Al settimo episodio, Gotham sforna una puntata dalla struttura
esclusivamente orizzontale e che ha ritmi, tensioni e colpi di scena
degni di un season finale. Continuo a ritenermi perplesso delle scelte
stilistiche di Bruno Heller: mescola elementi camp e grotteschi a
risvolti narrativi potenti, intervallando grandi idee ed esecuzioni
tanto povere quanto lineari. Questa altalena di qualità si sente sin dal
pilot e mette lo spettatore di fronte
ad un prodotto che alterna carisma e banalità con estrema naturalezza.
Viene spontaneo chiedersi se alcune cose sono state ponderate sin
dall'inizio o maturate a posteriori, certo è che "L'Ombrello del
Pinguino" è ad oggi il miglior episodio dal lancio della serie e
racchiude situazioni, scenari e confronti che essendo un prequel si
pensava potessero giungere solo in un season finale se non
nell'avvicinarsi ad un series finale.
Ho sempre cercato di essere il più oggettivo possibile, e questo mi ha
portato ad essere parecchio duro nei confronti di Gotham, ma questa
volta mi riesce difficile bocciare un episodio che tiene incollata
l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine.
Il problema a questo punto è quello che verrà poi. Con una puntata a questi livelli come si può alzare ulteriormente la posta in gioco per i successivi quindici episodi? Il timore è che ci sia un grosso calo di climax ed un ritorno al cattivo della settimana con verticalità annessa in attesa di altri momenti forti sparsi qua e là -struttura che per altro Heller da anni usa già con The Mentalist- , lasciandomi un punto interrogativo grande quanto una casa sul cliffhanger scelto per il finale di stagione. Il perché arrivo a formulare queste congetture è presto detto: tutto ciò che pensavo (e speravo) potesse succedere molto più avanti nella storia, è accaduto in questa puntata, e per quanto riesca ad immaginare eventuali sviluppi di alcuni personaggi, le pedine in gioco non potrebbero essere spodestate visto che in futuro saranno ancora sulla scacchiera nei fumetti che tutti conosciamo. Accade tutto troppo in fretta e non siamo neanche a metà della prima stagione. E a questo punto rilancio un'ipotesi, e se Gotham avesse in mente l'utilizzo di timeskip? Far crescere i personaggi grazie al passaggio generazionale permette di affrontare tematiche altrimenti inesplorate e tenere sempre alti i livelli narrativi.
Il problema a questo punto è quello che verrà poi. Con una puntata a questi livelli come si può alzare ulteriormente la posta in gioco per i successivi quindici episodi? Il timore è che ci sia un grosso calo di climax ed un ritorno al cattivo della settimana con verticalità annessa in attesa di altri momenti forti sparsi qua e là -struttura che per altro Heller da anni usa già con The Mentalist- , lasciandomi un punto interrogativo grande quanto una casa sul cliffhanger scelto per il finale di stagione. Il perché arrivo a formulare queste congetture è presto detto: tutto ciò che pensavo (e speravo) potesse succedere molto più avanti nella storia, è accaduto in questa puntata, e per quanto riesca ad immaginare eventuali sviluppi di alcuni personaggi, le pedine in gioco non potrebbero essere spodestate visto che in futuro saranno ancora sulla scacchiera nei fumetti che tutti conosciamo. Accade tutto troppo in fretta e non siamo neanche a metà della prima stagione. E a questo punto rilancio un'ipotesi, e se Gotham avesse in mente l'utilizzo di timeskip? Far crescere i personaggi grazie al passaggio generazionale permette di affrontare tematiche altrimenti inesplorate e tenere sempre alti i livelli narrativi.
È
davvero presto per preoccuparsi, ma dopo cinque puntate così così, una
puntata molto buona ed un'altra eccezionale, la paura del Salto dello
Squalo è dietro l'angolo...
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