martedì 28 ottobre 2014

4x17 - Gotham è un Enygma

Finalmente Gotham sforna una puntata davvero bella. Il perché del titolo del post e dell'apparente incapacità grammaticale è spiegata qui di seguito, non preoccupatevi! Ma per spiegarvi perché questa volta elogio il serial di FOX, non ho potuto risparmiarvi piccoli spoiler sparsi qua e là, leggete a vostro discapito!

La struttura narrativa della serie cambia per l'ennesima volta. È la sesta volta consecutiva che Heller si diverte a destabilizzare lo spettatore, e questa cosa in tutta onestà non mi dispiace; in primo luogo lo spettatore non ha modo di costruirsi consapevolezze e secondo ma non meno importante, non scatta la noia. C'è ancora da chiedersi se il papà di The Mentalist cambi continuamente struttura narrativa volutamente per disorientare il pubblico o perché non ha ancora capito quale chiave di lettura dare allo show.


Due sono gli elementi principali introdotti in questo episodio ad essermi piaciuti particolarmente: i flashback e l'introspezione psicologica, emotiva e personale dei comprimari. Abbiamo avuto modo di saperne di più sul passato di Bullock, e scoprirlo nella sua inesperienza quanto di più simile a Gordon; di vedere un Edward Nygma goffo ed impacciato ma armato di buone intenzioni incapace di ritagliarsi un posto in una normalità che lo fa sentire ancora più disadattato e un Oswald coccolato, servito e riverito da una madre gelosa, protettiva e disperata. Sono sfumature differenti ma al contempo interessanti, che ci forniscono un quadro generale dei personaggi molto interessante. L'indagine di turno non brilla per l'ennesima volta di originalità ma si presenta meno lineare del solito. 

Per la prima volta c'è stato un risvolto narrativo che non avevo previsto che riguarda Gordon e che porta in gioco una posta più alta oltre che un cliffhanger interessante... che però avrebbe sortito un effetto maggiore se non l'avessero preso pari pari solo tre episodi fa. Non riesco a capire se il Pinguino sia solo un freddo calcolatore arrivista e spietato che usa tutto e tutti (ma in quel caso il suo percorso avrebbe dovuto sortire già effetti più duraturi molto tempo prima) o se diventerà tale dopo aver ricevuto delusioni da parte di Gordon, l'uomo verso cui nutra un minimo di gratitudine, stima e soprattutto fiducia. Non riesco a capire se Nygma provi veramente ad inserirsi nella società per amalgamarsi alla stessa o se finga reprimendo un'altra natura... potrei formulare delle congetture o seguire il mio istinto, ma Heller in tutta onestà mi ha depistato talmente tante volte dall'inizio che forse ora le interviste rilasciate mesi or sono sulle "effettive intenzioni dei personaggi mascherate da atteggiamenti equivoci" potrebbero trovare fondamenta.


I difetti rimangono: il flashback rivela che Bruce oggi ha 10 anni, ed un bambino di quest'età non può ragionare ed esprimersi come ha fatto nello scorso episodio. O ci rivelano che il giovane Batman ha un Q.I. sopra la media o la credibilità scende letteralmente sotto i piedi! E nonostante un'indagine più elaborata del solito, la semplicità delle parti crime rimane sempre al di sotto della media per il target di riferimento scelto, ma almeno abbiamo una Selina che inizia a trovare un senso in questa storia, una Barbara che torna ad uscire dall'appartamento a cui era rilegata perennemente svestita ed un approfondimento psicologico con spunti interessanti. Per un attimo ho sperato dopo l'approccio camp de Balloon Man, che Heller volesse introdurre anche il sovrannaturale ma così non è stato, poco male per l'esito finale dell'episodio.

Nonostante sfrutti i personaggi dal richiamo commerciale più noto a livello internazione, Gotham continua ad essere la serie più debole fra quellee DC Comics attualmente in onda, ma personalmente ho trovato quest'episodio il migliore dal lancio della serie per tematiche e contenuti. Speriamo in un costante miglioramento!

venerdì 24 ottobre 2014

4x16 - The 100: Secondo Atto

The 100 ritorna con una premiere davvero buona. Ricordiamo da dove nasce questo progetto: quasi tre anni fa, TheCW ha capito con Arrow, che è possibile produrre show di qualità riducendo all'osso il fanservice e trattando con più rispetto l'intelligenza del target di riferimento principale del network, gli adolescenti e i giovani adulti. Con questa premessa, Warner ha stanziato un alto budget per realizzare un prodotto che racchiudesse alcuni elementi chiave di brand di culto quali The Hunger Games e LOST, adattandoli per logica all'età del proprio pubblico.


Nasce così The 100, che vede protagonisti 100 adolescenti spediti sulla Terra da una stazione orbitante per saggiare se la superficie del pianeta sia tornata abitabile in seguito ad una guerra nucleare che ha devastato il globo e costretto quel che resta della razza umana ad un esilio nel cosmo della durata di un secolo. Una volta giunti sulla Terra però il gruppo ha fatto numerose scoperte: agguerrite tribù indigene, mutanti, una nebbia assassina e numerosi pericoli, primo fra tutti l'esuberanza e l'irriverenza tipica dell'adolescenza di alcuni bulli all'interno nel gruppo.
Riusciranno i 100 a sopravvivere e a contattare gli adulti nello spazio per convincerli a tornare o soccomberanno alle nuove minacce della Terra?


Questo l'incipit narrativo della serie. The 100 è un ibrido, e come tale per il cane presenta numerosi spunti interessanti ed innovativi, ma anche molti difetti. Le situazioni sentimentali dei protagonisti talvolta sono state così marcate da mettere in secondo piano eventi più importanti e vanificando così la tensione e il phatos creatosi dagli episodi più validi, riprendendosi tuttavia negli ultimi episodi e regalando un season finale molto soddisfacente. Tuttavia ci si può passare sopra se pensiamo a quanta azione, fantascienza, ed elementi horror e splatter sono stati introdotti nella serie, osando inquadrature che non si erano viste neanche nel prodotto di punta del canale, Supernatural. L'approccio a questa seconda stagione pare il medesimo del finale di stagione, offrendo una premiere accattivante e con molti spunti narrativi interessanti: la mitologia di The 100 è davvero amplia e finisce con l'arricchirsi sempre di più mostrando nuovi personaggi, nuovi luoghi e tante, tantissime sottotrame da approfondire sulla Terra come nello spazio, e dicendo al pubblico che c'è davvero molto di cui parlare e da mostrare. Ennesimo punto a favore dello show, è un cambio di registro nella scrittura: Clarke, la protagonista della serie a cui è stato puntato il dito contro nel corso della prima stagione perché era monoespressiva e assente di carisma e carattere, in questa premiere mostra notevoli passi avanti approfondendo anche il suo background emotivo e rendendola più simpatica allo spettatore.


So che i contro sono meno dei pro, e questa situazione per la tipologia del prodotto potrebbe riservarmi amare sorprese per il futuro, ma questa premiere mi ha sorpreso positivamente ed intrattenuto meglio di quanto pensassi e non posso che mostrarmi speranzoso per il prosequio.

giovedì 23 ottobre 2014

4x15 - The Affair: ragione, sentimento e bugie


Tra i nuovi drama più interessanti della stagione c'è The Affair. La serie di Showtime (network che ha dato i natali a Dexter e Shameless) racconta le vicessitudini di un relazione extra-coniugale fra un uomo ed una donna entrambi sposati. So già cosa state pensando: e dov'è la novità? Cos'ha di tanto interessante? La particolarità è insita nel modo in cui essa ci viene mostrata. Gli episodi della durata di un'ora, vengono divisi in due segmenti da trenta minuti in cui ci viene raccontata la stessa storia dai punti di vista di lui e lei con all'interno sostanziali differenze che ne cambiano la percezione di chi le ascolta. E ad ascoltarle a tal proposito non siamo solo noi in quanto pubblico, ma anche un detective che fa domande specifiche alla coppia incriminata... incriminata di cosa poi non si sa, ma da quella fuga dal matrimonio è sicuramente scaturita una grossa tragedia che agli spettatori non è dato sapere e che fa sì che i protagonisti poco per volta ci racconteranno a posteriori.
In The Affair si trova la sensibilità introspettiva dei silenzi e delle inquadrature pregne di dettagli e sguardi che rivelano più di mille parole già assaporate in Rectify, e la narrazione a posteriori (soggettiva) già sperimentata in True Detective, e qualcosa di nuovo e personale a livello stilistico che riesce a calamitare l'attenzione dello spettatore che vuole saperne sempre di più.


 
Da un punto di vista artistico ci si trova di fronte ad un concentrato di quotidianità pieno di virtuosismi ed esercizi di stile in cui ci si chiede chi dei due abbia ragione nel suo racconto, chi mente e se in realtà mentono entrambi e ci verrà poi mostrata una terza versione della storia, cosa muove i loro gesti e le loro ragioni e soprattutto cosa è successo e perché si trovano costretti a raccontare questa storia alla polizia. Lo show vede nel suo cast: Dominic West (The Wire), Ruth Wilson (Luther, Saving Mr. Banks), Maura Tierney (Rescue Me, The Good Wife), Joshua Jackson (Dawson's Creek, Fringe) e Colin Donnell (Arrow).


 Da un punto di vista puramente tecnico, la regia è pregna d'atmosfera e di forte impatto, delicata ed al contempo sofferente, le inquadrature sono potenti e metafisiche, la colonna sonora dosata ed incisiva, il prodotto confezionato cattura l'interesse e spinge a volerne ancora ed ancora.

Non ho idea se The Affair sia o meno una serie antologica o se intende proseguire per più stagioni, in caso non è un prodotto destinato alla lunga serializzazione o rischia di perderne la qualità e snaturarne le intenzioni, i primi due episodi però sono promossi senza riserve.

mercoledì 22 ottobre 2014

4x14 - Come un Fulmine!

The Flash continua la sua corsa in tv con un avvincente terzo episodio. Se fino allo scorso anno avrei detto che Arrow è il miglior comicshow ad oggi realizzato, il velocista scarlatto potrebbe a fine stagione strapparvi il primato se continuerà per i rimanenti 20 episodi (sì, l'ascesa degli ascolti e il successo di pubblico e critica ha convinto TheCW a rinnovarlo per una stagione completa di 23 episodi) a regalare queste sceneggiature pregne d'azione, comicità, dramma e grandi effetti speciali.


Particolare cura questa volta è stato dato agli easter egg e i rimandi nascosti nei dialoghi (tre frasi in particolare si presenteranno deliziose se siete amanti del Flash-Universe) e all'introduzione di un nuovo personaggio molto noto ai fan di The Tomorrow People oltre che di un edificio che ricoprirà un ruolo importante nel corso della prima stagione. La struttura narrativa è piuttosto semplice: agli episodi prettamente verticali a cui s'aggiunge il supervillain della settimana, si alternano flashback riguardanti i personaggi dello show e una trama orizzontale che lentamente e a piccole gocce mostra le sue radici ben prima di quanto potessimo immaginare... ma bando agli spoiler, scoprirete man mano che guardate l'episodio a cosa mi riferisco.


Inutile dire che il pubblico si aspetti maggior importanza data all'orizzontalità della sceneggiatura, ma Barry non è ancora Flash, la gente non sa ancora che è lì fuori per salvar loro la vita, e il suo team di aiutanti non è ancora diventato chi dovrebbe diventare, quindi possiamo considerare tutto questo un enorme prologo prima di quello che dovrà arrivare, e che ci è stato fatto capire, arriverà prima di quanto si creda.

The Flash è uno show leggero e godibilissimo che ha margine di miglioramento ma senza dubbio sa come vendersi bene e che con molto rispetto per il fumetto da cui è tratto, regala allo spettatore esattamente ciò che desidera vedere.

4x13 - Il Walzer di Gotham

Siamo al quinto episodio di Gohtam. Confermo quanto espresso con il quarto dicendo che la serie o è alla disperata ricerca di uno stile o è un amalgam di tutto e un po' e si diverte a disorientare lo spettatore. A Bruno Heller va riconosciuto il coraggio (o la sconsideratezza, me ce ne renderemo conto a posteriori) di non riproporre mai lo stesso format mettendo di volta in volta elementi differenti, la new entry della settimana? La superforza.


Senza fare spoiler, possiamo dire che la mitologia del Bat-Universe ha messo qualche tassello in più con l'entrata in scena di un elemento che molti me compreso, attendevano; tuttavia mi trovo costretto per l'ennesima volta a placare il mio ego da fanboy per difetti nella sceneggiatura che non possono davvero, non essere notati. È prerogativa di Gotham fare due passi indietro per ogni passo avanti, quindi gettatevi in questo ballo con me per capire cosa è funzionato in questa puntata...

- il rapporto tra Bruce ed Alfred: è davvero emozionante ed istruttivo, pregno di carisma e dialoghi interessanti;
- la caduta del Pinguino: ci è stato mostrato solo quattro episodi fa come l'ultimo dei lacché e nel giro di poco era diventata un'incredibile mente del crimine, c'era da chiedersi come fosse possibile che poco prima fosse la pedina sacrificabile... e infatti Maroni, meno psicopatico ma con più esperienza non ha perso tempo a fargli capire chi comanda. La sua escalation al potere sarebbe stata davvero troppo veloce;
- Nygma mostra ancora la sregolatezza tipica del genio, ma adesso se non altro parla come una persona normale e senza uso di enigmi ad ogni frase neanche fosse autistico;
- dopo il grottesco burtoniano ora tocca allo sci-fi con l'ingresso della superforza e di quegli elementi tipicamente fumettistici che ai lettori piacciono tanto, e gli effetti visivi sono stati curati discretamente bene.


... e cosa invece no:

- Bruce è furbo, scaltro, intelligente ed arguto: quando lo vediamo esplorare fascicoli, ritagli di giornale, studiare uno schema e interrogare un'adulta, vediamo Batman. Tutto molto bello, peccato che Bruce fino a qualche puntata fa e di conseguenza nella storia, poco più di un paio di mesi, era un semplice bambino come tanti altri e la sua evoluzione è troppo brusca e forzata per risultare credibile. L'unico modo per gestire bene questa evoluzione è mostrare tramite accenni e flashback magari con il padre Thomas, il perché Bruce avesse avuto da sempre questa precocità;
- Selina. Non aveva alcun motivo per trovarsi nella storia, c'è un'intera città da esplorare e in cui rubare, ma a quanto pare farlo davanti a Gordon e comparire a forza in una puntata in cui non era necessaria la sua presenza era inevitabile a fini narrativi... e vabbè;
- le indagini procedurali sono sempre ingenue, veloci ed elementari, e se è possibile chiudervi un occhio quando il cattivo della settimana agisce solo ed esclusivamente in fruizione della trama orizzontale, non è plausibile quando la verticalità procede per conto suo (da una parte il Viper, e dall'altra la diatriba Maroni/Falcone).


Fatico davvero a definire Gotham.
È un prodotto che sicuramente può piacere ad una parte di fan così come può deluderne un'altra, può intrattenere ed esaltare alcuni come può far storcere il naso ad altrettanti, ma dopo le premesse iniziali più che essere "la serie dell'anno" può diventare "il guilty pleasure dell'anno". Uscendo dalla soggettività dell'appassionato in cui il prodotto può benissimo soddisfare e piacere, nell'oggettività dello spettatore si evince che questo prodotto fatica a ritagliarsi un'identità costruttiva e a gestire con coerenza tutti i personaggi che forse troppo velocemente ha deciso di introdurre, ma si vede anche che Heller prova a correggere il tiro di volta in volta, spesso riuscendovi e spesso no, quindi prima di una sentenza definitiva è giusto continuare a seguire cosa succede a Gotham.

mercoledì 15 ottobre 2014

4x12 - Gotham: alla ricerca di uno stile.

Faticavo ad inquadrare Gotham.
E avevo i miei motivi per farlo: per quanto la storia sia piuttosto chiara e i personaggi restino fedeli a loro stessi di episodio in episodio, c'era qualcosa che mi disorientava sin dalla prima puntata, e lo fa tutt'ora, la differenza è che ho capito cos'è quel qualcosa: lo stile.


Gotham è alla ricerca di uno stile, o se ne ha uno è volutamente confusionario volto a disorientare lo spettatore: il registro procedurale adottato nel primo episodio è simile a quello improntato nel secondo che però se ne discosta un poco introducendo altre tematiche, mentre nel terzo si cambia completamente sforando nel grottesco e nel surreale, per poi piombare nel poliziesco action e cospiratorio nel quarto. Non so cosa aspettarci precisamente nel quinto, però è chiaro che nel giro di una manciata di episodi Heller ha trovato l'equilibrio migliore per la produzione: un caso verticale in cui il cattivo della settimana è perfettamente inserito all'interno della trama orizzontale e opera in fruizione della stessa (cosa che ha già ripreso Arrow in diversi episodi della sua seconda stagione). Così facendo la storia viene affrontata su due fronti: l'indagine di Gordon e Bullock da una parte e le storie di tutti gli altri personaggi che direttamente o incosapevolmente si muovono nella stessa contribuendo in prima persona o pagandone le conseguenze indirettamente, dall'altra. Questo schema narrativo funziona e inizia a mostrare i frutti del suo lavoro, portando in scena personaggi accattivanti e giochi di potere che chiamano in causa più pedine lasciando presupporre che qualcosa di grosso, pericoloso e incontrovertibile si appresti ad accadere.

Leggendo qua e là mi è capitato di imbattermi in diverse opinioni con cui mi trovo in disaccordo: da un lato c'è chi a Gotham imputa una presunta verticalità che però ora è presente solo per agevolare la narrazione palesemente orizzontale, dall'altro c'è chi l'osanna a capolavoro quando il prodotto è visibilmente pieno di ingenuità e talvolta forzature su cui verso qualsiasi altra produzione si sarebbe puntato il dito, ma stavolta no, perché -ed Heller secondo me è perfettamente conscio di questa cosa- è dell'universo di Batman che si sta parlando, e allora per amore verso questa città e i pericolosi personaggi che la popolano, ci si può tranquillamente passare sopra.

giovedì 9 ottobre 2014

4x11 - Arrow 3x01: quante frecce all'arco di Oliver (e di TheCW)

uovi personaggi, colpi di scena, azione, lavoro di squadra, dramma, carisma, risate, crossover, easter egg ed un finale incredibile: è Arrow che torna con una premiere ESPLOSIVA.


 Se oggi i palinsesti dei più svariati network sono ricolmi di serie tv ispirate ai fumetti, lo si deve all'ottimo lavoro che TheCW ha svolto con la prima stagione di Arrow, riuscendo dove non vi erano riusciti altri prodotti sul generis come Smallville, Heroes e No Ordinary Family: trattare in maniera avvincente, credibile e pertinente il prodotto, avendo rispetto del pubblico principale dello stesso, i fan. Al termine della prima spettacolare stagione, Marvel si lanciò nell'impresa con Agents of S.H.I.E.L.D. maturando riscontri altalenanti di pubblico e critica, ed oggi abbiamo The Flash ambientato nello stesso universo narrativo del Freccia Verde televisivo, ma anche Gotham, Constantine e prossimamente Supergirl, i Teen Titans, Daredevil e molti altri ancora.


Questa premiere si svolge 6 mesi dopo gli eventi raccontati al termine della seconda stagione, e ci presenta un contesto stravolto ma permeato da un certo equilibrio in cui le cose per il Team Arrow sembrano ad iniziare a funzionare: il Detective Lance è ora a Capo delle forze di polizia ed ha proclamato pubblicamente il suo appoggio ad Arrow, Laurel ha sconfitto la dipendenza da alcol e medicinali diventando un grande procuratore, Diggle si appresta a diventare padre, Felicity si occupa di vendita ed assistenza tecnica, Roy è diventato a tutti gli effetti il sidekick di Oliver che a sua volta sta cominciando a pensare che può costruirsi una vita al di là di arco e frecce, magari proprio con Felicity. Eppure sembra di trovarsi di fronte alla quiete prima della tempesta (da qui il titolo dell'episodio "La Calma"): un nuovo Conte Vertigo è arrivato in città, la Queen Consolidated non naviga in buone acque ed il passato di Oliver torna prepotentemente a farsi sentire nel presente mostrandoci un nuovo apitolo dei suoi ricordi, questa volta ad Hong Kong.


 
 Ciò che colpisce sin da subito da un punto di vista stilistico, sono le atmosfere più leggere e scanzonate che popolano parte dei dialoghi e dell'approccio alla quotidianità delle situazioni, come se i personaggi si stessero abituando alla routine dei vigilanti, e si concedano il lusso di abbassare la guardia. Dopo la tensione accumulata negli episodi della seconda stagione tuttavia, questo non stona ed anzi, forse aiuta i personaggi a stemprare gli animi. Si evince un certo affiatamento nel cast ed un'intesa da comics molto più presente che nelle prime stagioni, tant'è che nel quartetto Oliver/Roy/Diggle/Felicity vi verrà spontaneo rivedere Batman/Robin/Alfred/Oracolo, e questo è delizioso perché permette di esplorare l'avventura sotto nuove sfumature. E in tema di avventure non mancano azione, rocambolesche fughe, inseguimenti, combattimenti ed esplosioni stavolta accompagnate dal carismatico Peter Stormare che fischietta un riconoscibilissimo motivetto prima di combinarne una delle sue. C'è spazio anche per introdurre nuovi personaggi e presentare nuove dinamiche, creare rimandi inerenti al mondo dei fumetti (e i fan di Freccia Verde saranno lieti dell'introduzione di un elemento che caratterizza maggior fedeltà), rivedere volti noti, approfondire l'introspezione psicologica e i drammi del protagonista che fanno spesso leva sui ricordi e le passate esperienze, oltre che per lanciare piccole chicche crossover che se si segue quest'universo anche dal punto di vista del velocista scarlatto non si può non apprezzare.


TheCW con Arrow continua a giocare pesante e a non risparmiarsi in colpi di scena: tutto avviene in maniera veloce e frenetica, ogni cosa cambia di continuo e la verticalità dell'azione serve a cementare i rapporti fra i personaggi ed approfondirla, mentre sullo sfondo una trama orizzontale fitta di colpi di scena e nuovi elementi si intreccia a filo parallelo con quella dei flashback. Arrow si conferma uno show avvincente e con ancora -gioco di parole infelice- "molte frecce al suo arco", e questa premiere ne è la dimostrazione.

martedì 7 ottobre 2014

4x10 - Gotham 1x03: eppur si muove

A Gotham ho imputato dei difetti sin dal primo episodio e parte di essi li ho ritrovati anche in quest'ultimo, invero intendo strizzarvi un occhio a favore perché la produzione ha avuto il coraggio di fare qualcosa che non aveva ancora tentato nelle prime due puntate: prendere posizione. Interviste e backstage mi avevano fatto presumere che l'approccio della serie sarebbe stato più incline a quello nolaniano visto che gli attori parlavano di diversi livelli di scrittura, personalità complesse e quant'altro... cose che siamo sinceri, ad oggi non si sono viste.


Invece in questo terzo episodio, fra Balloon Man e la sua pittoresca tecnica d'assassinio, le lezioni di scherma improvvisate nel salotto da Alfred al giovane rampollo Wayne, la regia scelta per l'approccio alla raccolta di informazioni di Bullock e una morte molto... particolare, i ricordi sono volati ad un altro Batman, figlio di un altro contesto, il cui percorso cinematografico iniziò nel 1989. Nell'episodio in questione questa componente narrativa e l'atmosfera ricreata parevano molto marcate, e se la dimensione scelta dalla serie dovesse essere questa per sfociare poi nel procedurale, mi ritroverei costretto a rivedere in toto il prodotto avendolo completamente frainteso e cambiando di conseguenza la chiave di lettura dell'opera.


Gotham potrebbe bilanciare infatti una forte componentistica noir che prende man mano forma crescendo (finalmente) nell'orizzontalità della storia ad una narrazione procedurale piuttosto classica per poi infarcirvi un approccio fumettistico molto sporco e tipico degli anni "80, cosa che dà al prodotto un gusto un po' retrò. Questo prodotto che non brilla di originalità, potrebbe comunque rivelarsi vincente se sfruttato con sapienza.


Non voglio dire che l'episodio è stato tuttavia perfetto: le mie perplessità su Selina ad esempio sono aumentate... la frase "riesco a vedere al buio" mi ha fatto storcere il naso a più riprese; in un paio di scene si è sfociato il paradossale e l'assurdo -ma tutto assume maggiore pertinenza se si rileggono le stesse con la chiave di lettura suggerita-, e alcune cose continuano a muoversi troppo forzatamente e smosse dalla mano del destino perdendo credibilità. Non di meno, questo rappresenta complice anche un buon colpo di scena conclusivo, il punto più alto raggiunto dal Bat-Universe di Bruno Heller, e questa volta un po' di hype in vista del quarto episodio ce l'ho eccome.

giovedì 2 ottobre 2014

4x09 - Gotham 1x02 : la Pagella

Come se la sarà cavata Bruno Heller nella gestione di questo secondo episodio dopo aver rotto il ghiaccio con la premiere più attesa di questa stagione televisiva? Scopriamolo in una pagella gli elementi che abbiamo apprezzato, quelli che non ci sono piaciuti e quelli su cui abbiamo ancora qualche dubbio!


La storyline del Pinguino (PROMOSSA)
La parte più interessante di questo secondo episodio è la natura delle sue azioni e ancor meglio delle sue intenzioni mescolata all'introduzione ed approfondimento del suo background famigliare.

La narrazione procedurale (BOCCIATA)
L'indagine di Gordon e Bullock è fiacca, sono buone le interazioni personali ma le parti investigative sono lente e prevedibili, il difetto riscontrato nel pilot continua purtroppo a farsi sentire.

L'interpretazione di Jada Pinkett Smith (PROMOSSA)
Fish Mooney potrebbe tranquillamente tacere, i suoi occhi parlano per lei. Probabilmente una delle attrici più comunicative in grado di rubare la scena ogni volta che compare, ed è anche un personaggio inedito. Chapeau.

La storyline di Catwoman (RIMANDATA)
Sono combattuto: il personaggio è ben delineato ed interessante, ma decisamente troppo arguto, sgamato ed intelligente per essere solo una ragazzina forte dell'arte di arrangiarsi. Prima di promuoverla o bocciarla sono intenzionato a scoprire da dove arrivano queste abilità e quest'intelligenza molto più matura a dispetto di quella dei suoi coetanei. A seconda della risposta che ci verrà data il forse potrebbe diventare un sì o un no.

L'interazione fra i personaggi (BOCCIATA)
Ci sono scene che continuano a risultare estremamente forzate nella narrazione: come se i personaggi dovessero per forza di cose interagire fra di loro intrecciati dal destino. Questa rilettura potrebbe anche starci, ma se venisse meno marcata e studiata meglio per risultare più graduale e credibile sarebbe decisamente più interessante.

Gotham purtroppo conferma le stesse impressioni che mi diede nel primo episodio: un prodotto ordinario che si muove all'interno di un contesto straordinario. Gli ascolti sono scesi dalla premiere di quasi un milione di spettatori, e si spera nell'arrivo di colpi di scena consistenti che muovano di più la narrazione spezzando la piega presa.

mercoledì 1 ottobre 2014

4x08 - How To Get Away With Murder, guilty pleasure tv dell'autunno 2014

Avvicinarti ad un prodotto che inizialmente avevi scartato ma in seguito al risultato d'ascolti più alto per la premiere di una nuova stagione (14.34 milioni di telespettatori per un totale di 3.9% di share), dargli un'opportunità per mera curiosità e scoprire PERCHÈ è piaciuto tanto.

Sto parlando del pilot di How To Get Away With Murder.


 La serie creata da Shonda Rhimes (Grey's Anatomy, Scandal) parte con quella che sembra essere una struttura semplice ma comunque innovativa nel suo genere: Annalise Keating è un brillante avvocato che oltre ad esercitare insegna alla facoltà di legge dell'Università di Philadelphia, delitto penale e sta selezionando un gruppo di studenti più validi che possano collaborare e fare pratica presso il suo studio legale. Da qui si sposta in ambito avvocatorio qualcosa di simile a quanto già visto in House, ma se è presumibile immaginare che la serie sia composta da episodi di natura prettamente verticale, c'è una cosa che spiazza gli spettatori sin dalle primissime scene: tramite dei flashforward ci viene mostrato che i ragazzi scelti per il praticantato da lì a tre mesi commetteranno un omicidio e che dovranno utilizzare quanto appreso durante le lezioni per riuscire a cavarsela.



Cos'ha spinto degli aspiranti avvocati a commettere l'omicidio? Chi hanno ucciso? Perché lo hanno fatto? E proprio da titolo, come riusciranno a farla franca?

A tutte queste domande risponderanno i successivi 12 episodi della prima stagione che mette sul piatto un folto gruppo di protagonisti (studenti, docenti, avvocati e detective) con una predominante componente caratteriale evidente sin dalla loro presentazione che tuttavia nasconderà non pochi misteri. Infatti, nello show nessuno sembra essere solo quello che è, e pare nascondere diversi segreti che si intrecceranno ad altri personaggi nel corso dello svolgimento della storia. La struttura dell'episodio muovendosi tra presente e futuro mostra tecnicismi di buon livello, una narrazione scorrevole ed accattivante e promette una trama orizzontale che si svilupperà parallelamente alle indagini autoconclusive e che spinge a saperne di più sugli eventi che dovranno accadere nei prossimi tre mesi. 


Le impressioni scaturite da questo primo episodio sono davvero molto positive e questa stagione televisiva che si prennunciava piena di novità la scorsa estate, ci sta mostrando che molte di esse hanno un potenziale davvero notevole.

4x07 - PREVIEW: impressioni dal pre-air di Constantine

Il preair di Constantine è stato esaltante. Premesso che questa è una rilettura del personaggio e in quest'adattamento figurano molte differenze dal fumetto originale, per ora ci si è mantenuti su livelli di fedeltà migliori di quanto fatto col film con Keanu Reeves.


 La storia non ve la racconto; un po' perché la conoscete se leggete i fumetti, un po' potete immaginarvela se avete visto un film e un po'... beh, è una sorpresa in quanto c'è qualcosa di nuovo introdotto proprio nello show. Voglio focalizzare la mia attenzione sul fronte tecnico della produzione: il budget impiegato in questo pilot è molto alto, sono davvero pregevoli gli effetti speciali, e la componente horror mostrata in diverse scene dell'episodio supera le aspettative per un primetime, specie se si è abituati ai demoni di Supernatural. Tuttavia la sceneggiatura estremamente veloce e scorrevole, introduce già diversi misteri ed una mitologia piuttosto ramificata e salda, solamente accennati nel pilot e dalla grande potenzialità facendo dei personaggi il suo punto forte. A tal proposito spiccano i volti di Harold Pirennau e Jeremy Davies, molto cari ai fan di Lost. Veniamo subito a conoscenza del tormento dell'eroe, della natura sovrannaturale dei suoi compagni e dei misteri che ruotano attorno alla protagonista femminile; senza tuttavia fornire risposte ed esplorarne le origini, mossa che farà presagire vengano mostrate di tassello in tassello come a formare un puzzle sullo sfondo dei vari episodi autoconclusivi tessendo comunque una trama più grande con cui misurarsi in alcuni episodi culminanti quali il finale di stagione. Fotografia e colonna sonora sono all'altezza della situazione rilegando atmosfere colorate per i momenti di quotidianità a toni più freddi e cupi per i momenti di tensione e le location... alternative.


 
 Constantine è uno di quei drama strutturati per durare potenzialmente per anni, tuttavia presenta già nel suo primo episodio quelli che potrebbero essere i punti d'arrivo della stagione e probabilmente il traguardo per il series finale, ma al solito dipenderà dalla qualità che la serie manterrà nel corso degli episodi e dai conseguentu ascolti. Sicuramente il pre-air ha fatto discutere i più accaniti fan del fumetto per le scelte prese su stili narrativi e caratterizzazione dei personaggi, al punto che un personaggio è stato rimosso dallo show e 15 minuti di scene sono state rigirate, ma questo show ha potenziale sufficiente per catturare l'attenzione di diversi potenziali spettatori. In conclusione:

È PIACIUTO

- Protagonista molto carismatico e pieno di luci ed ombre;
- Atmosfere horror ben riuscite;
- Narrazione dinamica e scorrevole;
- Effetti speciali ben curati;
- Buona scelta del cast.

ASPETTATIVE

- Continuità nella qualità di sceneggiatura e cgi;
- Speranze che la trama orizzontale abbia sviluppi costanti;
- Attinenza al materiale originale: sì a rileggere, no allo snaturare.


 Ah, NBC ci ha trollati tutti: Constantine FUMA, ma non lo si vedrà fumare. Se volete capire cosa intendo, guardatevi il pilot!

4x06 - PREVIEW: impressioni dal pilot di The Flash

A caldo verrebbe spontaneo dire: "che figata!"
Da quando un paio d'anni fa TheCW ha deciso di fare sul serio con le serie tv ispirate ai fumetti, abbiamo potuto saggiare: azione cinematografica, plot ben costruiti ed originali, narrazione serrata e ricca di sottotrame e scelte coraggiose condite da una buona cgi ed una valida colonna sonora.


 
 Dopo il successo sempre crescente di Arrow, Warner alza il tiro e ci riprova con The Flash, mantenendo inalterati gli ingredienti del primo show e correggendo il tiro. Perché se nella prima stagione è possibile assistere a qualche scena da teendrama e a fanservice puro per le fangirl, la seconda ha preso una svolta decisamente più dark introducendo tematiche più mature nella continuity. Il pilot di The Flash non mostra di debolezze di questo genere ed anzi, sembra più consapevole di quello che vuole essere regalando momenti di forte hype ed easter eggs sparse qua e là per la gioia degli spettatori di Arrow e dei lettori DC Comics.
 

 Molti pensano che la struttura di The Flash ripercorrerà molto la falsariga di Smallville, se avete questi timori allontanateli: il percorso di origini dell'eroe si conclude in una ventina di minuti. Non dovrete aspettare dieci stagioni per vedere Barry Allen indossare il costume rosso e l'iconico nome di Flash, ma un indizio nell'episodio pilota rende presumibile pensare che i piani del network per la serie siano proprio dieci stagioni (a differenza delle cinque originariamente pianificate per Freccia Verde).

Per concludere:

COSA È PIACIUTO
- Narrazione veloce e serrata;
- Personaggi potenzialmente interessanti;
- Ottimi effetti speciali;
- Colonna sonora cinematografica;
- Incipit e Cliffhanger ambiziosissimi.

PERPLESSITA'
- Il budget permetterà di mantenere la cgi a questi livelli?
- Volare basso e aver paura di rischiare dopo aver fatto riferimenti importanti;

ASPETTATIVE
- Costanza nella qualità narrativa;
- Crescendo di stagione in stagione;
- Crossover con Arrow in quanto ambientati nello stesso universo.


Se TheCW intende fare con The Flash quello che ha fatto con Arrow non commettendo le medesime leggerezze della prima stagione (che non vanno ad intaccare comunque la qualità del prodotto), le possibilità di creare il comicshow più bello della tv ci sono tutte, vista anche la potenza iconica del personaggio.

4x05 - The Normal Heart: lacrime ed indifferenza nella caccia alle streghe dell'omosessualità

DOVETE guardarlo. Seriamente, prendetevi un paio d'ore e guardatelo. Fatelo con la fidanzata, con il vostro miglior amico, con vostra sorella o coi vostri genitori, ma diavolo, fatelo. So che ora vi starete chiedendo "vedere che cosa?!" Ed io qui vi rispondo senza remore The Normal Heart, il nuovo tv movie di HBO, un piccolo gioiello che vi farà riflettere, arrabbiare e piangere.


 Prodotto e diretto da Ryan Murphy (già autore di Glee, American Horror Story e Nip/Tuck), il film si basa sullo screenplay autobiografico di Larry Kramer, che racconta della scoperta e della presa di consapevolezza dell'AIDS in America nei primi anni "80, e di come gli attivisti gay si ergano dall'emarginazione in cui lo stato li aveva rilegati per combattere le discriminazioni e il silenzio politico che vigeva su quella che si è poi rivelata la piaga virale dei tempi moderni. Ad interpretare questi guerrieri realmente esistiti e la loro crociata, sono stati chiamati in causa popolari nomi del cinema quali Mark Ruffalo, Julia Roberts ed Alfred Molina e del panorama televisivo quali Matt Bomer (White Collar, Chuck), Jim Parsons (The Big Bang Theory), Taylor Kitsch (Friday Night Lights)
e Corey Stoll (House of Cards, The Strain). 


 L'80% del compenso degli attori è stato devoluto a strutture mediche, istituti di ricerca, aiuto ai parenti delle vittime e campagne attiviste. L'esperienza narrativa per la spettatore è potente, emozionante e dolorosa in quanto senza mezzi termini viene sballottato da un contesto all'altro in cui si vede come la figura dell'omosessuale venga rilegata a quella della persona malata psicologicamente e fisicamente, in grado di infettare con la propria natura tutte le altre apostrofate come i "normali". Avete presente il binomio esseri umani e zombie? Murphy fa respirare qualcosa di molto simile in una realtà stavolta tangibile, dove gli infetti sono i gay e non creature di fantasia, e questo colpisce lo spettatore dritto al cuore. Infatti, non empatizzare con i personaggi e le situazioni è davvero impossibile, le prestazioni attoriali di Julia Roberts, Alfred Molina e Mark Ruffalo sono incredibili sebbene i riflettori vadano puntati su Matt Bomer che per offrire maggiore fedeltà ai fatti e credibilità al suo personaggio ha subito una vera e propria trasformazione perdendo 18 kg e rischiando il collasso sul set.
 

 Ryan Murphy racconta che scegliere prevalentemente un cast omosessuale serviva a rendere più credibile il tutto e a sensibilizzare l'opinione delle masse, perché se fa rabbrividire il comportamento che lo stato e la società aveva solo una trentina di anni fa, purtroppo ancora oggi esiste una grossa fetta di idiozia ed omofobia che non riesce ad accettare che l'amore non conosce sesso. Nel backstage viene rivelato che sul set non sono state usate lacrime artificiali, gli attori hanno pianto sul serio per più di mezz'ora, terminando le riprese con un abbraccio corale insieme alla crew.

 

The Normal Heart non è una pellicola leggera o spensierata, ma ripaga lo spettatore con gli interessi. Il livello del film è di caratura cinematografica, e l'approccio alle vicende è vivido e viscerale, ma questa produzione vincitrice fra le altre cose di Emmy, ha già avuto modo di dimostrare quanto sia effettivo il suo valore rendendola l'opera prima di Ryan Murphy nonché una visione OBBLIGATA per chiunque abbia un briciolo di sensibilità o buon gusto per il cinema.

4x04 - Scorpion: gli hacker salveranno il mondo

- Non ricordo di avertelo chiesto, Einstein!
- Einstein aveva un QI di 160, il mio è di 197.


Adoro i personaggi che vincono con l'intelligenza. È il motivo per cui ho apprezzato serie come Prison Break, The Mentalist, Lie to Me e Mind Games. </Scorpion> riprende tutte queste tematiche e le affibia ad un gruppo di quattro nerd. La più grande paura quando parli ad un appassionato di serie tv di "nerd" è che il collegamento immediato si crei subito con The Big Bang Theory, ma vi posso rassicurare che non ci potrebbe essere niente di più lontano. Ecco in sintesi la trama di </Scorpion>, che è bene precisare, si ispira a storie e fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistenti.Walter è fra le cinque persone più intelligenti al mondo, al punto che all'età di 10 anni riesce ad hackerare il sistema di difesa della NASA. Diversi anni dopo viene ingaggiato dalla Homeland Security per formare e guidare un team di prodigiosi nerd per far fronte alle complesse minacce dell'era moderna che normali agenti di polizia non sono in grado di gestire. Il team sarà formato dal comportamentista Toby, dal genio di meccanica Happy e dal matematico Sylvester.


 La trama è stata ovviamente ridotta all'osso per evitarvi il più piccolo spoiler e rovinarvi così la visione di 40 minuti d'azione, intelligenza e buona scrittura. Da un punto di vista artistico abbiamo nel cast Elyes Gabel (Game of Thrones), Katharine McPhee (Community), Robert Patrick (The X-Files) ed Eddie Kaye Thomas (American Pie), mentre a produrre e scrivere la serie troviamo Alex Kurtzman (Star Trek, Fringe) e Roberto Orci (Mission Impossible, Now You See Me: I Maghi del Crimine).


 La struttura dell'episodio è prettamente verticale e nonostante ci siano molte argomentazioni scientifiche e tecnicismi del caso, la serie non risulta lenta o noiosa visto che l'azione non viene minimamente sacrificata: si passa ad un contesto all'altro con fare veloce, il senso di pericolo ed emergenza è costante e non è possibile prevedere cosa stia succedendo visto che i problemi e le relative soluzioni causano situazioni diverse l'una dalle altre. Se pensate che l'unica particolarità dello show possa essere quella di mettere insieme una squadra di geni al posto di poliziotti, detective e federali del caso, vi sbagliate: la più grossa componente dello show sono le fobie sociali e le manie comportamentali tipiche dei grandi geni e con cui è difficile per antonomasia relazionarsi per le masse; questo il più delle volte influisce sulle situazioni e sul rapportarsi alle altre figure 'ordinarie' presenti nello show, generando conflitti molto umani e in cui è possibile empatizzare quando si entra nel vivo della difficoltà. A fine episodio, l'idea che resta dello spettatore è di essere stato rapito da un'incredibile serie di eventi che si susseguono a raffica e che siano state gettate le basi per costruire qualcosa di grosso all'interno delle dinamiche del gruppo, nel corso del primo episodio che è davvero denso di eventi e ricco d'azione.


</Scorpion> offre un pilot straordinariamente avvincente e sfrutta concetti già utilizzati da altri prodotti in modo diverso, originale, razionale ed al contempo estremo per quanto perfettamente plausibile, portando in scena situazioni adrenaliniche e personaggi carismatici in grado di compiere gesti incredibili. L'unica incognita in questa produzione resta la strada che vuole intraprendere la serie: saranno solo ed esclusivamente episodi autoconclusivi o sullo sfondo si svilupperà una trama che progredirà puntata dopo puntata? Per saperlo non rimane che continuare la visione, e questo primo episodio ne invoglia eccome il prosequio.

4x03: History fa una magia di due ore chiamata "Houdini"

Un pugno nello stomaco. Vedere la miniserie tv evento di History (già nota per l'eccellente Vikings) dedicata al leggendario illusionista escapologo Harry Houdini interpretata da un incredibile Adrien Brody, non potrebbe definirsi diversamente; e non è un modo di dire, mai espressione fu più appropriata, e guardandola capirete il perché.


 Ispirata dal romanzo del 1976 "Houdini: A Mind in Chains: A Psychoanalytic Portrait" scritto da Bernard C. Meyer, e sviluppata per la tv dal figlio Nicholas, la storia racconta la vita di Houdini prima ancora di assumere questo nome d'arte: tramite dei flashback ci viene mostrata la sua infanzia, i primi passi compiuti in questo mondo, i suoi mentori ed anche i grandi numeri che lo hanno reso famoso nel mondo; ma non si ferma qui: perché ci viene mostrato il suo passato da spia in Europa per conto del governo americano fino al momento della sua dipartita.


 La particolarità di questa miniserie è il binomio scelto per raccontare la storia: Houdini narra a posteriori la sua esistenza contrapponendo immagini e scenari caratteristici dell'epoca accompagnandola ad una regia dinamica ed action insieme ad una colonna sonora estremamente vivace e moderna: la contrapposizione è spettacolare da un punto di vista narrativa e stilistica, incantando letteralmente lo spettatore che si sente parte delle vicende e che riesce a stupirsi dell'ingegno dell'uomo dietro alla magia che viene opportunamente spiegata risultando sempre incredibile ma plausibile allo stesso tempo.

Slowmotion, effetti speciali e 3D giostrano insieme ad una regia accattivante e veloce alternandosi a location incredibili ed una grande interpretazione, divertendo, appassionando ed anche commuovendo. Ottima anche la scelta del cast in cui spiccano i nomi di: Adrien Brody (The Pianist, Midnight in Paris), Kristen Connolly (The Good Wife, House of Cards) ed Evan Jones (Glory Road, Gangster Squad).


La sceneggiatura ha diversi elementi importanti su cui punta a più riprese i riflettori nel corso del suo sviluppo: la vita, la morte, la paura, i limiti, la solitudine, il rischio, l'amore e il sovrannaturale; nonostante la diversità degli stessi, quello che accomuna tutti i fattori sopra citati è Houdini che si ritrova catapultato da un contesto all'altro come fosse in balia degli eventi. Non riesce a pensare di poter vivere una vita senza esserne il protagonista assoluto e sente continuamente il bisogno di dover dimostrare qualcosa a qualcuno a prescindere dai tempi che passano, dai paesi che cambiano, dalla modernità che incombe, dalla guerra che imperversa. Di rado vi troverete davanti a così tanta qualità manifestata in così breve tempo, con un protagonista tanto fascinoso quanto carismatico.


History ha saputo dimostrare di essere in grado di produrre nuove realtà televisive che possono tranquillamente mettersi a paragone col panorama cinematografico uscendone a testa alta. Condensare in poco più di due ore tanta qualità è cosa rara, e vista anche la brevità del prodotto, se cercate un biopic entusiasmante e godibile, Houdini è una visione obbligata senza riserva alcuna.

4x02 - Z-Nation: quando The Walking Dead è fatto dai Vanzina

Premessa. Se mi leggete da un po', saprete bene che uno dei miei più grandi hype tramutatosi nel tempo in uno dei più grandi fail, è la serie tv di The Walking Dead. Dopo aver letto il fumetto originale, la serie tv diventa di stagione in stagione quanto di più inguardabile, lento e discutibile ci sia in termini di sceneggiatura. Perché? Perché quando hai a disposizione registi di questo livello, un cast così e un makeup artist che fa il mazzo a tarallo a quello di tre quarti del cinema a tema, non ti resta altro che seguire una sceneggiatura vincente e godibile che qualcuno ha già scritto per te per garantire il successo annunciato... anziché cambiare tutto e rovinare quanto di bello era possibile fare come invece è successo.


Z-Nation poteva avere l'occasione di correggere il tiro della serie di AMC, e invece quello che mi sono trovato a vedere è stato una quarantina di minuti costernata di effetti speciali osceni, un cast di sconosciuti dove gli unici due volti noti ed importanti ai maniaci seriali, trovano rispettivamente la morte nell'episodio pilota e voce narrante lontana dall'azione; oltre che una sceneggiatura pessima ed un concentrato di action tamarro, splatter e surreale. Se c'è una cosa che fa davvero arrabbiare è l'assenza di reazioni umane plausibili da parte dei personaggi: in Z-Nation emergono un sacco di stereotipi, cliché e già visto nei numerosi film del genere da far sembrare The Walking Dead un capolavoro.

La trama è presto detta: un virus trasforma la gente in zombie, nel giro di tre anni governi ed eserciti sono caduti e l'unica speranza sembrerebbe essere un paziente x che porta nel suo sangue l'antidoto che impedisce il contagio. Una squadra improbabile si ritrova per una serie di eventi a doverlo trasportare sino in California dove sarà possibile elaborare un vaccino per fermare l'apocalisse in terra.


 La particolarità dello show e forse l'unico lato positivo del pilot, sta nella varietà degi zombie: alcuni sembrano correre, altri sembrano essere più forti di altri ed altri ancora invece organizzano vere e proprie imboscate ai danni dell'uomo; il perché vi sia questa differenza di classi nella specie tuttavia non viene spiegata allo spettatore e sembra una cosa perfettamente plausibile per i sopravvissuti al contagio; questo va a vanificare l'unica novità introdotta nel filone.


Il problema più grosso del pilot di Z-Nation è che non invoglia la prosecuzione della visione: i personaggi non hanno carisma, non creano empatia ed immedesimazione, la storia non sembra puntare su chissà quale risvolto narrativo e il tutto sembra confezionato per quella fetta di pubblico che non apprezza invece la cosa migliore di The Walking Dead: le situazioni dei personaggi, le relazioni, i sentimenti, le paure e la psicologia di sopravvissuti che si ritrovano a dover fare qualsiasi cosa combattendo con i propri limiti e le proprie paure in un mondo che non gli appartiene più e che probabilmente li porterà all'estinzione. Se vi annoiano le scene di introspezione e volete violenza ed azione nonsense, splatter e tamarrate a caso, allora sì: Z-Nation è una visione obbligata; viceversa Dio ve ne scampi.

4x01 - Prime impressioni a caldo su Gotham


Avevo un grande hype nei confronti di Gotham.
Sia perché avevo letto un po' di volumi a fumetti di Gotham Central a cui la serie tv fa riferimento e mi erano piaciuti molto, sia perché ho apprezzato parecchio The Mentalist realizzato dalla stessa mente del nuovo show targato DC Comics, Bruno Heller. Eppure, a caldo, l'ho trovato al di sotto delle mie personali aspettative.
La recensione che segue non ha spoiler per quanto riguarda personaggi o sviluppi della trama, quindi sentitevi liberi di leggerla senza rovinarvi nulla anche qualora non aveste visto il pilot.


Per i pochi che non lo sapessero, Gotham può considerarsi un prequel, non tanto del personaggio di Batman e della crescita che porterà Bruce Wayne ad intraprendere questo percorso, ma anche del percorso di formazione di un giovane Jim Gordon non ancora commissario, qui protagonista assoluto, così come dei villain che popolano la famigerata città (in questo pilot iniziamo parlando del Pinguino, di Catwoman, dell'Enigmista e di Poison Ivy), motivo che ha giustamente portato la crew a chiamare la serie con il medesimo nome della città che ospita tutte queste personalità legate l'una all'altra e i cui destini s'intrecceranno inesorabilmente.

 


 Partiamo subito col dire cosa funziona sin dalle prime battute: Gotham. Grazie agli effetti visivi e alla stagione in cui lo show viene girato, la città è stata immortalata come se uscisse dal fumetto: quell'atmosfera carica di gelo, oscurità e vapori mesta ad un cielo sempre grigio o oscuro resta intatta e sembra uscita dritta dritta da una graphic novel (e New York è un set perfetto per ospitare le vicende di questi personaggi). Fra vetture anonime, gargoyle ed un distretto di polizia pregno di scartoffie e luci soffuse, non è facile nemmeno capire in che periodo storico preciso ci troviamo, e ciò esercita un fattore fascino estremamente positivo. Le musiche non particolarmente memorabili risultano d'atmosfera in alcuni momenti chiave dell'episodio, senza particolari lodi almeno per questo primo episodio.


I personaggi sono (quasi) tutti sul pezzo sin da subito, per quanto la trama tenda a celare la natura di alcuni characters come promesso da Heller è invece piuttosto facile intuire l'orientamento comportamentale dei corrotti così come dei ligi al dovere fatta ad eccezione di qualche mistero nascosto e solo accennato o libertà creative su alcuni personaggi non ancora sufficientemente caratterizzati nel pilot per poterne parlare. Gli eventi si susseguono con un filo narrativo fruibile a tutti sin dalle prime battute, e si formulano un paio di sottotrame che vanno ad intrecciarsi con il tema portante dello show, ma non basta a chiudere un occhio sulla semplicità della scrittura.


L'episodio in sé è estremamente lineare e prevedibile.
I risvolti della sceneggiatura sembrano ridotti ai minimi termini e forse il personaggio più interessante mostrato in questo episodio pilota è proprio Fish Mooney che in quanto originale ed inedito nel fumetto, nonostante le chiare intenzioni dello stesso, riesce a portare una ventata d'aria fresca interagendo con letale sensualità, attraverso alcuni personaggi il cui casting risulta azzeccato, ma che si muovono senza eccessivo entusiasmo.


Una puntata è davvero poco per giudicare, ma l'opinione che si ha dopo aver visto quest'episodio è che non sia stato spremuto a pieno il carisma di cui trasudano questo universo e i personaggi che lo popolino: senza i nomi di richiamo eccellenti sul piatto, sembra di trovarsi di fronte ad un procedurale come tanti altri in cui la corruzione è talmente radicata da aver avvelenato la città che ospita le storie dei suoi personaggi. Dobbiamo chiederci: se non sapessimo che questa città è Gotham e che questi personaggi sono destinati a diventare Batman, Catwoman e Pinguino continueremo a guardare questa storia come si evolve o ci dirigeremo verso altri prodotti? Dopo questo pilot non direi un "sì" a scatola chiusa, voi? Non ho ben chiaro quale sarà il filo conduttore della stagione e come chi non ha avuto spazio in questo primo episodio, evolverà il suo percorso strada facendo, ma le premesse fanno sembrare Gotham il classico procedurale in cui tutto si evolve graduamente, con un'escalation lenta, e nel mezzo l'azione e la violenza che la fanno da padrone.


Gotham ha totalizzato la bellezza di 8.71 milioni di telespettatori avendo contro il fortissimo The Big Bang Theory su CBS, questo per FOX è stato il risultato più significativamente alto per una premiere dai tempi del lancio di Prison Break, ma tradisce a metà le promesse fatte fra interviste e dichiarazioni lasciando addosso la consapevolezza che un prodotto che potrebbe essere grandioso, sia stato gestito solo discretamente.
 
Gotham in futuro deve avere il coraggio di osare di più nei prossimi episodi, di esplorare in maniera più viscerale la psicologia dei personaggi e dimostrare che essi possano funzionare camminando sulle proprie gambe. In questo primo episodio si sono cementati i primi grandi legami e gettate le basi per qualcosa di grosso, e sicuramente il tutto per come è stato confezionato si presenta sopra la sufficienza, ma si spera che l'evoluzione scelta per raccontare questa storia migliori davvero tanto e che lo spirito e il carisma che questi personaggi trasudino riescano a trovare il giusto spazio sullo schermo come nelle tavole e che questa serie abbia successo per merito e non perché le pedine che vi si muovono all'interno di questo universo hanno un successo acclamato di ben 75 anni.