giovedì 1 gennaio 2015

5x01 - Marco Polo, tra storia e fantasy


Per evitare il bandimento dalla Via della Seta dal Kublai Khan, nipote del terribile Gengis, il mercante veneziano Niccolò Polo offre come pegno la vita di suo figlio, Marco. Il ragazzo alla corte del conquistatore mongolo viene sottoposto a lezioni di scrittura per imparare la lingua ed arti marziali, poiché dovrà provvedere da solo alla propria difesa. Ben presto il latino -così viene chiamato dagli orientali- si ritroverà catapultato all'interno di intrighi e lotte di potere fra Mongolia e Cina dove vestirà il ruolo di osservatore e consigliere, in cui la guerra il più delle volte è un pretesto per portare a compimento i fini personali di chiunque parteggi per le parti in causa.


Questo è solo l'incipit di Marco Polo, un esperimento mediatico globale di proporzioni inaudite: la produzione dei dieci episodi che compongono la prima stagione ha superato i 90.000.000 $. Budget impiegato nelle spettacolari riprese in esterno all'interno dei territori in cui la storia viene esplorata (Italia, Mongolia, Cina e Turchia) ed aver impiegato migliaia di comparse (seconda in numero solo a Game Of Thrones), oltre che per la costruzione di imponenti set e il noleggio di strutture fatiscenti e la scelta di un cast internazionale di livello. Infatti, ci verrà subito facile riconoscere nei volti di Niccolò e Marco rispettivamente Pierfrancesco Favino (non nuovo ai blockbuster internazionali quali Angeli & Demoni, World War Z e Rush) e Lorenzo Richelmy (Sotto Una Buona Stella, 100 Metri dal Paradiso, I Borgia), così come apprezzare le performance di figure di spicco del cinema asiatico quali Benedict Wong (Kiss Kiss Bang Bang, Prometheus, Kick-Ass 2) e Chin Han (Il Cavaliere Oscuro, Captain America: The Winter Soldier, 2012), tutti nomi di professionisti che oltre che consolidare il proprio talento al cinema ed in televisione hanno formato le basi della propria carriera direttamente a teatro.


Ma se Marco Polo è senz'altro un prodotto ben confezionato nel suo involucro, non risulta certo trascurato nei contenuti: una fotografia ed una regia di livello in grado di farlo competere con prodotti quali Breaking Bad, una sceneggiatura vincente tanto realistica negli eventi storici quanto romanzata nelle situazioni sentimentali, dialoghi brillanti e personaggi a cui è davvero impossibile non affezionarsi. Le motivazioni che armano i singoli personaggi sono credibili, realistiche e per nulla scontate, e la storia in un crescendo avvincente di colpi di scena regala villain carismatici ed un grande cliffhanger finale. Particolare cura è stata donata anche alla colonna sonora d'impatto ed incisiva specie nelle lunghe sequenze d'azioni acrobatiche e ottimamente coreografate nella loro tecnica che nonostante la freniticità risultano sempre fruibili nel più piccolo passaggio.


È difficile trovare difetti in Marco Polo, probabilmente la si potrebbe definire una serie non per tutti: davanti ad un calibro tecnico e narrativo di questi livelli, una sceneggiatura impegnata ne è la naturale conseguenza e chi cerca storie contemporanee e leggere con un linguaggio più dinamico, fresco e popolare sicuramente potrebbe non apprezzare il masterpiece curato da The Wenstein Company. Se questo è l'andazzo che la serie avrà per le successive stagioni, Marco Polo non solo si confermerà una visione obbligata quanto imperdibile per gli amanti di televisione di qualità, ma la migliore serie tv Netflix ad oggi prodotta, superando anche Orange Is The New Black ed House Of Cards.

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