenue, veloci ed elementari, e se è possibile chiudervi un occhio quando il cattivo della settimana agisce solo ed esclusivamente in fruizione della trama orizzontale, non è plausibile quando la verticalità procede per conto suo (da una parte il Viper, e dall'altra la diatriba Maroni/Falcone).


Fatico davvero a definire Gotham.
È un prodotto che sicuramente può piacere ad una parte di fan così come può deluderne un'altra, può intrattenere ed esaltare alcuni come può far storcere il naso ad altrettanti, ma dopo le premesse iniziali più che essere "la serie dell'anno" può diventare "il guilty pleasure dell'anno". Uscendo dalla soggettività dell'appassionato in cui il prodotto può benissimo soddisfare e piacere, nell'oggettività dello spettatore si evince che questo prodotto fatica a ritagliarsi un'identità costruttiva e a gestire con coerenza tutti i personaggi che forse troppo velocemente ha deciso di introdurre, ma si vede anche che Heller prova a correggere il tiro di volta in volta, spesso riuscendovi e spesso no, quindi prima di una sentenza definitiva è giusto continuare a seguire cosa succede a Gotham.

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