mercoledì 12 novembre 2014

4x21 - La scrittura di Bruno Heller: parallelismi fra Gotham e The Mentalist

Mi sono finalmente rimesso in pari con The Mentalist. Ero curioso di capire perché il pubblico dicesse che Bruno Heller "ha rovinato tutto", ebbene, dopo l'episodio che chiude definitivamente il conflitto con la nemesi della serie, Red John, sono riuscito a scoprirlo: la serie è sottoposta ad un cambio di registro costante, in cui si passa dalla commedia al sentimentale, dall'action all'investigativo, da episodi prettamente verticali ad archi narrativi composti da poche puntate... insomma, gli ultimi episodi della settima stagione di The Mentalist non sono altro che una fase embrionale di quanto Heller sta facendo ora con Gotham.

 
Lo spettatore tuttavia ha ben ragione di restare 'sorpreso', in quanto nell'arco delle prime sei stagioni Heller ha sempre seguito uno schema fisso da cui non è mai uscito: apertura stagionale collegata a Red John, episodi di natura verticale che approfondiscono orizzontalmente la crescita dei comprimari, mid-season finale ricollegato a Red John, altri episodi di natura verticale con accenni al background dei vari personaggi fra cui il protagonista, doppio season finale dedicato a Red John con relativo cliffhanger annesso.

La domanda sostanziale che lo spettatore si è posto è: "ora che Patrick ha trovato Red John, che senso ha continuare la serie?" Risposta: The Mentalist è un percorso.



Patrick è sempre stato ossessionato da John per quello che lui aveva fatto alla sua famiglia e a tante persone lui care, in particolar modo è possibile leggere il rapporto Patrick/John come quello di Batman/Joker -con tutte le differenze e licenze creative del caso-, al punto che lo spietato serial killer aveva condizionato anche i titoli di tutti gli episodi della serie che dal pilot avevano il colore rosso... finché una volta stanato e sconfitto il nemico, si scopre quello che spesso in questo genere di brand non si esplora mai: le conseguenze dopo l'epilogo, scoprire cosa viene dopo. Come passerà Patrick il resto della propria vita? Quale sarà l'approccio al suo lavoro? Come gestirà le conseguenze dei suoi gesti? Sarà in grado di aprire di nuovo il cuore a qualcuno? A tutte queste domande Heller sta provando a darci una risposta, e smetterà di farlo con la prossima stagione.

John era un punto d'arrivo, non il traguardo.
Onestamente io mi sento di PREMIARE Heller, e non di condannarlo.
Fa quello che qualsiasi autore teme di fare con la propria opera perché teme il giudizio del pubblico: snatura, cambia, sperimenta, osa, prova, tenta, scopre... ben venga chi esce dagli schemi e prova a fare qualcosa di diverso, soprattutto riuscendovi! Ci fossero più menti simili in tv, usciremmo dagli schemi canonici a cui la televisione ci ha abituati e rivaluteremo più facilmente alcuni generi che evitiamo di proposito!


Ora so che potreste dirmi: "ma se apprezzi questo schema in The Mentalist, perché lo hai condannato in Gotham?" Semplicemente perché The Mentalist non è vittima delle stesse ingenuità di Gotham! La verticalità delle indagini è originale, profonda e non stereotipata, i personaggi si muovono da soli e con un percorso stabilito che non hanno fretta di percorrere, nessuno è in scena forzatamente o interagisce con altri senza un motivo ai fini di trama. Adesso i più puntigliosi diranno: "ma Gotham è tratto da un fumetto, non puoi pretendere che..." ALT. Vi interrompo maleducatamente per dirvi che l'approccio della serie è stato a più riprese dichiaramente destinato ad un pubblico maturo, in grado di intrattenere un pubblico di adulti, esattamente come The Mentalist che per certi versi si è persino mostrato meno crudo di quanto ha fatto il prequel di Batman.

È per questo che mi arrabbio con Heller.
Non perché "ha rovinato tutto" con The Mentalist, ma perché non è riuscito a produrre la stessa qualità con Gotham
, quando si ha un vantaggio aggiuntivo: la possibilità di esplorare personalità già scritte da terzi ed il successo commerciale che ne deriva, anziché sfruttare una proprietà originale. Questo comporta maggiori aspettative? Assolutamente, ma anche ascolti più facili. Onestamente è più facile portare ascoltatori e curiosità ad un prodotto che si presenta come "l'origine degli eroi e dei villain appartenenti all'universo del personaggio più carismatico e famoso di DC Comics che oggi compie 75 anni" che "la storia di un mentalista che prova a catturare il killer che gli ha ucciso la famiglia", è necessario essere realisti.


 Molti dicono che The Mentalist naviga in cattive acque in termini d'ascolti, in realtà non è così: la serie ha perso ascolti in seguito a questa sperimentazione, ma i risultati s'attestano comunque al di sopra degli 11.000.000 solo in live, figurarsi aggiungendovi i risultati di registrazioni, streaming legali e repliche. E se questi sono gli ascolti OGGI, immaginate prima del climax di Red John a che punto erano. Ricordiamoci che Gotham al suo meglio non ha raggiunto i 9.000.000, un risultato molto buono per il primetime FOX che però non è riuscito a mantenersi stabile e che sicuramente visto quanto fatto da Heller stesso con The Mentalist su CBS, è al di sotto delle aspettative previste.

Perché tutti questi parallelismi fra i due show?
Perché fortunatamente "tornerà la luce." [cit.]

Gli ultimi due episodi di Gotham sono quanto di più mentalistiano sia stato prodotto: puntate con il carisma di un season finale e finalmente una struttura fissa già usata prima (la novità di questa settimana nel registro di Gotham è che per la prima volta "non ci sono novità") che consiste in: indagine verticale da una parte e prosecuzione orizzontale dall'altra, ma con un approccio più maturo ed accattivante che strizza sì l'occhio ai toni del fumetto e che si dimostra ancora piuttosto ingenua, ma che porta alla luce l'introspezione dei personaggi, momenti puramente action ed un attacco al capitalismo con analogie d'autore. Ora i personaggi iniziano a muoversi da soli, chi prima sembrava dovesse stare nella serie per inerzie e fosse rilegato a comparsate forzate con i comprimari anche quando non aveva ragione di trovarsi lì ha uno scopo e tutto sembra collegarsi in modo naturale e con i propri ritmi. Gotham sta iniziando a respirare rispettando la leggendaria mitologia dei fumetti da cui è tratta e al contempo mettendo del proprio attingendo a piene mani dall'esperienza che Heller ha accumulato negli scorsi mesi.


In ambito televisivo Bruno Heller è diventato uno dei miei autori preferiti, ben lungi dalla perfezione ma allo stesso tempo estremamente innovativo, ricco di personalità e coraggioso, e che va quindi premiato perché prova a svecchiare un genere spiazziando il proprio pubblico con risultati più riusciti di altri. Ora che ho visto come la stesura di The Mentalist ha influenzato la prima stagione di Gotham, la curiosità che mi preme di più assecondare è scoprire come la stesura di Gotham influenzerà la stagione finale di The Mentalist.

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