domenica 28 aprile 2013

3x03 - Cosplayer picchiato al Comicon: la Storia di Gennaro

Questo post è diverso da tutti gli altri, perché affronta una situazione differente da tutte le altre.
Oggi vi voglio raccontare una storia, la storia di Gennaro.

Gennaro è un ragazzo come tanti altri in Italia: legge fumetti, guarda cartoni animati, gioca a videogiochi e come molti altri, partecipa alle fiere del fumetto; quei fantastici eventi che di città in città, si susseguono mensilmente ogni anno per radunare gli appassionati del genere, che sono soliti praticare cosplay. E' doverosa una premessa di qualche riga per i pochissimi che non sapessero cos'è il cosplay: come la parola stess indica (COStume PLAYer) si tratta di divertirsi a vestire per un giorno, gli abiti di qualcun altro, nello specifico personaggi di finzione provenienti dal panorama fumettistico ed animato, ma anche videoludico, televisivo e cinematografico. La particolarità di quest'hobby sta nel fatto che molti dei praticanti oltre che fabbricare personalmente costumi, parrucche, armi ed accessori, interpretano anche caratterialmente il personaggio, facendo spesso gruppo ed esibendosi sul palco con pose e scene a tema.


Era quello che aveva in mente di fare Gennaro, al Napoli Comicon 2013, ma che a causa della maleducazione e dell'inciviltà di pochi, non ha potuto... ma andiamo con ordine. Nella giornata di sabato 27 aprile, Gennaro aveva deciso di partecipare al Comicon con il cosplay del Red Ranger, il carismatico capo in rosso del celebre team dei Power Rangers. Dopo aver regolarmente pagato il biglietto d'ingresso ed essere entrato in fiera, sul viale delle fontane, il ragazzo racconta d'aver subito un'aggressione:

"il mio giudizio riguardo la giornata di oggi.
Bene volevo solo dire di quanto sono deluso, incazzato, di quanta rabbia provo in questo momento per cio' che e' accaduto oggi. Oggi al napoli comicon sono stato aggredito da un gruppo di ragazzi mentre giravo in cosplay, per la cronaca ero il power ranger rosso, bene, ero appena entrato in fiera e stavo sul viale delle fontane quando un gruppo di ragazzi mi hanno accerchiato e stringendomi hanno iniziato a darmi schiaffi e calci."

Gennaro si trovava quindi in un'area che doveva essere monitorata dalla sicurezza della manifestazione. Prosegue poi il ragazzo:

"Ovviamente il costume e' andato distrutto, sono andato dalla sicurezza per spiegare l'accaduto ma i colpevoli ovviamente non sono stati trovati dato che erano tanti e con il casco addosso vedevo poco e soprattutto respiravo male data l'agitazione, siccome non sapevo chi fosse stato mi sono rivolto a un commissariato di polizia per sporgere denuncia contro l'organizzazione ma mi hanno detto che non potevo......morale della favola non posso far nulla per ottenere giustizia....me ne sono andato pieno di rabbia, e non posso credere a cio che e' successo, ero venuto per divertirmi e per stare tra la gente con un bel costume ma sono stato solo danneggiato."

La violenza subita da Gennaro è stata tale che oltre a che distruggere il suo costume faticosamente costruito prima con un dispendio di tempo, energie e denaro, ha mandato il ragazzo in iperventilazione che logicamente ha offuscato ancor di più la visuale del casco che aveva indosso, impedendogli di riconoscere i suoi aggressori. Ma oltre il danno la beffa, perché il giovane una volta corso incontro alla sicurezza e ancor peggio, alle nostre forze dell'ordine, ha scoperto l'amara verità: l'impossibilità di sporgere denuncia ed avere per lo meno un risarcimento economico per l'ingiustizia subita. Questo porta a Gennaro rabbia e sconforto, oltre che un grande dolore fisico e psicologico:

"Volevo ringraziare l'organizzazione del napoli comicon per permettere che accadano queste cose, perche' ovviamente e' successo a me ma ricordo che c'erano anche dei bambini li, e se fosse successo a un bambino sarebbe stato molto peggio. Volevo ringraziare la sicurezza soprattutto che controlla davvero con il culo chi entra in fiera, complimenti davvero, inutile dire che non verro' mai piu' a una fiera del genere e esorto a non andarci anche chi come ama divertirsi e fare cosplay, ormai il comicon e' solo un covo di vandali, e spero vivamente che tutti seguano il mio consiglio."

Conclude infine lo sfogo, sul suo status Facebook:

"Detto cio' basta cosi, spero che vengano presi seri provvedimenti, perche' a uscirne danneggiato sono stato io sia moralmente e sia economicamente dato che per realizzare il mio costume ho speso molti soldi...ora non mi rimane piu' nulla, solo rabbia nel cuore. Buona giornata a tutti."

Com'è possibile che succedano queste cose?
Come si può in una manifestazione in cui, come sollecita lo stesso Gennaro, partecipano anche dei bambini talvolta non accompagnati, avvenire simili drammi? Nella sfortuna se vogliamo, Gennaro è stato anche fortunato, perché oltre a varie contusioni, poteva subire danni molto più gravi, e nel frattempo nessuno ha potuto aiutarlo o tendergli una mano, né le persone che erano pagate per evitare che queste situazioni si presentassero, né le forze dell'ordine, nella fattispecie, la Polizia di Stato. E' giusto che un appassionato venga demotivato e spaventato al punto da decidere di non frequentare più questo genere di ambienti?

In seguito allo sfogo e alla sua storia, Gennaro ha ricevuto una valanga di "Mi piace", commenti e condivisioni nei più importanti portali d'animazione e manga in Italia, in segno di solidarietà da parte degli appassionati, mentre stampa e media lasciano l'accaduto nel più totale silenzio. In mezzo a tanti ovviamente, i soliti luoghi comuni carichi di razzismo, discriminazione e volgarità, che hanno immediatamente suscitato la logica indignazione dei napoletani e un articolato sfogo sopra le righe del buon Dario Moccia, popolare YouTuber.




Tutto è bene quel che finisce bene? Proprio no, ma almeno Gennaro potrà farsi giustizia in quanto è notizia di oggi, domenica 28 aprile 2013, che i colpevoli dell'accaduto, sono stati identificati. Riporta infatti la redazione tramite la sua pagina Facebook:


"Comunichiamo a tutti che ieri subito dopo la segnalazione di Gennaro Aliperti la nostra security ha rintracciato i colpevoli che hanno danneggiato il costume del ragazzo, che fortunatamente non ha subito alcun danno fisico! Gennaro potrà procedere con la regolare denuncia quindi.
Ci dispiace per quello che è successo, non è questo lo spirito di Napoli COMICON e sappiamo che la maggior parte di voi viene solo per divertirsi e non per dare fastidio. Quindi se vedete anche solo un anomalia riferitelo subito alla sicurezza, come ieri l'intervento sarà immediato! Il nostro personale sarà, come sempre, presente sia all'interno che all'esterno per assicurarsi che tutto proceda per il meglio. Grazie"

L'ignoranza, la cattiveria, la mancanza di rispetto ed educazione sono senza quartiere. Questo sarebbe potuto succedere in una qualsiasi città italiana, il problema è che non deve succedere: la storia di Gennaro è solo l'ultimo e il più grave in termini di incidenti di questo tipo. I racconti di altri casi analoghi si registrano in diverse zone d'Italia nel corso di manifestazioni ufficiali e non, quali meeting volti ai fan. Un ragazzo che vive una passione sana che non mette in pericolo la sua incolumità e quella altrui, è giusto passi questo genere di esperienze? Perché non riusciamo nel 2013, a rispettare qualcuno che si diverte e vive il proprio tempo libero in modo diverso dal nostro? La sicurezza come ha fatto a non accorgersi di quanto stava succedendo in quegli interminabili minuti? E ancor peggio, possibile nessuno dei passanti abbia avuto modo, possibilità e soprattutto il coraggio d'intervenire per aiutare Gennaro? Tanti, troppi quesiti privi di risposte efficaci e soddisfacenti, motivati dalla rabbia di non essere riusciti ad evitare quella ferita rattoppata poi con un cerotto, ma che lascia la sua cicatrice indelebile nel cuore di un ragazzo che quel giorno era uscito di casa e si era messo in viaggio al solo scopo di divertirsi, vestendo i panni di uno dei suoi eroi.

Gennaro poteva essere chiunque di noi quel giorno andava ad una fiera del fumetto. La sua storia poteva essere quella di ognuno. Mettiamoci una mano sul cuore e sulla coscienza, ed evitiamo che si ripeta ancora.

3 commenti:

  1. Quest'episodio mi ha fatto pensare. Mi ha fatto pensare a me, ai miei genitori che giustamente si preoccupano. Mi ha fatto pensare a quanto le persone siano cattive e senza cervello. Ora ho capito, mi sono messa nei panni dei miei genitori e sono sicura che mi preoccuperei per mio figlio se sentissi di una storia del genere. Mi dispiace per lui e ringrazio a chi di dovere per non portarmi in certi eventi, perché se fossi stata lì davanti a quel gruppo di ragazzi, non so che avrei fatto. Io le prepotenze non le sopporto.

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    1. Ciao, Elena.
      I genitori fanno bene a preoccuparsi per l'incolumità della propria figlia, l'errore a prescindere sta nel vietare certi eventi per paura possano avvenire. Le fiere sono un luogo in cui si ritrovano appassionati, dovrebbe esserci solo un clima di gioco e festa.

      Per l'ignoranza di pochi, non bisogna rinunciare al divertimento di molti. Grazie del tuo intervento.

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    2. Anche questo è vero, ma bisogna farlo notare a chi non importa niente delle proprie cattive azioni. L'unica cosa che potrebbero fare negli anni futuri sarebbe vietare l'accesso a questi tipi. Eh, non male come idea C:

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