lunedì 2 luglio 2012

2x38 - Berserk torna al cinema, e convince a metà

Quale problema non affligge un lettore di comics ma affligge un lettore di manga? Non sono posseduto dallo spirito di Edward Nigma, ma voglio far capire a quella fetta di lettori del made in USA quanto può essere stressante seguire una serie pubblicata in Italia ancora in corso in Giappone: i volumi escono a cadenza trimestrale in patria, e giungono da noi solo con diverso ritardo, aggiungete il fatto che non si hanno diversi autori al lavoro sulla stessa serie, ma uno solo con uno staff di aiutanti al suo seguito. E con queste prerogative ci si può imbattere in tre tipi d'autori: il cagionevole, come ad esempio Toshihiro Togashi, che a causa di problemi di salute, da anni rende discontinua la pubblicazione di Hunter X Hunter, il megalomane, fra cui spicca Kazushi Hagiwara, che anziché disegnare i nuovi capitoli del suo Bastard!! si perde nei più bizzarri progetti quali storie hentai realizzate sui suoi personaggi, e lo svogliato, Kentaro Miura, che fra bighellonamenti vari tra anime, manga e videogames, raramente ci fornirà la conclusione di Berserk in tempi utili. E proprio attorno a quest'ultimo manga, un po' per celebrare il titolo e un po' forse per tenere vivo l'interesse dei lettori a causa dell'eccessiva lentezza dello stesso, si è deciso di realizzare una trilogia cinematografica incentrata sul primo lungo arco narrativo della serie, ho visionato per voi il primo di essi e mi appresto a raccontarvelo.


La trilogia prodotta da Warner Bros porta il titolo de Berserk Ōgon Jidai-Hen, che letteralmente potremmo tradurre come Berserk: Gli Anni d'Oro, e il primo capitolo della stessa ha il sottotitolo L'Uovo del Re Conquistatore. Non intendo prolungarmi troppo sulla trama di uno dei manga più datati nel bel paese che vanta numerose edizioni e ristampe, ma per i pochi che ancora non avessero letto, darò un accenno di quanto accade nel film: in un'epoca medievale che non ha nulla da invidiare ai fantasy più noti, i regni combattono con i rispettivi eserciti al solo scopo di espandere il proprio dominio sul territorio nemico. Quando un esercito è notevolmente inferiore alle fila nemiche, è uso e costume per il suo sovrano ingaggiare dei mercenari per combattere la propria guerra, Gatsu è uno di questi: un ragazzo spocchioso, presuntuoso e scontroso, armato da una spada molto più grande di lui e da una rabbia in combattimento che lo rende temibile per qualsiasi motivo. Proprio a causa di questa sua caratteristica viene notato da Grifis, affabile e fascinoso stratega militare a comando de l'Armata dei Falchi, un gruppo di abili mercenari che decide di reclutarlo per diminure le distanze che lo separano dai potenti e le nobilità.


Se siete fan dell'opera, avrete avuto modo di notare come il design del manga appaia più vivido e fedele in quest'adattamento cinematografico a dispetto dalla già eccellente serie tv: il punto forte della pellicola è senz'ombra di dubbio l'impeccabile realizzazione tecnica che presenta personaggi dettagliati sia nelle scene in primo piano così come quelle in secondo piano e non fruibili ai fini della trama, ineccepibili ed epiche le scene di combattimento specie se numerosi, con un'elevata presenza di animazioni differenti e realistiche a seconda dell'azione (quasi come se ci fosse stato un lavoro di motion capture), il tutto realizzato in cel-shading mentre si offrono maestose e spettacolari location realizzate con con animazione tradizionale d'altissimo livello. La stessa cosa possiamo dirla per la colonna sonora variegata e mai a sproposito, con tracce particolarmente sentite ed azzeccate; non ultimo il buon doppiaggio che regala interpretazioni caratteristiche e perfettamente in tono alla personalità dei personaggi. Strabiliante la dedizione e la cura per i particolari delle animazioni realizzate dallo Studio 4°C.


Eppure, la golden age di Berserk ci ricorda proprio che non è tutto oro quel che luccica: questo film adattando la prima parte del manga, si auspica che sia visibile e godibile ad un pubblico che il manga non l'ha proprio letto, eppure, proprio questa fetta di pubblico rimarrà sbigottita. Sono state infatti tagliate per intero alcune scene chiave volte alla caratterizzazione e ai legami dei personaggi: il passato di Gatsu, il protagonista è completamente scomparso ad eccezione fatta di un flashback in sogno dello stesso, che comunque essendo molto confusionario non permette di far trapelare cosa ha dovuto passare il ragazzo e per quale motivo questi è cresciuto con quell'abilità con la spada e quella rabbia che manifesta in battaglia andando in un vero e proprio stato di berserk da cui prende il titolo l'opera, così come il rapporto che lo fa accettare dal resto dei membri dell'Armata dei Falchi, che dapprima non tolleravano minimamente la presenza del nuovo ingresso tanto desiderato dal loro capo, Grifis. Un vuoto narrativo di tre anni cancellato in pochi secondi, che lascia interdetti i fan dell'opera e che con probabilmente solo mezz'ora di più avrebbe saputo rendere questo film, un sicuro capolavoro. Tuttavia, non è detto che la scelta registica attuata da Toshiyuki Kuuboka non possa dar i suoi frutti, decidendo di inserire nuovi aneddoti nei capitoli a venire -magari anche raccogliendo il dissenso di molti sostenitori accaniti della pellicola- ma adesso è presto per giudicare.


In attesa del secondo capitolo e di una prima localizzazione audio in italiano che ricordiamo: è certa, in quanto ufficializzata proprio dalla stessa Warner, posso tranquillamente affermare che Berserk Gli Anni d'Oro I: L'Uovo del Re Conquistatore è un titolo riuscito a metà, un'ottima realizzazione tecnica non sopperisce i vuoti narrativi lasciati nella stesura della rilettura di questa sceneggiatura. Sicuramente da guardare per tutti i fan del manga originale e del fantasy occidentale, sebbene l'idea che questo prodotto risulti gambizzato nella sua interezza purtroppo rimane, e lascia l'amaro in bocca.

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