martedì 31 luglio 2012

2x43 - Ted: quando Teddy Ruxpin è posseduto da Peter Griffin

In un panorama cinematografico spesso criticato in tempi recenti per mancanza di idee ed originalità, è diventata consuetudine attingere a storie appartenenti ad altri circuiti mediatici quali libri, fumetti e videogiochi per presentare produzioni convincenti; eppure c'è chi ha osato di più provando a prendere le menti geniali dietro la creazione di quei prodotti per provare a farli misurare sul grande schermo: è il caso di Seth MacFarlane, conosciuto in Italia per essere il creatore delle serie animate I Griffin, American Dad e The Cleveland Show, oltre che in patria per essere il doppiatore di alcuni dei suoi più celebri personaggi. La giovane, fortunata ed estrosa personalità di MacFarlane ha portato quindi le atmosfere dissacranti e politicamente scorrette dei suoi prodotti in un film live-action di prossimo arrivo nelle sale italiane, che avendo avuto la fortuna di visionarlo in anteprima, m'appresto a recensirvi l'ultima chicca targata Universal, Ted.


La storia di Ted, ha in incipit fiabesco: nel Natale del 1985, il piccolo John Bennet, schernito dai coetanei e condannato ad un'esistenza solitaria esprime in desiderio che l'orsacchiotto ricevuto in dono dai genitori si animi e diventi il suo miglior amico, rimanendo 'vittima' del consueto miracolo natalizio; l'indomani l'orso prende vita e inizia il suo rapporto d'amicizia con il bimbo rendendolo nel tempo una persona più sicura e confidente delle proprie capacità e in grado di costruirsi una vita sociale. Tuttavia da allora sono trascorsi molti anni, e nel 2012, Ted è cresciuto al fianco di John diventendo un concentrato di trasgressione, volgarità e cattive abitudini. Questo va in contrasto con la problematica accettazione dell'età adulta di John, trentacinquenne fidanzato da quattro anni con Lori che intenzionata a formare una famiglia con lui, lo mette di fronte ad un bivio: o lei, o Ted. 


Senza rivelarvi ulteriormente dettagli succosi della trama, è doveroso soffermarsi su come un plot abbastanza banale, trito e ritrito tipico dei film per i più piccini e famiglie, possa dar vita a innumerevoli situazioni esilaranti se trattato senza filtri: accantonate le atmosfere fiabesche alla Toy Story, ciò che fa impazzire di Ted sono quel concentrato di spudorata sincerità ed umanità che lo rendono protagonista di sconcerie e aneddoti farciti di cultura-pop (i più grandicelli adoreranno i riferimenti a Flash Gordon), il fatto che come avviene per Brian il cane dei Griffin, Ted nonostante la sua natura prettamente fantastica ed irreale, venga trattato da tutti come una sorta di ex-star consumata perfettamente integrata nella società umana; un qualcosa di cui non stupirsi più -segno di come l'essere umano tenda nel tempo ad abituarsi allo straordinario considerandolo ordinario in favore di nuove mode-. Proprio come nei prodotti tipici di MacFarlane le situazioni citate nel film subiscono l'instant flahback, stratagemma usato di recente anche in diversi prodotti mediatici come sitcom quali Scrubs ed How I Met Your Mother, oltre che gag che traggono la propria forza nel botta e risposta e raramente sfociano nel nonsense demenziale di cui è farcita la comicità facile tipica delle americanate. Per quanto la storia sappia ben distribuire comicità smisurata, azione, sentimento e persino atmosfere di suspance e dramma, ci sono tuttavia alcuni errori di gestione basilari che impediranno al film di essere considerato un capolavoro nel suo genere: in primis la sbagliata manovra mediatica che spinge il titolo ad essere una trasposizione con attori in carne ed ossa delle serie di MacFarlane, quando la formula di un episodio di poco più di venti minuti difficilmente riuscirà a mostrarsi azzeccata e vincente in quasi due ore di pellicola, in secondo luogo ma non meno importante, per apprezzare interamente tutte le chicche e i rimandi nel film, dovete tassativamente essere nerd o comunque aver una buona conoscenza del sistema televisivo americano e delle passate opere di MacFarlane (ad esempio, la lotta fra Ted e l'anatra James Franco è un chiaro richiamo alla sfida fra Peter e il Pollo Gigante), seppur non escluda che nel corso dell'adattamento italiano alcuni nomi possano subire variazioni come già successo in passato. In ultimo, è opportuno specificare che questo titolo è prettamente nello stile del cartoonist, e che se non avrete apprezzato le sue produzioni animate e il suo approccio a personaggi e storie, difficilmente vi farete rapire dalla pellicola.


Da un punto di vista artistico, c'è da rimanere soddisfatti: è divertente e quanto pià sfizioso vedere il serissimo actionman Mark Wahlberg (The Departed, Contraband) vestire i panni di un -concedetemelo -cazzone sulla trentina che non vuole saperne di crescere, una sensuale Mila Kunis (Max Payne, Amici di Letto) che sa prendersi in giro nelle situazioni più disparate, uno straordinariamente inquietante Giovanni Ribisi (Friends, My Name is Earl) nel ruolo del villain e lo stratosferisco Seth MacFarlane che oltre che scrivere la sceneggiatura darà la voce a Ted. Un ottimo lavoro la fa anche la CGI, pulita e senza sbavature nelle animazioni di Ted così come scarna e piuttosto grezza nel replicare alcuni flashback a tema, molto buone anche le tracce strumentali sempre appropriate ai toni.

 

Ted è stato esattamente cosa ci si aspettava: salvo qualche insicurezza alla regia e ingenuità nella sceneggiatura in un paio di scene, MacFarlane confeziona un film divertente, con diversi spunti di riflessione, momenti drammatici e una morale di fondo fiabesca, ostentando volgarità senza cadere nel grottesco. Un film riuscito, completo e ricco di colpi di scena dall'inizio alla fine che saprà intrattenervi fino all'ultimissima scena. Speriamo in un buon adattamento italiano.


venerdì 13 luglio 2012

2x42 - Per il potere di Grayskull!

Avete già messo "Mi piace" alla pagina ufficiale Facebook del blog? Come? Non ancora?! Beh, allora i reduci degli anni "80 avranno un motivo in più per farlo ora, visto che vi troveranno all'interno in contemporanea con la pubblicazione americana, il primo volume della nuovissima graphic novel tratta dal franchise di successo He-Man and The Masters of the Universe.


Che cosa? Credete di conoscere già la storia?
Beh, avrete modo di ricredervi! Il bellissimo remake realizzato da DC Comics, non solo riporta lo stile di disegno agli albori presentando un tratto pulito e fedele all'originale, ma vi presenta una trama inedita e completamente nuova con azione al cardiopalma, misteri ed atmosfere che oscillano dal fantasy all'horror!

Per cui cliccate a questo link, mettete "Mi piace" e tenetevi pronti a fare ritorno ad Eternia!

martedì 10 luglio 2012

2x41 - Il remake dei Thundercats è davvero figo

Adesso non avrete neanche motivo di leggervi la recensione, visto che il mio pensiero dopo aver visto l'episodio pilota lungo un'ora è racchiuso nelle poche parole nel titolo del post, ma se volete capire il perché le ho scritte, vi consiglio caldamente di mettervi comodi e leggere quanto segue.

Se siete piccoli (non dico giovane perché sono ad un passo dai trent'anni e sono estremamente giovane!), nella migliore delle ipotesi, la sopra citata serie l'avete a malapena sentita nominare, eppure i popolari personaggi originariamente creati da Tobin Wolf e portati sul piccolo schermo dalla Rankin/Bass sono diventati icone pop di culto in America negli anni "80, generando una lunga e fortunata serie televisiva, un film per la tv, una lunga serie a fumetti, dei romanzi, videogiochi ed una smodata serie di action figures. A distanza di oltre venticinque anni da allora, è giunto il momento per i felini di tornare in tv.


Da generazione, i Thunderian hanno vissuto nel Regno di Thundera. Di generazione in generazione, la Spada della Veggenza viene tramandata ai figli legittimi del re, sprigionando se impugnata con la giusta determinazione prepotenti fulmini in grado di sbaragliare il nemico. Quando un violento esercito di Lucertole guidato da Mumm-Ra e Grune il Distruttore rade al suolo l'impero, i pochi Thundercats sopravvissuti capitanati dal principe Lion-O fugge nello spazio alla ricerca del Libro della Veggenza e della leggendaria tecnologia che potrebbe aiutarli a vincere nella guerra contro i terribili avversari. Sono stato piuttosto sommario nel presentarvi la trama perché la storia è davvero interessante e sviluppa notevoli colpi di scena, motivo per cui sarebbe un peccato rovinarvela in qualche riga di recensione. Amalgamando alla perfezione atmosfere fantasy a sci-fi, vi troverete di fronte ad una vera e propria epopea che grazie all'eccellente realizzazione tecnica, piacerà anche ai più piccoli. A curare la produzione animata del remake in onda su Cartoon Network, è infatti lo Studio 4C (Spriggan, Animatrix, Berserk: Gli Anni d'Oro) che dona un restyle totale dall'ambientazione ai protagonisti, alle fluidissime animazioni nelle concitate scene d'azione che rendono il prodotto molto al di sopra della media. Senza lodi particolari la colonna sonora svolge il suo compito senza sfornare tracce particolarmente memorabili, molto buono invece il doppiaggio italiano.


Thundercats è una serie cult che merita almeno un'opportunità in questo suo ringiovanimento. Molto probabilmente i fan storici non apprezzeranno questo cambio di rotta nel design che rende la muscolatura dei personaggi meno voluminosa e i loro lineamenti più dolci, ma che manterrà intatti fascino e carisma.

sabato 7 luglio 2012

2x40 - The Amazing Spider-Man? Tanto Spectacular, poco Ultimate

Il mio senso di ragno pizzicava in modo esorbitante qualche giorno fa, in coda alla biglietteria per la prima del nuovo film incentrato sulle gesta del nostro simpatico Uomo Ragno di quartiere, e se dapprima pensavo fosse mero entusiasmo, man mano che il film proseguiva, ho avuto modo di percepire indistintamente il pericolo... ma andiamo con ordine.


Come tutti saprete, dopo la dipartita di Sam Raimi, il quarto e il quinto capitolo delle avventure cinematografiche dell'arrampicamuri, sono venute a meno. Per molti ciò è una pessima notizia, visto che la trilogia realizzata da Raimi è stata oltre ad essere quella che ha inaugurato il fortunato e longevo sodalizio fra cinecomics ed Hollywood, una trasposizione molto buona e senza sbavature (tranne qualche scivolone nel terzo capitolo) del personaggio creato da Stan Lee; d'altro canto Raimi che è da sempre affezionato al primo Spidey, non ha mai digerito i nuovi avversari, al punto che dopo aver bistrattato il personaggio di Venom, era intenzionato a introdurre l'Avvoltoio come main-villain e presentarlo come padre di Peter: lo so, ora è il vostro senso di ragno ad impazzire. Ecco perché l'approccio del nuovo regista, Marc Webb (nessuna b di troppo nel cognome, del resto mica è un nome d'arte) decide di distaccarsi dall'approccio classico al personaggio prendendo per esempio l'ultima incarnazione a fumetti ispirat al protagonista: paradossale quindi che The Amazing Spider-Man sia in realtà ispirato ai primissimi volumi de Ultimate Spider-Man. Questa premessa è necessaria perché l'universo Ultimate gioca un'importanza incredibile per la casa delle idee visto che a partire dal nuovo millennio, visto che riscrive completamente le origini dei personaggi di ieri ai giorni d'oggi e rendendoli accessibili anche ai lettori più giovani e freschi, che altrimenti con decenni di storie alle spalle, non avrebbero la più pallida idea di dove cominciare.


E' in questo contesto che Tobey Maguire viene rimpiazzato da Andrew Garfield (The Social Network, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo), offrendo un modello più sbarazzino ed ispanico, cosa che può far storcere il naso ai tradizionalisti, ma non certo chi legge le ultimissime storie dell'universo ultimate, dove come abbiamo avuto modo di parlare qualche tempo fa, Parker è stato sostituito da un giovanissimo ragazzo di colore, Miles Morales, nel corso della sua seconda stagione ufficiale. La prima cosa che viene spontaneo notare è il cambiamento del contesto famigliare di Peter: vediamo i suoi genitori per la prima volta, scopriamo che suo padre, Richard, era uno scienziato che lavorava sulla combinazione genetica di due specie differenti e che è costretto alla fuga proprio a causa dei suoi esperimenti, con il conseguente abbandono del ragazzo agli zii. Questa cosa influirà molto sulla crescita comportamentale e spirituale dello stesso Peter che una volta adolescente, decide di mettersi alla ricerca della verità sui suoi genitori, entrando in contatto con un collega di lavoro del padre, lo scienziato Curt Connors ora a lavoro sul medesimo progetto del padre. La sete di sapere di Peter lo porterà dapprima al fatidico morso del ragno radioattivo nel laboratorio della Oscorp, e successivamente ad esternare la sua personalità e la voglia di rivalsa di un nerd che non ne può più dei soprusi da parte dei soliti prepotenti, portandolo a ribellarsi alle stesse figure genitoriali che erano gli zii. Sapete già se avete letto fumetti, visto cartoni animati, film o giocato videogame di origini, che destino spetta al povero Ben, interpretato qui da un convincente Martin Sheen (Spawn, Apocalypse Now); eppure questo film va soprendentemente al di sopra del classico "da grandi poteri derivano grandi responsabilità", anzi, per quanto l'ovvio tema essendo un film di origini venga tassativamente toccato, quello portante è "tutti i segreti hanno un costo". E' un segreto il fatto che il Dr. Connors testi su di sé il siero creato dall'algoritmo che Peter con l'aiuto dei documenti di suo padre, è riuscito a risolvere, diventando Lizard, è un segreto con i suoi zii il morso del ragno che lo ha cambiato per sempre, ed è soprattutto un segreto con la bella ed intelligente Gwen Stacy, interpretata da una dolce e fascinosa Emma Stone (Benvenuti a Zombieland, Gangster Squad) e i conflitti con suo padre, comandante capo delle forze di polizia.


Il film lancia multiple storyline ad intreccio e tanta carne al fuoco, concentrando i contenuti in poco più di due ore, come neppure la scorsa trilogia era riuscita a fare: moltissima è l'azione che si respira, frenetiche e concitate le scene di battaglia, eppure qualcosa non torna. Il nuovo Parker riesce ad essere dinamico, scherzoso e irriverente proprio come quello dei fumetti, cosa in cui non era riuscito quello di Raimi, ma a tratti è serioso e troppo cupo, dark, quando per forza di cose, Spider-Man non può essere Batman. Snaturata anche la personalità di Connors, trasformato in un megalomane che neanche si credesse Godzilla scala la torre più alta della città allo scopo di contaminare l'intera Manhattan con il siero che tramuta tutti in lucertoloni, rimane adorabile Gwen anche se fa sorridere l'idea di aver scelto la Stone per interpretarla, attrice notoriamente rossa naturale e probabilmente più consona a vestire i panni di Mary Jane, così come il divertentissimo cameo di Stan Lee, contro ogni aspettativa, assolutamente assente la figura di J.Jonah Jameson, ma trattandosi di un film di origini, può starci. 


The Amazing Spider-Man riparte da zero e lo fa cambiando tutto o quasi: dai suoi protagonisti al costume, dai toni dei dialoghi allo svolgimento della storia. Purtroppo è un prodotto riuscito a metà che deluderà i fan storici del ragno e potrebbe invece intrattenere i più giovani: combattimenti acrobatici ed adrenalinici come nel fumetto la fanno da padrone insieme a battute taglienti, ma alternandosi a toni decisamente troppo drammatici, dark e complottisti che possono incuriosire lo spettatore ma si distaccano dal tema portante delle storie a fumetti su cui si sorregge il personaggio. Contrariamente ad ogni aspettativa, il nuovo cast convince molto, a differenza della regia che in maniera sbrigativa ha la pretesa di raccontare troppo ed approfondire tutto, rendendo la normale sequenza di eventi poco gustosa e talvolta prevedibile. Ad ogni modo se avete visto la scena dopo i titoli di coda, sapete che c'è ancora una questione in sospeso, e il pronostico di un sequel è solo una realtà ufficiosa, che attende di divenire ufficiale.

martedì 3 luglio 2012

2x39 - Smallville continua a fumetti e presenta Batman

 
Se siete degli appassionati di Superman, icona storica del supereroe americano per eccellenza, allora non vi sarete sicuramente persi la fortunata e longeva serie tv che ne riscrive le giovani origini, Smallville. Nella serie prodotta da Warner Bros e con protagonista Tom Welling nei panni dell'adolescente Clark Kent, veniamo a conoscenza del lungo (ed inedito) cammino che ha portato Kal-El a prendere consapevolezza delle proprie capacità ereditate dal suo passato e del proprio destino che cambierà il suo futuro. La serie che riscrive la storia introducendo nuovi personaggi e sovvertendo l'ordine degli eventi, è tuttavia legata a limiti di budget, un rating inferiore e schemi televisivi piuttosto precisi: Clark non scoprirà subito i suoi poteri ne le proprie origini aliene, spesso ci si troverà di fronti a triangoli amorosi e gelosie problematiche in grado di far impallidire Gossip Girl o One Tree Hill, come ogni teen-drama che si rispetti. Dopo un percorso lungo dieci anni, è arrivato il momento che tutti i fan aspettavano con trepidazione: Clark è giunto a Metropolis, innamorato come non mai di Lois Laine, ed è finalmente venuto per lui il momento, di indossare la tuta blu con la famosa S e il mantello rosso. Ma è proprio in quel frangente che la serie tv termina lasciando con l'amaro in bocca i fan storici di Superman.


Non fraintendetemi: anche a me spiace non aver potuto ammirare più a lungo Welling vestire i panni dell'uomo d'acciaio, ma dovevamo aspettarcelo visto che la serie aveva lo scopo di narrarci il percorso di crescita e maturazione di Clark fino all'accettazione del suo ruolo nell'universo, quindi era normale che la serie qui terminasse. Dall'altra parte i più maliziosi sospettano che concludere la serie così implichi la consapevolezza che l'addentramento a pieno nel Super-Universe imponga battaglie al cardiopalma in volo, nello spazio e a colpi energetici ed esplosioni, difficilmente gestibili con il budget destinato ad una serie tv. Motivo per cui, come già fu fatto ai tempi con altri serial del medesimo network quali Buffy: The Vampire Slayers e Fringe, si è pensato di continuare la serie tv con un fumetto ufficiale, la cui sceneggiatura è scritta niente poco di meno che da alcuni produttori esecutivi e showrunner del drama televisivo. Con il titolo semplice ed intuitivo Smallville Season #11, il filone narrativo della serie tv trova quindi il naturale prosequio, ripartendo proprio da dove la storia su schermi terminava, senza più problemi di budget e ascolti, e guadagnandosi soddisfacenti riscontri di critica e pubblico, aggiudicandosi anche il primato del digital comic più scaricato fra le serie DC Comics. E proprio dallo sconfinato universo di personaggi della DC, Smallville ha preso in prestito diversi personaggi a far da special guest-star a Supey: da Freccia Verde ad Aquaman, da Impulso a Cyborg, da Supergirl a Booster Gold. Un grosso nome manca all'appello, ma ecco che fa la sua spettacolare comparsa nel quinto volume della novel, di chi stiamo parlando? Batman.


Della trama della storia in questione ci è dato sapere poco se non che un vigilante conosciuto come Batman sta seminando il terrore fra i bassifondi, cercando l'assassino dei suoi genitori. E' chiaro sin dall'inizio che il personaggio ha subito un restyle come avvenne per lo stesso Kent, complici il nuovo costume e un'inedita Nightwing donna al suo fianco, al posto di Robin. Per sapere cosa scatenerà all'interno della serie un incontro di queste proporzioni non rimarrà che attendere la pubblicazione italiana della storia.

lunedì 2 luglio 2012

2x38 - Berserk torna al cinema, e convince a metà

Quale problema non affligge un lettore di comics ma affligge un lettore di manga? Non sono posseduto dallo spirito di Edward Nigma, ma voglio far capire a quella fetta di lettori del made in USA quanto può essere stressante seguire una serie pubblicata in Italia ancora in corso in Giappone: i volumi escono a cadenza trimestrale in patria, e giungono da noi solo con diverso ritardo, aggiungete il fatto che non si hanno diversi autori al lavoro sulla stessa serie, ma uno solo con uno staff di aiutanti al suo seguito. E con queste prerogative ci si può imbattere in tre tipi d'autori: il cagionevole, come ad esempio Toshihiro Togashi, che a causa di problemi di salute, da anni rende discontinua la pubblicazione di Hunter X Hunter, il megalomane, fra cui spicca Kazushi Hagiwara, che anziché disegnare i nuovi capitoli del suo Bastard!! si perde nei più bizzarri progetti quali storie hentai realizzate sui suoi personaggi, e lo svogliato, Kentaro Miura, che fra bighellonamenti vari tra anime, manga e videogames, raramente ci fornirà la conclusione di Berserk in tempi utili. E proprio attorno a quest'ultimo manga, un po' per celebrare il titolo e un po' forse per tenere vivo l'interesse dei lettori a causa dell'eccessiva lentezza dello stesso, si è deciso di realizzare una trilogia cinematografica incentrata sul primo lungo arco narrativo della serie, ho visionato per voi il primo di essi e mi appresto a raccontarvelo.


La trilogia prodotta da Warner Bros porta il titolo de Berserk Ōgon Jidai-Hen, che letteralmente potremmo tradurre come Berserk: Gli Anni d'Oro, e il primo capitolo della stessa ha il sottotitolo L'Uovo del Re Conquistatore. Non intendo prolungarmi troppo sulla trama di uno dei manga più datati nel bel paese che vanta numerose edizioni e ristampe, ma per i pochi che ancora non avessero letto, darò un accenno di quanto accade nel film: in un'epoca medievale che non ha nulla da invidiare ai fantasy più noti, i regni combattono con i rispettivi eserciti al solo scopo di espandere il proprio dominio sul territorio nemico. Quando un esercito è notevolmente inferiore alle fila nemiche, è uso e costume per il suo sovrano ingaggiare dei mercenari per combattere la propria guerra, Gatsu è uno di questi: un ragazzo spocchioso, presuntuoso e scontroso, armato da una spada molto più grande di lui e da una rabbia in combattimento che lo rende temibile per qualsiasi motivo. Proprio a causa di questa sua caratteristica viene notato da Grifis, affabile e fascinoso stratega militare a comando de l'Armata dei Falchi, un gruppo di abili mercenari che decide di reclutarlo per diminure le distanze che lo separano dai potenti e le nobilità.


Se siete fan dell'opera, avrete avuto modo di notare come il design del manga appaia più vivido e fedele in quest'adattamento cinematografico a dispetto dalla già eccellente serie tv: il punto forte della pellicola è senz'ombra di dubbio l'impeccabile realizzazione tecnica che presenta personaggi dettagliati sia nelle scene in primo piano così come quelle in secondo piano e non fruibili ai fini della trama, ineccepibili ed epiche le scene di combattimento specie se numerosi, con un'elevata presenza di animazioni differenti e realistiche a seconda dell'azione (quasi come se ci fosse stato un lavoro di motion capture), il tutto realizzato in cel-shading mentre si offrono maestose e spettacolari location realizzate con con animazione tradizionale d'altissimo livello. La stessa cosa possiamo dirla per la colonna sonora variegata e mai a sproposito, con tracce particolarmente sentite ed azzeccate; non ultimo il buon doppiaggio che regala interpretazioni caratteristiche e perfettamente in tono alla personalità dei personaggi. Strabiliante la dedizione e la cura per i particolari delle animazioni realizzate dallo Studio 4°C.


Eppure, la golden age di Berserk ci ricorda proprio che non è tutto oro quel che luccica: questo film adattando la prima parte del manga, si auspica che sia visibile e godibile ad un pubblico che il manga non l'ha proprio letto, eppure, proprio questa fetta di pubblico rimarrà sbigottita. Sono state infatti tagliate per intero alcune scene chiave volte alla caratterizzazione e ai legami dei personaggi: il passato di Gatsu, il protagonista è completamente scomparso ad eccezione fatta di un flashback in sogno dello stesso, che comunque essendo molto confusionario non permette di far trapelare cosa ha dovuto passare il ragazzo e per quale motivo questi è cresciuto con quell'abilità con la spada e quella rabbia che manifesta in battaglia andando in un vero e proprio stato di berserk da cui prende il titolo l'opera, così come il rapporto che lo fa accettare dal resto dei membri dell'Armata dei Falchi, che dapprima non tolleravano minimamente la presenza del nuovo ingresso tanto desiderato dal loro capo, Grifis. Un vuoto narrativo di tre anni cancellato in pochi secondi, che lascia interdetti i fan dell'opera e che con probabilmente solo mezz'ora di più avrebbe saputo rendere questo film, un sicuro capolavoro. Tuttavia, non è detto che la scelta registica attuata da Toshiyuki Kuuboka non possa dar i suoi frutti, decidendo di inserire nuovi aneddoti nei capitoli a venire -magari anche raccogliendo il dissenso di molti sostenitori accaniti della pellicola- ma adesso è presto per giudicare.


In attesa del secondo capitolo e di una prima localizzazione audio in italiano che ricordiamo: è certa, in quanto ufficializzata proprio dalla stessa Warner, posso tranquillamente affermare che Berserk Gli Anni d'Oro I: L'Uovo del Re Conquistatore è un titolo riuscito a metà, un'ottima realizzazione tecnica non sopperisce i vuoti narrativi lasciati nella stesura della rilettura di questa sceneggiatura. Sicuramente da guardare per tutti i fan del manga originale e del fantasy occidentale, sebbene l'idea che questo prodotto risulti gambizzato nella sua interezza purtroppo rimane, e lascia l'amaro in bocca.

domenica 1 luglio 2012

2x37 - Disney e Marvel fra sequel e nuovi brand, all'assalto dei cinema

Se pensavate che ultimamente stessi latitando a causa del caldo, è il caso sappiate che... avevate ragione da vendere. Le dita sudano sbavando l'inchiostro sui volumi, la console a momenti decolla prima dei savepoint, il pc si sta sciogliendo e io con lui; ma siccome è sabato sera ed io da buon Nerd (la maiuscola è d'obbligo) lo trascorro a casa, eccomi qui a disquisire su panel, rumour e quant'altro riguarda l'universo cinematografico Marvel.

Dal Cinè 2012 di Riccione arrivano conferme ufficiali che prima erano solo ufficiose: Disney Studios ha infatti presentato i loghi ufficiali inerenti ai franchise di maggior successo, quali Iron Man 3, Thor 2, Captain America 2 e la pellicola corale che riunisce i singoli protagonisti delle pellicole, The Avengers 2. Ma è dall'America che arrivano le grosse novità: LatinoReview comunica niente poco di meno che i Marvel Studios e Paramount sono a lavoro su una mole spropositata di nuovi franchise da collegare alla serie principale, e sempre secondo i rumour che la webzine rilascia, i personaggi chiamati in causa sarebbero i seguenti: 


- I Guardiani della Galassia: si tratta di un gruppo di supereroi extraterrestri che si occupa di garantire la pace nello spazio (qualcuno ha nominato Il Corpo delle Lanterne Verdi?) in un futuro lontano; a causa dei legami che il gruppo ha con il personaggio di Thanos, prossimo villain mostrato nella scena dopo i titoli di coda del film The Avengers, il gruppo potrebbe ritornare indietro nel tempo come nella serie a fumetti originale e interagire coi Vendicatori per fronteggiare insieme una minaccia comune. Confermato anche da Variety ed Hollywood Reporter, il film dovrebbe uscira al cinema il 14 maggio 2014;
- Pantera Nera: uno dei primi supereroi di colore, narra le vicende di T'Challa, figlio del Re del Wakanda, ricco paese africano ricolmo di miniere di vibranio, un minerale particolare in grado di assorbire e convogliare energia cinetica. Il lato felino e dark del personaggio garantirebbe una presenza di sicuro rilievo all'interno di un gruppo che non ha ancora un personaggio con questo carisma;
- Dottor Strange: conosciuto come lo Stregone Supremo o il Signore delle Arti Mistiche è uno dei pochissimi supereroi dell'universo Marvel, a non usare poteri mutanti, abilità fisiche e telecinetiche innate, ma arti magiche. Diventerà uno dei membri più importanti degli Illuminati, organizzazione segreta istituita da Tony Stark;
- Ant-Man: Brillante scienziato, sviluppa un siero miniaturizzante che gli permette di assumere le dimensioni di una formica -da qui il suo alterego supereroistico- e in grado di manovrare a proprio piacimento la volontà degli insetti scaraventandoli contro il nemico. Membro storico degli Avengers insieme a Wasp, il personaggio sarebbe dovuto comparire già nel primo film, ma la Marvel nutre serie riserve su come fare ricorso in modo credibile al personaggio nel contesto cinematografico ad oggi creato.


Finito qui? Niente da fare, la collaborazione fra Marvel Comics e Walt Disney continuerà in un nuovo progetto che ruota attorno stavolta ad un film d'animazione, incentrato sulla graphic novel Big Hero 6, la storia di un team di sei eroi con storie e poteri differenti uniti dal governo giapponese per formare una super-squadra in grado di intervenire nei momenti di crisi. Honey Lemon, l'agente segreto esperta di nanotecnologia, GoGo Tomago, un ex detenuta capace di tramutare il suo corpo in fuoco, Hiro Takachico, un tredicenne dotato di un’intelligenza straordinaria, Baymax, un’entità sintetica creata da Hiro come progetto scientifico scolastico, Silver Samurai, un mutante giapponese con poteri sovrannaturali, e Wasabi-No-Ginger, uno chef che usa i suoi coltelli per combattere. Vuoi per il contesto nipponico che per il verso che il titolo fa ai manga amalgamandoli ai comics americani, la godibilissima serie si presenta come una ventata d'aria nuova in mezzo a tanti cinecomic, prestandosi volentieri alle amorevoli cure di Pixar.

Gasati? Il vostro senso di ragno è impazzito? Se ora fa caldo, preparatevi a sudare di fronte alle atmosfere bollenti che respireremo tra un mese ai panel ufficiali del ComiCon!