martedì 3 maggio 2011

1x03 - PSN-Gate

Una brutta sorpresa è stata rinvenuta nell’uovo di Pasqua dei player di tutto il mondo nel corso delle recenti festività, si tratta di un attacco hacker ai danni del PlayStation Network, che ha messo Sony in ginocchio tra azioni legali da parte delle associazioni per la difesa dei consumatori e gli stessi utenti che rischiano ora di veder pubblicati i loro dati personali nel world wide web.

Ma andiamo con ordine; quello che è stato definito da media ed analisti come PSN-Gate, è cominciato venerdì 20 aprile, quando gli utenti PlayStation 3 e Playstation Portable di tutto il mondo, erano impossibilitati dall’accedere ai servizi online offerti da PlayStation Network, portale multimediale che permette l’acquisto e il noleggio di giochi, film in alta definizione, demo e altri servizi a diletto dei giocatori casalinghi come la possibilità di chattare e giocare in multiplayer ad-hoc, sfidandosi in competizioni di tutti i tipi. Gli smanettoni afecionados hanno avuto più volte modo di constatare che quando il servizio non era disponibile, Sony non mancava di comunicarlo con doveroso anticipo previo blog o comunicazioni ufficiali, ma stavolta il silenzio del colosso giapponese si è prolungato tanto al punto d’arrivare a sfociare nelle festività pasquali, dove l’afflusso d’utenza era talmente elevato da essere impossibilitati a nascondere la verità dei fatti.


Il caso che ha catturato l’interesse dei media, non ha lasciato Sony altre possibilità se non dichiarare apertamente: “Il servizio è in manutenzione a causa di un’intrusione esterna”.

Numerosi sono stati gli attacchi hacker che hanno indebolito e violato l’infrastruttura che ospitava i server Sony. I più maliziosi han subito ricollegato l’evento alle minacce del gruppo Anonymus che più volte ha criticato pubblicamente Sony per l’aggressività con cui ha gestito l’azione legale con GeoHot, scopritore della falla nel sistema di sicurezza della console che permetteva l’avvio di giochi pirata e lo sblocco di trofei e contenuti in maniera illecita; eppure non è responsabilità loro e ad oggi nonostante le numerose indagini, non è stato possibile risalire al colpevole.

Se la situazione si è presentata già in orgine spigolosa ed imbarazzante, a complicare il fatto v’è anche l’ammissione di Sony che non v’è alcuna garanzia che la privacy degli utenti sia rimasta invariata. Infatti, gli utenti di tutto il mondo per accedere ai servizi del PlayStation Network devono fornire dati quali nome, cognome, comune ed indirizzo di residenza, nonché estremi di fatturazione per acquistare e noleggiare contenuti multimediali. Questa amara sorpresa ha spinto il papà di Crash Bandicoot e Kratos a suggerire gli utenti di bloccare la propria carta di credito in attesa di buone nuove, guadagnandosi altresì l’attenzione delle federconsumatori di tutto l’occidente, che ha inflitto il colpo finale nel momento in cui Sony ha infine ammesso che i dati personali degli utenti sono stati ufficialmente trafugati.

Numerose azioni legali e class action sono state intraprese a carico del monolite nero, e a poco sono servite le parole di Sony secondo le quali i dati rubati siano comunque criptati e difficilmente riutilizzabili dal malvivente di turno, visto che nel giro di pochi giorni le azioni della casa sono logicamente crollate.

E’ dunque finita l’Epopea PlayStation Network?
Sembrerebbe di sì, visto che Sony ha dichiarato che nel mese di maggio la situazione verrà lentamente ripristinata e ciascun utente avrà diritto ad un risarcimento previo bonus o download content ancora da quantificare (si vocifera un mese d’abbonamento gratuito al servizio PlayStation Network Plus e ad alcune demo e Minis esclusive), e il ritorno alla normalità per i servizi online.

Sarà veramente così o un nuovo attacco è all’orizzonte?
Ai posteri non rimane che attendere.

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