sabato 7 luglio 2012

2x40 - The Amazing Spider-Man? Tanto Spectacular, poco Ultimate

Il mio senso di ragno pizzicava in modo esorbitante qualche giorno fa, in coda alla biglietteria per la prima del nuovo film incentrato sulle gesta del nostro simpatico Uomo Ragno di quartiere, e se dapprima pensavo fosse mero entusiasmo, man mano che il film proseguiva, ho avuto modo di percepire indistintamente il pericolo... ma andiamo con ordine.


Come tutti saprete, dopo la dipartita di Sam Raimi, il quarto e il quinto capitolo delle avventure cinematografiche dell'arrampicamuri, sono venute a meno. Per molti ciò è una pessima notizia, visto che la trilogia realizzata da Raimi è stata oltre ad essere quella che ha inaugurato il fortunato e longevo sodalizio fra cinecomics ed Hollywood, una trasposizione molto buona e senza sbavature (tranne qualche scivolone nel terzo capitolo) del personaggio creato da Stan Lee; d'altro canto Raimi che è da sempre affezionato al primo Spidey, non ha mai digerito i nuovi avversari, al punto che dopo aver bistrattato il personaggio di Venom, era intenzionato a introdurre l'Avvoltoio come main-villain e presentarlo come padre di Peter: lo so, ora è il vostro senso di ragno ad impazzire. Ecco perché l'approccio del nuovo regista, Marc Webb (nessuna b di troppo nel cognome, del resto mica è un nome d'arte) decide di distaccarsi dall'approccio classico al personaggio prendendo per esempio l'ultima incarnazione a fumetti ispirat al protagonista: paradossale quindi che The Amazing Spider-Man sia in realtà ispirato ai primissimi volumi de Ultimate Spider-Man. Questa premessa è necessaria perché l'universo Ultimate gioca un'importanza incredibile per la casa delle idee visto che a partire dal nuovo millennio, visto che riscrive completamente le origini dei personaggi di ieri ai giorni d'oggi e rendendoli accessibili anche ai lettori più giovani e freschi, che altrimenti con decenni di storie alle spalle, non avrebbero la più pallida idea di dove cominciare.


E' in questo contesto che Tobey Maguire viene rimpiazzato da Andrew Garfield (The Social Network, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo), offrendo un modello più sbarazzino ed ispanico, cosa che può far storcere il naso ai tradizionalisti, ma non certo chi legge le ultimissime storie dell'universo ultimate, dove come abbiamo avuto modo di parlare qualche tempo fa, Parker è stato sostituito da un giovanissimo ragazzo di colore, Miles Morales, nel corso della sua seconda stagione ufficiale. La prima cosa che viene spontaneo notare è il cambiamento del contesto famigliare di Peter: vediamo i suoi genitori per la prima volta, scopriamo che suo padre, Richard, era uno scienziato che lavorava sulla combinazione genetica di due specie differenti e che è costretto alla fuga proprio a causa dei suoi esperimenti, con il conseguente abbandono del ragazzo agli zii. Questa cosa influirà molto sulla crescita comportamentale e spirituale dello stesso Peter che una volta adolescente, decide di mettersi alla ricerca della verità sui suoi genitori, entrando in contatto con un collega di lavoro del padre, lo scienziato Curt Connors ora a lavoro sul medesimo progetto del padre. La sete di sapere di Peter lo porterà dapprima al fatidico morso del ragno radioattivo nel laboratorio della Oscorp, e successivamente ad esternare la sua personalità e la voglia di rivalsa di un nerd che non ne può più dei soprusi da parte dei soliti prepotenti, portandolo a ribellarsi alle stesse figure genitoriali che erano gli zii. Sapete già se avete letto fumetti, visto cartoni animati, film o giocato videogame di origini, che destino spetta al povero Ben, interpretato qui da un convincente Martin Sheen (Spawn, Apocalypse Now); eppure questo film va soprendentemente al di sopra del classico "da grandi poteri derivano grandi responsabilità", anzi, per quanto l'ovvio tema essendo un film di origini venga tassativamente toccato, quello portante è "tutti i segreti hanno un costo". E' un segreto il fatto che il Dr. Connors testi su di sé il siero creato dall'algoritmo che Peter con l'aiuto dei documenti di suo padre, è riuscito a risolvere, diventando Lizard, è un segreto con i suoi zii il morso del ragno che lo ha cambiato per sempre, ed è soprattutto un segreto con la bella ed intelligente Gwen Stacy, interpretata da una dolce e fascinosa Emma Stone (Benvenuti a Zombieland, Gangster Squad) e i conflitti con suo padre, comandante capo delle forze di polizia.


Il film lancia multiple storyline ad intreccio e tanta carne al fuoco, concentrando i contenuti in poco più di due ore, come neppure la scorsa trilogia era riuscita a fare: moltissima è l'azione che si respira, frenetiche e concitate le scene di battaglia, eppure qualcosa non torna. Il nuovo Parker riesce ad essere dinamico, scherzoso e irriverente proprio come quello dei fumetti, cosa in cui non era riuscito quello di Raimi, ma a tratti è serioso e troppo cupo, dark, quando per forza di cose, Spider-Man non può essere Batman. Snaturata anche la personalità di Connors, trasformato in un megalomane che neanche si credesse Godzilla scala la torre più alta della città allo scopo di contaminare l'intera Manhattan con il siero che tramuta tutti in lucertoloni, rimane adorabile Gwen anche se fa sorridere l'idea di aver scelto la Stone per interpretarla, attrice notoriamente rossa naturale e probabilmente più consona a vestire i panni di Mary Jane, così come il divertentissimo cameo di Stan Lee, contro ogni aspettativa, assolutamente assente la figura di J.Jonah Jameson, ma trattandosi di un film di origini, può starci. 


The Amazing Spider-Man riparte da zero e lo fa cambiando tutto o quasi: dai suoi protagonisti al costume, dai toni dei dialoghi allo svolgimento della storia. Purtroppo è un prodotto riuscito a metà che deluderà i fan storici del ragno e potrebbe invece intrattenere i più giovani: combattimenti acrobatici ed adrenalinici come nel fumetto la fanno da padrone insieme a battute taglienti, ma alternandosi a toni decisamente troppo drammatici, dark e complottisti che possono incuriosire lo spettatore ma si distaccano dal tema portante delle storie a fumetti su cui si sorregge il personaggio. Contrariamente ad ogni aspettativa, il nuovo cast convince molto, a differenza della regia che in maniera sbrigativa ha la pretesa di raccontare troppo ed approfondire tutto, rendendo la normale sequenza di eventi poco gustosa e talvolta prevedibile. Ad ogni modo se avete visto la scena dopo i titoli di coda, sapete che c'è ancora una questione in sospeso, e il pronostico di un sequel è solo una realtà ufficiosa, che attende di divenire ufficiale.

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