mercoledì 1 ottobre 2014

4x05 - The Normal Heart: lacrime ed indifferenza nella caccia alle streghe dell'omosessualità

DOVETE guardarlo. Seriamente, prendetevi un paio d'ore e guardatelo. Fatelo con la fidanzata, con il vostro miglior amico, con vostra sorella o coi vostri genitori, ma diavolo, fatelo. So che ora vi starete chiedendo "vedere che cosa?!" Ed io qui vi rispondo senza remore The Normal Heart, il nuovo tv movie di HBO, un piccolo gioiello che vi farà riflettere, arrabbiare e piangere.


 Prodotto e diretto da Ryan Murphy (già autore di Glee, American Horror Story e Nip/Tuck), il film si basa sullo screenplay autobiografico di Larry Kramer, che racconta della scoperta e della presa di consapevolezza dell'AIDS in America nei primi anni "80, e di come gli attivisti gay si ergano dall'emarginazione in cui lo stato li aveva rilegati per combattere le discriminazioni e il silenzio politico che vigeva su quella che si è poi rivelata la piaga virale dei tempi moderni. Ad interpretare questi guerrieri realmente esistiti e la loro crociata, sono stati chiamati in causa popolari nomi del cinema quali Mark Ruffalo, Julia Roberts ed Alfred Molina e del panorama televisivo quali Matt Bomer (White Collar, Chuck), Jim Parsons (The Big Bang Theory), Taylor Kitsch (Friday Night Lights)
e Corey Stoll (House of Cards, The Strain). 


 L'80% del compenso degli attori è stato devoluto a strutture mediche, istituti di ricerca, aiuto ai parenti delle vittime e campagne attiviste. L'esperienza narrativa per la spettatore è potente, emozionante e dolorosa in quanto senza mezzi termini viene sballottato da un contesto all'altro in cui si vede come la figura dell'omosessuale venga rilegata a quella della persona malata psicologicamente e fisicamente, in grado di infettare con la propria natura tutte le altre apostrofate come i "normali". Avete presente il binomio esseri umani e zombie? Murphy fa respirare qualcosa di molto simile in una realtà stavolta tangibile, dove gli infetti sono i gay e non creature di fantasia, e questo colpisce lo spettatore dritto al cuore. Infatti, non empatizzare con i personaggi e le situazioni è davvero impossibile, le prestazioni attoriali di Julia Roberts, Alfred Molina e Mark Ruffalo sono incredibili sebbene i riflettori vadano puntati su Matt Bomer che per offrire maggiore fedeltà ai fatti e credibilità al suo personaggio ha subito una vera e propria trasformazione perdendo 18 kg e rischiando il collasso sul set.
 

 Ryan Murphy racconta che scegliere prevalentemente un cast omosessuale serviva a rendere più credibile il tutto e a sensibilizzare l'opinione delle masse, perché se fa rabbrividire il comportamento che lo stato e la società aveva solo una trentina di anni fa, purtroppo ancora oggi esiste una grossa fetta di idiozia ed omofobia che non riesce ad accettare che l'amore non conosce sesso. Nel backstage viene rivelato che sul set non sono state usate lacrime artificiali, gli attori hanno pianto sul serio per più di mezz'ora, terminando le riprese con un abbraccio corale insieme alla crew.

 

The Normal Heart non è una pellicola leggera o spensierata, ma ripaga lo spettatore con gli interessi. Il livello del film è di caratura cinematografica, e l'approccio alle vicende è vivido e viscerale, ma questa produzione vincitrice fra le altre cose di Emmy, ha già avuto modo di dimostrare quanto sia effettivo il suo valore rendendola l'opera prima di Ryan Murphy nonché una visione OBBLIGATA per chiunque abbia un briciolo di sensibilità o buon gusto per il cinema.

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